Effinciency_and_Environment_05_2020

133 Efficiency & Environment - Maggio 2020 Speciale edifici ad energia quasi zero do i principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c) del D.Lgs. 3 marzo 2011, n.28. Alcune Regioni hanno poi posto obiettivi ancora più am- biziosi, come la Lombardia che ha anticipato al 1° gennaio 2016 la data entro cui tutti gli edifici devono essere nZEB, e l’Emilia Romagna che ha posto il termine al 2017 per gli edifici pubblici e al 2019 per i privati. Progettare una casa passiva Le direttive danno la definizione di nZEB, lascian- do però ai singoli Stati membri la libertà di in- dividuare caratteristiche distintive e modalità di realizzazione, anche nel rispetto delle tradizioni e delle particolarità locali. Non esiste infatti una regola unica per realizzare un edificio nZEB, che può invece prevedere una combinazione di di- verse tecnologie e accorgimenti dettati da fat- tori economici, climatici e comportamentali. Il tutto nel rispetto di alcuni principi e dei requisiti minimi imposti dalle normative locali. Il primo aspetto da considerare è la posizione in cui un edificio sorge: un nZEB è infatti una casa passiva, dove tutti gli elementi naturali contribuiscono al massimo a soddisfare il fabbisogno energetico, con minimo intervento di impianti meccanici. Le condizioni meteo, il clima e le temperatu- re sono tra i criteri passivi che determinano la domanda energetica di una struttura, insieme a fattori quali irraggiamento, venti prevalenti e ombreggiamenti. Cruciali sono allora lo studio di fattori quali la forma, l’orientamento e le struttu- re dell’edificio, la scelta dei materiali costruttivi, quanto più innovativi e rispettosi dell’ambiente, la disposizione dei vani vuoti, tale da garantire la circolazione dell’aria, e numero e posizione degli infissi. Sfruttare al massimo l’illuminazione natu- rale consente poi di ridurre al minimo la neces- sità di energia elettrica. Occorre quindi ragionare sull’isolamento degli involucri opachi e traspa- renti, determinante per la captazione del calore, che deve essere massima in inverno e fermata in estate. Una casa nZEB è infatti flessibile e capace di adattarsi ai cambiamenti stagionali. Devono essere eliminati i ponti termici, ovvero punti de- boli della struttura dove lo scambio di calore con l’esterno è maggiore, e deve essere garantita la tenuta all’aria. Un ulteriore elemento è poi rap- presentato dagli impianti, che devono garantire la massima efficienza, impiegando tecnologie innovative a consumo ridotto e soluzioni che in- crementano la percentuale di energia rinnovabile impiegata. Vario è il mix di tecnologie disponibili: per isolamento dell’edificio vi sono ad esempio cappotto termico, tetto ventilato, tetto verde, si- stemi di ombreggiamento e schermature solari e serramenti in triplo vetro. Per riscaldamento/ raffrescamento, sotto il profilo della generazio- ne le soluzioni possono essere pompe di calore elettriche, a coprire più servizi energetici, pannelli fotovoltaici, teleriscaldamento, torri evaporative e solare termico per l’ac- qua calda sanitaria. Sotto il profilo della distribuzione, pannel- li radianti a pavimento, ventilconvettori e attivazione termica delle masse. Infine, la ventilazione meccanica con recupero di calore per garantire la qualità dell’aria. Qualità dell’aria e comfort Un aspetto interessante da approfondire in un nZEB è la ven- tilazione meccanica controllata (VMC) con recupero di calo- re. Nello specifico un impianto di VMC provvede al ricambio dell’aria per garantire le giuste condizioni di benessere, che per il corpo umano implicano una temperatura tra i 20 e i 23 °C, umidità dell’aria compresa tra il 40 e il 55% e velocità dell’a- ria pari a 0,2 m/s. Oltre naturalmente a provvedere a eliminare CO 2 , gas radon, batteri, polveri, funghi e muffe presenti nell’aria viziata. Un VMC diviene in particolare utile dal momento che la presenza di cappotti termici e di tripli vetri alle finestre non consentono all’aria di entrare e all’umidità di uscire, mentre aprire le finestre per cambiare l’aria comporta la perdita del- la regolazione ottimale della temperatura, oltre a favorire l’in- gresso delle polveri sottili contenute nell’aria esterna in città. Un VMC provvede quindi alla depurazione dell’aria mediante l’uso di una ventola e di scambiatori di calore, che recupera- no calore dall’aria in uscita per trasferirlo a quella in ingresso, facendo uscire aria viziata a 20 °C per farla rientrare purificata a 18 °C, con rendimenti fino al 90%. L’umidità viene quindi ab- battuta dal 60 al 35%, mentre un sistema di tubazioni provvede a distribuire l’aria in tutte le stanze. Il consumo di tali sistemi è molto basso, in quanto funzionano grazie a una piccola vento- la che rimane accesa per solo pochi minuti al giorno, insieme al consumo di qualche sensore e magari display che entrano in stand by, con eventuale integrazione di deumidificatori. Il sistema consente anzi di risparmiare energia, evitando la di- spersione di calore che si avrebbe con l’apertura delle finestre. Domotica e progettazione BIM Un nZEB fa quindi impiego di soluzioni di domotica e tecno- logie intelligenti che lo rendono uno smart building connes- so. L’edificio è così in grado di adattare il proprio comporta- mento tecnologico in base alle condizioni ambientali esterne e interne, all’uso e alle abitudini degli occupanti e alle condi- Image by Thomas Ulrich from Pixabay

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