Effinciency_and_Environment_05_2019

18 Efficiency & Environment - Maggio 2019 Speciale Il futuro della mobilità urbana sto, è in corso, anche se solo tra dieci anni, e che, sempre secondo Sigh, sarà uno standard di mercato, completamente regolamentato. Della stessa idea sono i ricercatori di EY, secon- do i quali nel 2045 il 70% dei veicoli su strada sarà autonomo. Il secondo step è quello che porta verso le macchine volanti, hyperloop, jet ipersonici e aerei spaziali: anche in questo caso, siamo già nel pieno dello sviluppo. I dro- ni di società come Volocopter ed Ehang stanno aprendo nuovi scenari nel trasporto di persone e, nello stesso tempo, alcune case automobi- listiche come Daimler, Toyota e la cinese Ge- ely hanno annunciato il proprio impegno in tal senso. La trasformazione è già in corso anche nel trasporto ferroviario: lo Chuo Shinkansen (operativo nel 2027) è un mezzo a levitazione magnetica che collegherà Tokyo e Nagoya di- ventando il treno più veloce al mondo percor- rendo 505 km/h. C’è poi l’idea di Elon Munsk, e non è il solo, di sfruttare il sottosuolo. All’inizio del 2018, il team di Virgin Hyperloop One, so- stenuto da Richard Branson, ha presentato un imponente progetto per la mobilità indiana: un tunnel per collegare la città di Pune a un pros- simo aeroporto da realizzarsi a Mumbai. In que- sto quadro che dipinge mezzi di trasporto mi- rabolanti non bisogna però dimenticare l’auto, che secondo molti sarà prevalentemente elet- trica, per la quale non mancano però le criticità. La durata delle batterie, ad esempio, potrebbe essere un limite difficile da superare nel breve periodo, prevedendo necessario un maggiore impegno verso lo sviluppo della combustione a idrogeno. All’ultimo salone dell’auto di Ginevra molte case automobilistiche tra le quali Huyndai, Mercedes e Honda, hanno presentato le loro concept car a idrogeno. Questo tipo di propulsione non riguarda unicamente le auto: lo scorso settembre il primo treno a idrogeno ha compiuto il suo primo viaggio: 140 km/h orari e zero emissioni. Una con- cretizzazione su rotaia del primo aereo europeo a idrogeno, il Rapid 200-Fc, presentato nel 2010: peccato che non sia in grado di solcare i cieli con regolarità. Gli italiani e lo sharing Benché l’auto privata svolga ancora un ruolo chiave negli spostamenti, utilizzata dal 65,3% degli italiani (63,8% nel 2008), la vettura condivisa diventa sempre più interessan- te (dati Unrae - Associazione delle Case automobilistiche estere). Entro il 2030 il 35% delle persone si sposterà in modo con- diviso grazie allo sviluppo di servizi in sharing; lo afferma EY nel proprio studio “Mobility Think Tank 2018”. La situazione del parco mezzi indica il 98% dell’auto come possesso e il 2% come sharing. Ciononostante il numero di piattaforme e app che consentono di accedere contemperamene a diverse tipologie di mezzi in condivisione, auto, scooter, biciclette…, e ai servizi offerti sia da privati cittadini, sia da Istituzioni e aziende, continua a crescere. La domanda che dobbiamo porci deve essere la seguente: gli italiani sono pronti ad ab- bandonare la propria auto? Una ricerca realizzata da EY su un campione di 1.500 consumatori conferma che il 95% de- gli intervistati si è dichiarato soddisfatto dei servizi sharing e il 46,4% molto soddisfatto. Ad avvalorare l’utilizzo dello sharing sono i numeri: a Mila- no, ad esempio, i principali operatori del car sharing free flo- ating realizzano a settimana più di 100.000 noleggi. L’analisi di Unrae viaggia nella stessa direzione ed evidenzia che i più interessati al car sharing sono i giovani con meno di 34 anni. Indubbiamente molti si sono avvicinati a questa solu- Dubai: la porta verso il domani, anche grazie agli italiani Gli Emirati Arabi Uniti sono un modello cui ispirarsi quando si parla d’innovazione e tecnologia. Nel 2008, per compensare il crollo del costo del petrolio, hanno abbracciato appieno la rivoluzione digitale stanziando ingenti finanziamenti pubblici e privati per progetti che potessero traghettare il Paese nel futuro dal punto di vista edile, di sostenibilità e mobilità. Il progetto Dubai Future Accelerators è nato proprio in quest’ottica: vuole identificare e sviluppare prototipi e prodotti futuristici capaci di migliorare i diversi aspetti dellavitaquotidiana.Tra imolteplici progetti presi inconsiderazioneeavviati alla produzione anche due italiani. Il primo è la piattaforma di mobilità urbana on-demand Mvmant, creata anche grazie al supporto degli executive di Roads and Transport Authority. Questa soluzione abilita un servizio di trasporto con conducente e su richiesta, attraverso veicoli condivisi e l’utilizzo di tecnologie informatiche dedicate. Il secondo progetto a firma italiana è il veicolo elettrico modulare prodotto dalla padovana Next Future Transportation che coniuga la sostenibilità e l’economicità dell’autobus e la flessibilità del taxi. Una sorta di bus scomponibile in più moduli che all’occorrenza si possono agganciare o sganciare di volta in volta, in base ai flussi calcolati da un algoritmo che raccoglie in tempo reale le destinazioni richieste dagli utilizzatori. Entrambi i progetti sono una testimonianza della capacità innovativa degli italiani, ma anche, purtroppo, dell’impreparazione del nostro sistema Paese a rivoluzionare le proprie infrastrutture.

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