Effinciency_and_Environment_05_2019

17 Efficiency & Environment - Maggio 2019 Speciale Il futuro della mobilità urbana Accanto a questo insieme di tecnologie va con- siderato un altro elemento chiave: l’individuo. Le abitudini in termini di trasporto si stanno modificando in modo drammatico e in tempi molto rapidi. Aumenta la frequenza con cui ci si muove, crescono le distanze ma, soprattutto, fiorisce la richiesta di connessione tra le per- sone. Sulla scia dell’iperconnessione, ciascuno cerca la modalità di trasporto più adatta alle proprie esigenze, indipendentemente dal brand che la offre: il più conveniente, quello con un maggiore livello di experience, oppure di qua- lità superiore. Lo studio di Authur D. Little evidenzia, però, che la maggior parte delle città non sono an- cora pronte al passaggio alla mobilità 4.0. Il Mobility Index 3.0 ha analizzato un campione di 100 città attraverso 27 indici per valutarne la potenziale capacità di migrare verso un mo- dello di mobilità: il punteggio medio è stato di 42,3. Ciò significa che a livello globale la città media applica metà delle risorse che potrebbe utilizzare per migliorare la mobilità. I punteggi più alti sono stati raggiunti da Singapore (59,3), Copenhagen (54,6 punti) e Hong Kong (54,2). ‘Case’ la parola chiave per la mobilità Connesse, autonome condivise ed elettriche - Case - questo è il modello secondo cui l’in- dustria automobilistica ha realizzato i proto- tipi delle vetture che percorreranno le strade nell’imminente futuro. Quest’acronimo va, però, esteso anche alle citta: secondo lo studio ‘An in- tegrated perspective on the future of mobility’ nato dalla collaborazione tra Bloomberg New Energy Finance e McKinsey nelle megalopo- li del futuro troveremo mezzi di trasporto pu- liti, auto condivise, vetture a guida autonoma e ad alimentazione elettrica. Anche alla base di quest’analisi c’è l’assunto che i viaggiatori, sempre più ‘individuali’, vorranno avere la possibilità di po- ter scegliere tra una rosa di servizi sempre più ampia; mentre gli operatori, privati e pubblici, dovranno essere in grado di rispondere a queste crescenti e mutevoli richieste in tempi rapidi e con costi sostenibili. Entro il 2030, secondo lo studio, ogni singolo individuo potrà contare su un risparmio di 2.800 dollari grazie a un sistema di trasporto pubblico più sosteni- bile e condiviso, 3.300 dollari con l’uso delle selfdriving car (con un incremento dello 0,9% del PIL) e ben 7.400 dollari (PIL +3,9%) combinando i diversi approcci, in altre parole adot- tando quella che gli analisti di McKinsey hanno definito come seamless mobility. Va da sé che, oltre all’indubbio vantaggio economico, il reale valore aggiunto di questa nuova mobilità è dato dalla capacità di essere rilevanti per la comunità e per ciascuna singola persona in termini di aria più pulita, ottimiz- zazione del tempo (minor traffico e mezzi pubblici più veloci) e maggiore sicurezza. In sintesi, una miglior qualità della vita. Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca anche l’ultimo stu- dio sulla ‘Nuova mobilità: impatti e opportunità per gli attori coinvolti’ realizzato da Monitor Deloitte. La trasformazione del modello di mobilità, secondo quanto scritto, attraversa diverse fasi. La prima è l’evoluzione tecnologia del veicolo che passerà dall’essere un mezzo di trasporto a un mezzo d’intrattenimento in cui l’automobilista diventa un passeg- gero. La seconda è quella dell’efficientamento energetico con la diffusione - in concreto obbligata dagli accordi inter- nazionali in materia si sostenibilità - dei veicoli elettrici. C’è poi la trasformazione del cliente che, come evidenziato da molteplici studi, è sempre più incline alla mobilità condivisa e intermodale. Accanto all’individuo troviamo le diverse in- dustrie che stanno studiando nuovi modelli di business. In- fine le Istituzioni interessate ad avvantaggiarsi della mobilità connessa e della shared economy per un ritorno in termini di sostenibilità ambientale, ma anche economica. Facciamo strada alla mobilità ubiqua Sarwant Singh di Frost & Sullivan ha affermato che per il 2030 potremo trascendere dallo spazio e dalla velocità attraver- sando tutti i sistemi di mobilità: aria, acqua, ferrovia e strada. Si tratta di uno scenario futuribile percorribile in diverse fasi. Il primo step, quello della guida autonoma che, come già vi- Il futuro è arrivato con i taxi volanti In attesa dei taxi volanti presentati nell’acclamato film di fantascienza Quinto Elemento di Luc Besson dobbiamo accontentarci, per così dire, dei velivoli a guida autonoma pensati per attraversare i cieli delle città. I primi a proporre questa radicale trasformazione del trasporto sono stati gli arabi di Dubai: lo scorso settembre l’Aat - Autonomous Air Taxi - ha percorso la sua prima tratta. Di recente anche la Francia ne ha annunciata la sperimentazione tra l’aeroporto Paris-Charles De Gaulle e la capitale. A conferma che i taxi volanti sono ormai una realtà è l’interesse manifestato da molteplici operatori, in primis Boeing, Airbus e Uber, ma anche dalle grandi aziende di tecnologia come Google e Intel. Prima di poter realmente pensare al taxi volante come a una soluzione quotidiana, restano da risolvere alcuni aspetti fondamentali: prima di tutto l’adeguamento della normativa e la sicurezza di questi velivoli, poi alcuni requisiti più squisitamente tecnici, come ad esempio la durata delle batterie e il numero dei passeggeri.

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