AO_418

NOVEMBRE-DICEMBRE 2019 AUTOMAZIONE OGGI 418 39 spalla, avvolgendo il corpo come una se- conda pelle, ma senza appesantirlo grazie al suo design ergonomico e a un supporto posturale leggero e traspirante. Uno sguardo in avanti Tra le più recenti innovazioni tecnologiche che stanno arricchendo il panorama del biomedicale, non possiamo non parlare della manifattura additiva. Con le stam- panti 3D è possibile produrre sia parti o componenti su misura del cliente, relativi a protesi per ortodonzia e implantologia maxillofacciale e cranica, sia pezzi in pic- cola e media serie. Nel caso di pezzi unici, la completa personalizzazione del manu- fatto si ottiene a partire da una TAC o da una risonanza magnetica. L’additive manufacturing ha il vantaggio di rendere minimo il costo delle varianti e ogni stampante 3Dpuò realizzare contem- poraneamenteunamolteplicitàdi prodotti diversi, con il solo limite della capienza complessiva della cubatura di lavoro. Con- siderazioni analoghe riguardano la pro- duzione su misura, in materiali plastici, sia dei ‘gusci’ per apparecchi acustici, sia dei modelli relativi a specifiche situazioni or- topediche. In questi casi, per esempio per le fratture, i modelli in plastica servono alla progettazione dell’intervento, alla raccolta del consenso informato del paziente e a fini didattici. Un’altra disciplina scientifica che sta incidendo profondamente sul set- tore biomedicale è l’intelligenza artificiale. Tramite gli algoritmi di machine learning è possibile fare analisi statistiche anche complesse su un enorme numero di dati clinici: campioni di vario tipo, immagini, referti, informazioni derivanti da indagini di tipo biochimico, immunologico, gene- tico. In tal modo, il medico riceve un no- tevole supporto a livello diagnostico, oltre a indicazioni e suggerimenti per l’azione terapeutica. Ovunque stanno nascendo start-up che, a volte collaborando con i ‘big’ delle tecnologie healthcare, svilup- pano le competenze informatiche per specializzarsi nell’elaborazione e nel trat- tamento dei dati di tipo sanitario, per co- struire sistemi di supporto alla diagnostica affidabili e di facile utilizzo. Infine, dalla convergenza tra informatica, telecomunicazioni ed elettronica sta na- scendo l’Internet of Medical Things, che prefigura un capillare mutamento dell’in- tero panorama biomedico. Dispositivi sempre connessi consentiranno ai medici di monitorare da remoto lo stato di salute dei pazienti, faciliteranno la raccolta e l’a- nalisi dei dati facendo imponenti passi avanti nel campo della prevenzione, oltre che prevedendo eventuali problemi e fa- vorendo la tempestività degli interventi. La forza del gruppo La carica innovativa portata dalle tecno- logie digitali anche nel campo biomedico trova la sua massima espressione laddove i diversi attori in gioco attuano sinergie e realizzano situazioni di collaborazione e interconnessione, valorizzando le risorse ed energie presenti sul territorio. In tal senso è emblematico il caso del Distretto Biomedicale Mirandolese, che vanta una lunga storia con radici nei primi anni ‘60 del secolo scorso, ora comprende aziende specializzate in prodotti plastici monouso e apparecchiature per numerosi settori della medicina: emodialisi, cardio- chirurgia, chirurgia, anestesia e rianima- zione, aferesi e plasmaferesi, infusione e trasfusione, nutrizione, ginecologia, onco- logia, urologia, biopsia, artroscopia, dre- naggio, cardiologia, angiografia. Inun’area territoriale comprendente la zona intorno a Mirandola, nell’area nord della provincia di Modena, con qualche presenza in pro- vincia di Mantova, sono raccolte oltre 100 realtà tra grandi aziende produttrici, PMI, fornitori e sub-fornitori specializzati. Il Di- stretto, così denominato nonostante non aderisca alla Federazione Italiana Distretti, è unodei più importanti per il biomedicale a livello mondiale e contribuisce a quasi il 2% del PIL nazionale. I suoi partecipanti ritengono fondamentali le sinergie tra istituti formativi, aziende e sistemi com- merciali, per rendere il territorio e il suo tessuto economico sempre più competi- tivi sui mercati internazionali e progredire in uno sviluppo sostenibile attraverso l’innovazione e la ricerca. Perciò, per for- mare competenze adeguate, ha attivato laboratori tecnologici e scientifici presso le scuole medie superiori e corsi di laurea in biotecnologie all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Un’altra realtà territoriale molto attiva è il Distretto di Biomedicina Molecolare del Friuli Venezia Giulia, nel quale le sinergie tra soggetti pubblici e privati hanno por- tato a sviluppare le potenzialità del Cluster ‘Smart Health’ a partire dai settori del bio- medicale, delle biotecnologie e della bio- informatica. Il distretto friulano, poi, fa parte di un più ampio circuito nazionale quale il Cluster Tecnologico Nazionale Scienze della Vita Alisei (Advanced Life Science in Italy), al quale partecipano quattro associazioni imprenditoriali (Aiop, ConfindustriaDispo- sitivi Medici, Farmindustria, Federchimica- Assobiotec), cinque enti pubblici di ricerca (CNR, Enea, IIT, Infn, Istituto Superiore di Sanità) e 13 rappresentanze territoriali, ovvero ART-ER (Emilia-Romagna), Bioin- dustry Park Silvano Fumero (Piemonte), Cluster Lombardo Scienze della Vita (Lom- bardia), Consorzio per il Centro di Biome- dicina Molecolare (Friuli Venezia Giulia), Consorzio Sardegna Ricerche (Sardegna), Distretto Tecnologico Campania Bio- science (Campania), Distretto Tecnologico Pugliese Salute dell’Uomo e Biotecnolo- gie (Puglia), Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi (Sicilia), Fondazione Toscana Life Science (Toscana), Lazio In- nova (Lazio), Polo Ligure Scienze della Vita (Liguria), Società Consortile BioTecnoMed (Calabria), Veneto Innovazione (Veneto). • A livello ospedaliero troviamo una vasta gamma di dispositivi e sistemi che sfruttano l’enorme potenzialità di elaborazione delle immagini digitali e i progressi del software Foto tratta da www.freerangestock.com

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