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NOVEMBRE-DICEMBRE 2019 AUTOMAZIONE OGGI 418 38 AO PANORAMA e nella gestione delle cliniche ospedaliere. Quellodegli arti artificiali e delle protesi ro- botiche è il settore in maggiore sviluppo. Da tempo centri come l’IIT di Genova o la stessa Scuola Superiore Sant’Anna hanno realizzato vari modelli, per esempio, di mano bionica. Ci sono poi numerosi pro- totipi di ginocchio bionico e di gamba bionica. Queste ultime vengono spesso applicate in abbinamento con speciali tutori. Poi, per particolari esigenze di ria- bilitazione o nei casi di disabilità grave e impossibilità a deambulare si arriva all’ap- plicazione di esoscheletri, ovvero veri e propri robot indossabili che sostengono l’intero corpo e consentono di camminare emuoversi, se pur lentamente. Un’azienda come Honda, già nota per il robot uma- noide Asimo, da tempo affronta il tema degli esoscheletri robotici ed è arrivata a produrre il Walking Assist Device, un di- spositivo che adotta la tecnologia di con- trollo cooperativo, sviluppata sulla base dello studio cumulativo di Honda sulla camminata umana. Cuore del sistema è un PC di controllo che attiva i motori in base ai dati ottenuti dai sensori dell’an- golo dell’anca durante la deambulazione. È stato progettato per un utilizzo nella te- rapia/allenamento della camminata sotto la guida di un fisiatra. Se l’aspettativa principale per gli esosche- letri è quella dell’utilizzo riabilitativo e sanitario, le potenzialità di tale soluzione vanno oltre e investono l’ambito più ge- nerale del potenziamento delle attività motorie umane. Interessante in questo senso è l’esoscheletro Mate (Muscolar Aiding Tech Exoskeleton) lanciato alcuni mesi fa da Comau e classificato come ‘Supporto Ergonomico Indossabile’, pen- sato per facilitare e rendere meno faticoso per gli operatori lo svolgimento di attività manuali e ripetitive. Sviluppato in part- nership con la islandese Össur, esperta del settore dei dispositivi ortopedici non invasivi, e con Iuvo, spin-off dell’italiano BioRobotics Institute specializzato in tec- nologie indossabili, Mate può replicare accuratamente i movimenti dinamici della Il punto di vista dei fornitori Per comprendere meglio le potenzialità e lo status del settore, abbiamo posto alcuni quesiti ad Alessandro Santoro account manager di Sistemi Avanzati Elettronici (www.sisav.it) . Come sta cambiando, dunque, il mondo dell’healthcare con l’avanzare dell’automazione e della digitalizzazione? Santoro: In questi ultimi anni automazione e digitalizzazione hanno fatto ingresso in molti settori finora poco battuti, tra questi appunto quello dell’elettromedicale. Anche qui è pian piano affiorata l’esigenza di trattare moli sempre maggiori di dati digitali, provenienti da sistemi di analisi sempre più complessi e automatizzati. Si è reso indispensabile quindi adottare soluzioni tecnologiche più performanti, soprattutto per quanto riguarda la parte informatica, lato hardware e lato software, e le infrastrutture di rete. Quali sono le tecnologie che stanno maggiormente trasformando il mondo del biomedicale? Santoro: Tra le tante, spiccano sicuramente quelle dedicate al trattamento di immagini diagnostiche con sistemi Pacs. Si stanno infatti via via sostituendo gli ormai obsoleti diafanoscopi classici con monitor ad altissima risoluzione e contrasto, che offrono allo specialista la possibilità di fare diagnosi efficaci e puntuali, nonché di condividere all’occorrenza le immagini con colleghi che si trovano in siti anche remoti, mediante le piattaforme più comuni. Che tipo di competenze sono richieste a chi opera in questi campi? Santoro: I moderni ingegneri biomedicali devono necessariamente avere delle ottime competenze generiche di medicina in tutte le discipline, per comprendere al meglio le esigenze del personale che opera sul campo. Nel contempo devono conoscere molto bene le nuove tecnologie digitali sia hardware che software, fisse e mobili, nonché le infrastrutture di rete cablate o wireless. Qual è la situazione del biomedicale in Italia dal punto di vista dei produttori di apparecchiature e sistemi, sia anche dal punto di vista delle infrastrutture e dei servizi disponibili? Santoro: Per quanto riguarda la produzione di apparecchiature e sistemi, sicuramente l’Italia col suo distretto occupa un ruolo importante nel mondo, soprattutto per quanto riguarda la parte radiografica. Dal punto di vista delle soluzioni informatiche hardware per la trattazione, invece, siamo piuttosto carenti in quanto la maggior parte dei prodotti arrivano dal Far East per questioni di costo. Dal punto di vista infrastrutturale, purtroppo, tolta qualche eccellenza molto sporadica, siamo ancora all’età della pietra… L’ingresso delle nuove generazioni di ingegneri biomedicali sta iniziando a muovere qualcosa, ma ci vorranno tempo e fondi. Lo scoglio più grande è la mancanza di norme generali a livello nazionale che unifichino e standardizzino pro- tocolli, formati, gestione dei datacenter ecc. Ogni regione fa a sé, in totale anarchia, e di fatto poi le infrastrutture locali non dialogano lo une con le altre.

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