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OTTOBRE 2019 AUTOMAZIONE OGGI 417 104 TECH BOYS AND GIRLS AO Lucilla La Puma ella lunga staffetta che da quasi due anni mi porta di ricercatore in ricercatore, vede questa volta passare il testimone a Paolo Fino. Anche a lui, come è capitato alla lunga lista dei nostri eccellenti ‘cervelli’ italiani, pongo delle domande con sempremaggior curiosità e interesse, grata che tanta conoscenza possa arricchirci tutti un po’ di più. Paolo nasce a Cuneo e prosegue gli studi universitari al Politecnico di Torino dove si laurea in Ingegneria Chimica nel 1997. Quale è stato il tuo percorso professionale? “Nasco ingegnere chimico” esordisce Paolo “con una tesi nel campo dei materiali per catalisi, occupandomi di sintesi e caratterizzazione di catalizzatori per l’abbattimentodel particolatoDiesel (residui solidi dei processi di combustione) dagli scarichi delle autovetture. Successivamente conseguo un dottorato di ricerca in Ingegneria dei materiali dal titolo ‘ Materialiinnovativiperusoaeronautico ’ all’internodi una collaborazione tra il Politecnico di Torino e la società FiatAvio. Nel 2004 divento Ricercatore della scienza e tecnologia dei materiali, iniziando contemporaneamente il percorso di docente. Dal 2004 a oggi ho tenuto sempre corsi connessi alla scienza e tecnologia dei materiali per diversi indirizzi di laurea. Nel 2010 divento Professore Associato e nel 2014 Professore Ordinario. Seguo con particolare interesse i rapporti tra accademia e industria e per questo sono stato coordinatore di iniziative di partnership con diverse aziende (AvioAero, PrimaIndustrie). Nel 2018 ho seguito il dossier di pre- sentazione del Competence Center piemontese che si è classificato al primo posto nella valutazione del Mise tra i Competence Center italiani e di cui oggi sono orgogliosamente il presidente”. Il progetto che stai seguendo in questo periodo? “Tra le principali tematiche di ricerca di mio interesse ci sono i materiali ceramici per applica- zioni strutturali ad alta temperatura, i materiali compositi e soprattutto lo sviluppo di materiali per additive manufacturing. Ma, come sempre, sto seguendomolti filoni progettuali. Da un punto di vista accademico, mi sto dedicando inmodo intenso alla riapertura della sede decentrata di Mondovì, che ritengo una chiave di volta nevralgica per incrementare l’impatto che la nostra istituzione può avere sul territorio. La provincia di Cuneo rappresenta una realtà viva e dinamica con la quale costruire progetti di crescita e sviluppo. Da un punto di vista della ricerca, insieme ai colleghi Luca Iuliano (coordinatore del centro) del Digep, EnricoMacii del Distr e ai nostri gruppi di ricerca siamomolto impegnati nello sviluppo del centro interdipartimentale sull’additivemanufacturing, tecnologia abilitante per le tematiche connesse all’Industria 4.0, che rappresenta una delle filiere più innovative presenti oggi al Politecnico di Torino e per la quale abbiamo una visibilità mondiale piuttosto significativa. A livello di trasferimento tecnologico la sfida del Competence Center è sicuramente molto intrigante anche se articolata. Ci sono 24 grandi imprese da coordinare intorno a un tavolodi discussione: è un’impresa ardua, ma che presentamargini importanti di impatto sul nostro tessutoproduttivo”. Il progetto che piùha significatonella tua carriera? “Da un punto di vista scientifico la pietra miliare è sicuramente stato prendere parte a uno dei primi gruppi al mondo che ha visto nelle tecnologie additive una ‘finestra sul futuro’. Averle approcciate prima di tutti nel 2007 è stato senza dubbio un vantaggio. Da un punto di vista generale, invece, essermi sempre occupato non solo di ricerca ma anche di gestione del sistema- politecnico e gestione dei rapporti con le aziende ha rappresentato per la mia carriera un vantaggio importante, sebbene molto oneroso in termini di tempi e complicazioni”. Che sviluppi scientifici vedi per il futuro dell’automazione? “L’automazione è certamente a un punto di svolta. La definizione di Industry 4.0 è molto ampia, ma certamente abbraccia il tema in tutte le sue declinazioni. Spesso gli universitari si fermano agli aspetti tecnici della ricerca, ma l’automazione è tanto più efficace quanto più può essere applicata a livello industriale. Lì produce il vero vantaggio competitivo. Questa è una delle ragioni per cui sono nati i Competence Center che, ci auguriamo, possano dare le risposte adeguate per integrare tutte le tecnologie hardware e software di fabbrica per snellire i processi produttivi”. Quali sono i tuoi prossimi impegni? “A settembre si riapre la sede di Mondovì. Step fondamentale per alcune iniziative che stogià riprogettando con aziende della provincia. All’inizio sarà didattica tradizionale, ma nei 12/24mesi successivi arriverà la didattica innovativa delle lauree profes- sionalizzanti, e infine i laboratori di trasferimento tecnologico. Nell’arco di un triennio contiamo di essere a pieno regime. A settembre partirà anche la fase operativa del Competence Center e sarà necessario supportare il CEO (Enrico Pisino) nello sviluppo delle linee pilota. Le attività progettuali legate alla ricerca procedono con l’acquisizione mediamente di tre o quattro nuovi progetti di ricerca specifici all’anno”. Un sogno nel cassetto come ricercatore e come uomo ce l’hai? “Come ricercatore sono convinto che le tecnologie additive siano veramente l’alba di una rivoluzione, soprattutto nel campo dei materiali. Mi piacerebbe che il gruppo di cui faccio parte fosse capace di mantenere ciò che ha fatto finora e che resti trainante a livellomondiale”. N Paolo Fino Laurea in Ingegneria Chimica nel 1997 presso il Politecnico di Torino, con tesi sui materiali, consegue il Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei Materiali nel 2001. Dopo essere stato Ricercatore e poi Professore Associato, nel 2014 è Professore Ordinario del Politecnico di Torino nel Dipartimento di scienza applicata e tecnologia, di cui diventa Direttore per il quadriennio accademico 2015-2019. L’attività scientifica si è con- cretizzata in circa 200 pubblicazioni in riviste internazionali o in atti di convegno nazionali e internazionali.

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