Risolvere le sfide più complesse della società moderna richiede la possibilità di attingere a un pensiero quanto più innovativo possibile. E per far sì che siano in molte persone a beneficiarne, abbiamo la necessità di una maggiore rappresentanza nelle discipline STEM.
Lo studio delle Scienze, della Tecnologia, dell’Ingegneria e della Matematica (STEM) è la base di tutte le nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche, è qui che probabilmente ha avuto inizio l’innovazione. Il progresso scientifico dipende interamente dalle persone che individuano e apprendono nuovi concetti, rielaborando quelli esistenti in maniera inedita. Proprio il coinvolgimento di persone diverse porta ad analizzare un concetto attraverso molteplici prospettive, attingendo ad esperienze e passioni diversificate, sollevando interrogativi inediti e ottenendo di conseguenza risultati migliori. Disporre di una forza lavoro diversificata nel campo della Scienza, della Tecnologia, dell’Ingegneria e della Matematica (STEM) è fondamentale per guidare il successo e le soluzioni atte a rispondere alle sfide più urgenti a livello mondiale ed è per questo che oggi deve rappresentare una priorità per le aziende.
La scarsità delle STEM
L’urgenza di competenze STEM è indiscutibile. Infatti, i dati Eurostat indicano che in tutta Europa, ogni anno, solo 2 milioni di laureati in materie STEM completano l’istruzione terziaria, il che significa 17,4 laureati STEM ogni 1.000 giovani. Nonostante queste ridotte percentuali e l’evidente necessità di attrarre nuovi talenti, le donne sono ancora in minoranza per quanto riguarda le STEM e rappresentano solo il 34% dei laureati in Europa. Tuttavia, queste percentuali variano a seconda del settore: ad esempio, le donne sono particolarmente sottorappresentate nel settore manifatturiero, dove solo il 22% degli scienziati e degli ingegneri è di sesso femminile, mentre si osserva un maggiore equilibrio nel settore dei servizi che vede il 46% di rappresentanza femminile.
Considerando che l’80% degli italiani concorda sul fatto che le donne siano un potenziale inespresso nella forza lavoro STEM, è chiaro che il numero di idee e di nuovi modi di pensare a cui attualmente stiamo rinunciando è enorme.
Gran parte del problema è causato dalla percezione che il pubblico ha della scienza, da una diffusa incomprensione del settore e da convinzioni stereotipate sulle persone che vi lavorano. Lo State of Science Index di 3M ha rilevato che l’85% degli europei ritiene importante migliorare la diversità e l’inclusione nelle materie scientifiche. In Italia la percentuale raggiunge l’87%. Tuttavia, il 41% delle persone che si sono espresse a livello globale (e il 27% in Italia) non crede che la propria vita sarebbe molto diversa se la scienza non esistesse. Nonostante rappresenti il fulcro di molti aspetti della vita moderna che diamo per scontati, le persone hanno ancora delle difficoltà nel collegare le STEM al quotidiano.
Risolvere per molti, con molti
Le aziende e il mondo intero si trovano ad affrontare sfide costanti, in continua evoluzione e sempre più complesse. Idee risolutive possono essere proposte da chiunque, ovunque e indipendentemente dall’etnia, età, identità di genere, sessualità o provenienza. Infatti, una ricerca di Cloverpop, una piattaforma di Intelligence decisionale, ha dimostrato che i team eterogenei prendono decisioni migliori, sono più innovativi e produttivi.
Distruggere gli stereotipi e costruire modelli di riferimento
La presenza di modelli di riferimento concreti è fondamentale per sviluppare l’interesse delle ragazze per le materie STEM. Ne riconosco l’importanza per esperienza personale. Mio padre, ingegnere aeronautico, è stato la mia principale fonte di ispirazione e mi ha sempre fatta sentire “autorizzata a entrare in un campo dominato dagli uomini”. Oggi è per me un onore essere un modello di riferimento per le donne impegnate nelle discipline STEM.
Uno dei principali ostacoli alla creazione di una forza-lavoro diversificata nel settore STEM è dato dall’esistenza di stereotipi occupazionali. Queste percezioni sulle persone che lavorano in determinati settori sono fuorvianti e demotivanti e limitano notevolmente il bacino dei talenti.
È responsabilità delle organizzazioni favorire l’interesse dei giovani per la scienza e garantire che la forza lavoro STEM sia diversificata alla pari della società in cui viviamo.
Di recente, 3M Italia ha avviato ad esempio una collaborazione con il Consorzio Kairos per il finanziamento del Pop-up STEM*Lab, il progetto nato con l’obiettivo di migliorare la formazione STEM, grazie al coinvolgimento dei dipendenti 3M impegnati in attività di volontariato, a beneficio di 700 studenti di tre scuole della periferia di Milano.
Abbiamo quindi necessità di condividere le storie provenienti da diversi modelli di riferimento.
La diversità guida l’innovazione, con conseguenti benefici per le imprese, l’economia e la società. La prossima intuizione rivoluzionaria potrebbe venire da chiunque e da qualsiasi contesto. Anzi, se si considera la pletora di talenti attualmente non rappresentati è molto probabile che sia così. Sfatando gli stereotipi del settore, mettendo in luce quei modelli di riferimento capaci di andare oltre gli schemi e incoraggiando un maggior numero di persone provenienti da contesti diversi ad intraprendere carriere in ambito STEM possiamo iniziare ad affrontare la carenza di competenze e, allo stesso tempo, attingere idee, creatività e innovazione da un bacino di talenti molto più ampio e rappresentativo.
Informazioni sull’indagine sullo Stato della Scienza (SOSI)
L’indagine sullo Stato della Scienza di 3M (SOSI) è uno studio annuale, condotto per 3M dalla società di ricerca globale Ipsos, sulla popolazione generale di 17 paesi. Giunto al suo quinto anno, il sondaggio monitora la reputazione pubblica della scienza, rivelando le tendenze su quanto le persone si fidano, rispettano e apprezzano la scienza e il ruolo che essa svolge nelle loro vite. Per ulteriori informazioni sui risultati della Ricerca sullo Stato della scienza 2022 clicca qui.
Fonte foto Pixabay_089photoshootings