Al Forum Software Industriale, che si è svolto lo scorso 6 febbraio a Milano, Esa Automation è intervenuta con una presentazione dal titolo “Prosciutto 4.0: Virtual labeling, un’indentificazione sostenibile”, nell’ambito della sessione “Virtual manufacturing e smart product”.
La presentatione ha riguardato una soluzione basata su algoritmi di riconoscimento e inseguimento degli oggetti per migliorare la tracciabilità dei prosciutti. Una delle fasi più delicate della lavorazione dei prosciutti è il momento in cui il prodotto viene pesato e misurato da una selezionatrice: questa macchina rileva infatti peso e dimensioni del prodotto per assegnargli un codice identificativo che viene poi impresso sul prosciutto da una punzonatrice. A questo punto il prosciutto, tramite un nastro trasportatore, arriva all’operatore che, sulla base del codice punzonato, provvede alla sistemazione del prodotto in magazzino.
Questa procedura ha alcuni punti deboli. Il primo è che la punzonatura non sempre riesce a imprimere il codice in maniera chiara sul prodotto, rallentando in tal modo il lavoro dell’operatore a fine linea. Il secondo è che la punzonatura va ad aggiungersi al processo di marcatura “legale” con le indicazioni relative al rispetto dei disciplinari previsti dai vari Consorzi di tutela (Parma, San Daniele ecc.): intaccare una seconda volta un prodotto pregiato non è certamente l’ideale. Terzo elemento da valutare è che la punzonatura si limita ad apporre un codice numerico (001, 002 ecc.) che identifica la classe di appartenenza della coscia, senza possibilità di includere altre informazioni che potrebbero invece essere utili per l’operatore, come ad esempio il lotto di appartenenza o il cliente destinatario.
Avendo raccolto queste esigenze presso diversi clienti che operano nel Parmense, Esa Automation ha sviluppato una soluzione full digital che, pur mantenendo un livello di costi compatibile con le esigenze delle aziende del settore, rappresenta un’alternativa tecnologicamente avanzata ai sistemi attualmente utilizzati. La soluzione messa a punto sta suscitando notevole interesse, al punto che ESA Automation sta iniziando a lavorare per proteggerla con un brevetto.
“L’idea alla base della soluzione”, ha spiegato Diego Bizzozero, Solution Specialist di Esa Automation, “è sostituire il processo di punzonatura con un accoppiamento software reale tra il prosciutto e il suo codice”. Dal punto di vista hardware, sono sufficienti due comuni telecamere (il lavoro infatti affidato prevalentemente agli algoritmi). “La prima si occupa di rilevare il profilo del prosciutto in uscita dalla selezionatrice e abbinarlo via software al codice che la macchina ha assegnato al prosciutto”, ha aggiunto Bizzozero. A questo punto inizia il lavoro della seconda telecamera, il cui compito è di tracciare il prodotto lungo il nastro fino al suo arrivo nelle mani dell’operatore. Il flusso di immagini rilevate da questa telecamera viene quindi inviato al pannello che si trova vicino all’operatore, il quale vedrà, in un’apposita schermata dello Scada Crew, il video del prosciutto in arrivo con il codice virtuale in sovrimpressione.
“Si tratta di una soluzione semplice per l’operatore, ma tecnologicamente avanzata, che permette di evitare il processo di punzonatura migliorando la leggibilità delle informazioni, l’aspetto del prodotto finale e la velocità di lavorazione”, ha continuato Bizzozero.
La soluzione di virtual labeling ottenuta con l’utilizzo di algoritmi di visione e uso della realtà aumentata ha però anche delle ulteriori potenzialità applicative che i tecnici di ESA Automation, in collaborazione con i clienti del settore, stanno già iniziando a sperimentare.
“Con la soluzione attuale la raccolta del dato viene utilizzata soltanto per l’immagazzinamento del prodotto, ma nel momento in cui l’operatore prende in carico un prosciutto l’accoppiamento tra dato e prodotto viene perso. In futuro immaginiamo invece di continuare a tenere il dato legato al prodotto, sempre grazie al nostro software HMI che potrebbe, per esempio, trasmettere le informazioni a un sistema di immagazzinamento automatizzato”, ha concluso Bizzozero.