Il tramonto del 2024 è stato costellato da eventi importanti. La ripresa post agostana ha visto l’annuale convegno di Cernobbio e l’assemblea di Confindustria, tanto per citarne qualcuno di grande risonanza anche mediatica. Il mondo imprenditoriale si è confrontato con sé stesso nei consessi associativi, con la politica, con l’imprenditoria estera. Si è discusso, pianificato, valutato, approfondito, osservato e alla fine all’imprenditore restano le decisioni. Soprattutto all’imprenditore a capo di quelle migliaia di PMI che formano la colonna dorsale dell’economia italiana. Decisioni che determineranno l’anno che verrà. Le cose non vanno benissimo. Anche se i numeri e le macro analisi collocano la disoccupazione in calo, leggero ma calo, e il settore dell’automazione industriale in Italia nel 2024 ancora con un trend di crescita, i segnali di rallentamento rispetto agli anni precedenti sono tutti lì da vedere. Il comparto dell’automazione industriale nel 2023 ha raggiunto un valore di circa 8 miliardi di euro, con una crescita del 14%. Questo incremento è stato sostenuto dalla forte domanda interna per la digitalizzazione e l’automazione dei processi produttivi, in particolare nei settori della meccatronica, dei sistemi di controllo e del software industriale. Ma i risultati del 2024 si prospettano più incerti. Fattori globali come le tensioni geopolitiche e le politiche monetarie restrittive, che stanno influenzando la domanda internazionale e la gestione delle forniture, non lasciano il settore indenne. Ma gli investimenti proseguono, aiutati anche da piani di incentivazione come il Piano Transizione 5.0, che mira a stimolare l’adozione di tecnologie avanzate quali il 5G e l’intelligenza artificiale, così importanti per il mantenimento della competitività dell’industria italiana. La crescita industriale italiana complessiva nel 2024 è prevista moderata, con un aumento stimato dello 0,9% e un miglioramento leggero nel 2025, quando dovrebbe raggiungere l’1,1%. Questo andamento riflette una fase di rallentamento rispetto agli anni precedenti, influenzata dall’inflazione e dall’alto costo del credito. Ma alcuni settori, come quello delle esportazioni e degli investimenti legati al Pnrr, continueranno a sostenere l’economia italiana. Si prevede che nel 2025 diversi settori industriali in Italia e in Europa proseguano una certa crescita grazie a una combinazione di investimenti pubblici, transizione verde e digitale, e ripresa economica globale. Per quanto riguarda l’automazione industriale, e di conseguenza la digitalizzazione dei processi produttivi, che marcia spedita e in parallelo, continuerà a crescere, grazie anche alla sempre maggiore diffusione di tecnologie avanzate, alla sempre maggiore pervasività dell’IA e al metaverso industriale. Dicevamo però della solitudine dell’imprenditore, che è l’ultimo della filiera delle analisi e delle discussioni. È lui che ha l’ultima parola sugli investimenti che devono essere ragionati e ragionevoli, devono puntare allo sviluppo e alla qualità, devono mantenere i ritmi produttivi e devono coinvolgere tutta la filiera produttiva e tutti gli attori che concorrono alla creazione di un prodotto o di una soluzione. Il mondo industriale si evolve a velocità siderali. Ma quello che non si evolve così velocemente è l’uomo. Non venitemi a dire che c’è l’AI. Certo che c’è e aiuterà tantissimo, ma è l’uomo che orienta l’intelligenza artificiale e non viceversa. Dunque un investimento dal sicuro ritorno è quello nella formazione. Corsi, apprendimenti, approfondimenti, letture e tutto ciò che sviluppa la materia grigia del lavoratore ha un riflesso certo sulla produttività. Quello è un investimento che l’imprenditore dovrà sempre tenere in considerazione, per poi poter contare su collaboratori più preparati, aggiornati, colti. Per essere meno solo nei momenti delle decisioni. Per poter affrontare l’anno che verrà nel modo migliore possibile.