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Un sensore ‘indossabile’ per le pianteERT

Un sensore indossabile pensato per le piante apre la strada a un futuro più sostenibile e sicuro in campo alimentare

“Non è magia, ma la scienza che fa passi avanti per garantire un approvvigionamento alimentare più sicuro e salutare per tutti” esordisce Steffan Black, esperto di ZenShield (www.zenshield.com), illustrando i risultati conseguiti dai ricercatori dell’Università di San Paolo(USP) e dell’Università Federale di Viçosa (UFV), in Brasile: un sensore sostenibile quanto efficace, capace di rilevare i pesticidi dannosi presenti sulle superfici di frutta e verdura. Progettato per essere posizionato direttamente sui prodotti, presenta un design ecocompatibile in quanto composto principalmente da acetato di cellulosa, un materiale naturale estratto dalla polpa di legno, combinando così economicità, rilevazione rapida, miniaturizzazione, produzione su larga scala e praticità, e promettendo di guidare il cambiamento verso un futuro più salutare nell’industria agricola. A differenza degli strumenti più utilizzati per l’analisi dei pesticidi, questo sensore ne consente il rilevamento ‘sul posto’, ovvero direttamente sulla buccia o sulle foglie dell’alimento; inoltre, l’uso di acetato di cellulosa evita la produzione dei rifiuti pericolosi derivanti dall’uso di solventi organici. Fra i maggiori vantaggi offerti dalla soluzione, non mancano quelli economici: questo dispositivo risparmia risorse riducendo la necessità di costose attrezzature da laboratorio e analizzatori professionali. Inoltre, la rilevazione è rapida: il sensore fornisce risultati precisi in tempo reale, bastano infatti pochi secondi per avere il ‘responso’. Adatto a qualsiasi scala, che si tratti di una mela o di un intero frutteto, il dispositivo si dimostra molto versatile, oltre che ecologico. “I pesticidi sono stati a lungo un male necessario nel percorso ‘dalla fattoria al piatto’: questi sensori offrono un metodo di controllo doppio, consentendo anche ai consumatori stessi di verificare gli acquisti di frutta e verdura, anche senza una formazione specifica” prosegue Black. “Contribuisce dunque a innalzare gli standard della qualità alimentare: man mano che questi sensori entreranno nell’uso comune, la loro presenza aumenterà gli standard di sicurezza alimentare e le aspettative dei consumatori. L’usabilità e l’accessibilità del dispositivo, poi, consentiranno a tutti noi di prendere decisioni più intelligenti e salutari riguardo al nostro consumo alimentare. Non sottovalutiamo il ‘potere della conoscenza’, soprattutto quando riguarda la sicurezza del ciò che mettiamo sulle nostre tavole” conclude Black. Dopotutto, il cibo che mettiamo nel piatto non merita un controllo di alto livello?

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