L’Industria 4.0, per l’economia globale e fino al 2022, ha un potenziale di crescita annuale a valore fino a 1,5 trilioni di dollari (Fonte: Forbes) e può crescere con un incremento del 700%. In Italia, tra il 2016 e il 2017, le imprese hanno aumentato dell’11% le spese per macchinari, apparecchiature elettriche ed elettroniche e nel complesso sono stati spesi 80 miliardi di euro per l’Industria 4.0, effetto dato dal combinato disposto di superammortamento, iperammortamento e Sabatini Ter (agevolazioni per acquisti di macchinari, impianti produttivi, hardware e software).
Sebbene nelle aziende italiane il piano di sviluppo delle nuove tecnologie sia partito in ritardo rispetto agli altri paesi europei, da subito è stato apprezzato perché credibile, con obiettivi chiari e ambiziosi ma raggiungibili. L’ambito applicativo più frequente è quello della produzione seguito dalla logistica e, conseguentemente, i risultati più significativi della digitalizzazione dei processi riguardano la riduzione dei costi di produzione e consegna, oltre al più generale miglioramento della qualità dei servizi.
In Italia, per usufruire delle agevolazioni fiscali previste dal piano Industria 4.0, le aziende devono produrre una dichiarazione del Legale Rappresentante. Per ciascuno dei beni che hanno un costo di acquisizione superiore ai 500.000 euro, inoltre, devono presentare una perizia tecnica giurata rilasciata da un tecnico iscritto al proprio albo professionale o da un ente di certificazione accreditato – come TÜV Italia – che attesti che il bene acquistato possiede caratteristiche tecniche tali da poter essere inserito tra quelli indicati negli allegati A e B, oltre ad essere interconnesso al sistema di gestione aziendale della produzione o alla catena di fornitura.
“La principale difficoltà che ci troviamo spesso ad affrontare – spiega Alberto Macchi, Business Line Manager Direttiva Macchine di TÜV Italia – è nella fase di quotazione in quanto il cliente, soprattutto medio-piccolo, conosce solo marginalmente i requisiti della Legge 11 dicembre 2016, nr. 232. Per questo motivo risulta complicato riuscire a reperire le informazioni necessarie per poter dimensionare correttamente la nostra attività. Spesso, infatti, il cliente non ha nemmeno idea di quali beni/attività possono rientrare nel campo d’applicazione I4.)”.
TÜV Italia, per agevolare le aziende all’ottenimento di queste agevolazioni, ha sviluppato un servizio ad hoc, di verifica della conformità ai requisiti richiesti dalla Legge di Bilancio 2017, sia per usufruire dell’iperammortamento al 250% per beni materiali strumentali nuovi, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale in accordo al modello Industria 4.0 secondo l’allegato A, sia per accedere al superammortamento al 140% per i beni immateriali strumentali secondo quanto previsto dall’Allegato B.
Per le aziende, anche medio-grandi, la grossa difficoltà è definire un progetto di interconnessione che risponda ai requisiti legislativi. Molte volte questo aspetto viene sottovalutato in fase iniziale anche se poi si rivela il “cuore” del progetto. L’interconnessione tra il “mondo macchina” e il gestionale aziendale, per molte aziende, è ancora oggi un’area grigia, poiché spesso non possiedono le competenze interne per poter andare ad interpretare i requisiti legislativi.
“TÜV Italia è impegnata a migliorare la situazione, ad oggi ancora in fase embrionale – conclude Macchi – e con la nostra divisione Akademie, impegnata nel settore della formazione, stiamo iniziando a valutare la possibilità di creare training per “manager dell’innovazione” ed eventualmente rilasciare una certificazione delle competenze. Il nostro obiettivo è quindi creare qualcosa di concreto per l’inizio del 2019”.