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Torna a crescere a febbraio la fiducia delle imprese manifatturiereERT

Secondo l’indagine condotta dall’Isae, dal giorno 1 al giorno 16 del mese su un panel di circa 4.000 imprese il clima di fiducia del settore manifatturiero ed estrattivo, considerato al netto dei fattori stagionali, torna a crescere a febbraio, portandosi a 95,4 (da 94,7) recuperando così parzialmente la caduta registrata lo scorso mese. Si ridimensionano ancora lievemente i giudizi sullo stato attuale del portafoglio ordini, che si confermano negativi per il secondo mese consecutivo, ma si stabilizzano le scorte di magazzino e tornano a crescere le attese di produzione. L’aumento della fiducia riguarda tutti i principali comparti produttivi ed è particolarmente intenso nei settori dei beni di consumo e negli intermedi, dove l’indice aveva registrato una brusca flessione lo scorso mese: in particolare, l’indice sale da 94,8 a 97,5 nei beni di consumo e da 92,4 a 93,2 negli intermedi, rimanendo comunque in entrambi i casi al di sotto del livello dello scorso dicembre. L’indicatore continua inoltre ancora a salire – seppur moderatamente – nei beni d’investimento (da 97,9 a 98) portandosi sui massimi da ottobre 2006.

Il miglioramento della fiducia registrato nella media nazionale si diffonde in modo piuttosto omogeneo nelle varie ripartizioni geografiche: nel Nord Ovest l’indice passa da 93,9 a 95,1, nel Nord Est da 92 a 93,4, nel Centro da 97,4 a 97,6 e nel Mezzogiorno da 96 a 97,9 attestandosi in quest’ultimo caso sui massimi dallo scorso agosto.

I giudizi sul livello del portafoglio ordini si confermano negativi per il secondo mese consecutivo, scendendo in termini di saldo da -2 a -3, sui minimi dalla scorsa primavera: tuttavia, il saldo relativo alla sola componente interna della domanda si conferma pari a –6, mentre quello relativo agli ordini esteri recupera da -8 a -5. Tornano a salire anche i giudizi sui livelli produttivi (da -3 a 0) e il livello della liquidità disponibile per le esigenze operative (da 37 a 38); le scorte di magazzino, dopo i segnali d’accumulo registrati alla fine dello scorso anno, si riportano a 5 (da 6) in termini di saldo, al di sotto dei livelli medi dell’ultimo quinquennio.

Migliorano nettamente a febbraio le attese relative all’andamento sia di domanda e offerta sia dell’economia italiana in generale, in un quadro caratterizzato anche dalla presenza di minori tensioni dal lato dei prezzi. In termini di saldo, le aspettative sugli ordini salgono da 18 a 20, quelle sulla produzione da 17 a 20, quelle sulla liquidità da 1 a 2 e quelle sull’occupazione da 1 a 3; diminuiscono inoltre quanti scontano per i prossimi 3 mesi un aumento dei listini di vendita (da 17 a 16 il saldo) e migliorano le attese generali sulla situazione dell’economia italiana (da -3 a -1).

Il miglioramento delle aspettative caratterizza soprattutto i produttori di beni di consumo ed intermedi, mentre le attese sono più prudenti nei beni d’investimento (dove i saldi sugli andamenti correnti si situano già su livelli relativamente elevati). Più nel dettaglio, nei beni d’investimento il saldo relativo alle aspettative sugli ordini scende da 26 a 21, quello sulla produzione da 27 a 25 e quello sull’occupazione (da 8 a 7); sono stabili (a 0) le aspettative sulla liquidità, recuperano quelle sulla situazione economica dell’Italia (da 0 a 2) e scendono (da 17 a 13) quelle sui prezzi di vendita. Nei beni di consumo, salgono le aspettative sugli ordini (da 19 a 20 in termini di saldo) sulla produzione (da 19 a 20), sulla liquidità (da 4 a 5) e sull’occupazione (da -3 a 0) e scendono quelle sui prezzi di vendita (da 16 a 15); stabile infine (a 2) il saldo relativo alla situazione economica generale del paese. Nei beni intermedi, infine, migliorano le aspettative sugli ordini (da 12 a 18), sull’occupazione (da 1 a 3), sulla liquidità (da 2 a 3) e sulla situazione generale dell’economia (da -3 a -1), ma si ridimensionano leggermente quelle sulla produzione (da 20 a 19).