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Terzo trimestre 2007: crescono gli ordini di macchine utensili (+13,6%)ERT

Nel terzo trimestre 2007, l’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produre, ha registrato un incremento del 13,6% rispetto allo stesso periodo del 2006, attestandosi a un valore dell’indice pari a 68,6 (base 2000=100).

Il risultato, seppur positivo, non è completamente soddisfacente. A fronte del proseguire del buon andamento del mercato estero, il mercato interno, evidenzia, infatti, un certo rallentamento rispetto ai trimestri precedenti.

In particolare, gli ordini raccolti dai costruttori sul mercato domestico sono cresciuti solo dell’1,8% per un valore assoluto dell’indice pari a 34,1. Tale dato si confronta oltretutto con quello non brillante registrato nel periodo luglio-settembre del 2006.

Sul fronte estero, invece, prosegue il trend positivo degli ordinativi che risultano in crescita del 21,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In virtù di questo incremento, il valore assoluto dell’indice raggiunge quota 107,5, valore record per il terzo trimestre dell’anno.

A livello complessivo, nei primi nove mesi dell’anno in corso, l’indice totale degli ordini ha registrato un incremento del 21,2% rispetto allo stesso periodo del 2006, in virtù del positivo riscontro sia del mercato domestico (+23,4%), sia di quello straniero (+20,3%).

“Il rallentamento degli ordinativi raccolti dai costruttori italiani sul mercato interno – ha affermato Alberto Tacchella, presidente Ucimu-Sistemi per Produre – non è sicuramente un segnale positivo. Esso è sintomo della debolezza del mercato domestico che non riesce a recuperare il terreno perso negli anni di crisi”.

“Questo fenomeno può diventare ancora più preoccupante se si considera che stasi negli investimenti di sistemi di produzione significa arretramento tecnologico dell’industria italiana nei confronti dei competitor stranieri e, quindi, perdita di competitività del paese nel contesto globale”.

“Ecco perché – ha continuato Tacchella – Ucimu-Sistemi per Produre si è subito schierata contro il provvedimento, per la verità ora rimesso in discussione, inserito in finanziaria che prevede di eliminare l’opportunità di deduzione dal reddito di ammortamenti anticipati e accelerati per i beni materiali”.

“Anche a seguito delle nostre segnalazioni alle istituzioni politiche ed economiche, le autorità di governo propongono “ammortamenti leggeri”. Si tratta però – ha affermato il presidente di Ucimu-Sistemi per Produre – di una scelta che porterà sicuramente restrizioni alle imprese che, invece, hanno bisogno di tutti gli strumenti utili ad agevolare il confronto sul mercato internazionale”.

“La nostra richiesta è volta a ottenere gli ammortamenti liberi per i beni di investimento, unico meccanismo in grado di sostenere realmente i consumi su un mercato affaticato come è attualmente quello domestico e a incentivare l’ingresso di tecnologie sempre più avanzate”.

“Allo stesso modo – ha concluso Tacchella – i costruttori di macchine utensili, robot e automazione guardano con estrema diffidenza e contrarietà al provvedimento inserito in finanziaria che stravolge la disciplina di deducibilità degli interessi passivi dal reddito di impresa, introducendo un nuovo limite decisamente più stringente rispetto al passato”.

“In questo modo si penalizza nuovamente l’impresa, prevalentemente quella medio piccola che, proprio in ragione delle limitate dimensioni, si appoggia agli istituti creditizi per ottenere liquidità utile allo sviluppo della propria attività. Il meccanismo innescato da questo provvedimento non potrà che favorire tutte quelle distorsioni del sistema industriale italiano che tanto tutti noi stiamo cercando di combattere poiché in contrasto con il principio, ormai imprescindibile, della crescita dell’impresa”.