Se fino a poco tempo fa il significato del termine ‘domotica’ era poco noto al pubblico, oggi anche la gente comune sa che con esso si intende fondamentalmente l’integrazione impiantistica degli edifici. Gli impianti elettrico, termoidraulico, di sicurezza e antintrusione, di gestione automatica di porte e finestre, di collegamento a Internet, fino ai sistemi audiovisivi e di trasmissione dati, dunque, vengono fatti ‘dialogare’ fra loro e interagire per soddisfare al meglio i desideri dell’utenza, assicurando un maggiore comfort ambientale. Inoltre, questi sistemi ‘intelligenti’ offrono maggiore flessibilità nella gestione degli edifici (civili, industriali e del terziario) e favoriscono il risparmio energetico.
Superato un periodo di scetticismo e stasi nei confronti del fenomeno, anche l’Italia sembra ora seriamente interessata a soluzioni di building automation di questo tipo. Questo è ciò che è emerso in occasione della seconda edizione della ‘Settimana della Domotica’, mostra convegno tenutasi a Modena lo scorso giugno, organizzata da ProMo in collaborazione con DemoCenter e con ordini e collegi di professionisti coinvolti in materia, nonché di associazioni e imprese di settore. La manifestazione si proponeva da un lato di sensibilizzare gli operatori pubblici e privati sui vantaggi della domotica e sulle possibilità applicative concrete che essa offre già oggi; all’altro tramite seminari voleva dar modo a progettisti, installatori e operatori della filiera edile di conoscere, da un punto di vista tecnologico e prestazionale, le diverse soluzioni domotiche oggi presenti sul mercato a livello internazionale. Ai convegni, inoltre, si affiancava l’attività del Laboratorio di Domotica, esteso su una superficie di 300 m2. Tramite prove sul campo e dimostrazioni pratiche, esso si proponeva di aggiornare le conoscenze tecnologie dei visitatori, punto divenuto ormai strategico per la realizzazione di complessi abitativi flessibili, sicuri e facili da gestire. Il laboratorio presentava soluzioni tecnologiche di imprese differenti operanti nel campo dell’home automation e dell’intelligent building, riproducendo un appartamento e un ufficio dotati di impianti integrati. Diversi box espositivi mostravano le tecnologie proposte dalle aziende, mentre uno spazio a parte era dedicato alle apparecchiature per anziani e disabili.
Il punto su EIB
Per quanto concerne l’attività convegnistica dell’evento modenese, gli standard EIB, con ‘l’erede’ Konnex, e LonWorks sono stati i protagonisti delle prime due giornate della manifestazione. Espressione nazionale di Eiba (European Installation Bus Association) International, che riunisce i costruttori di materiali e componenti per l’installazione elettrica, Eiba Italia raggruppa le aziende del settore attive nel Belpaese. Suo scopo principale è favorire la diffusione del protocollo Eibus, il sistema standardizzato per l’automazione degli edifici impiegato e sostenuto in Italia da ABB elettrocondutture, BTicino, Gewiss, Hager Lume, Siemens e Vimar. “EIB è uno standard europeo nato in Germania circa 12 anni fa”, ha affermato Giuseppe Saviola di ABB. “Oggi viene utilizzato da circa 130 aziende che detengono nel loro insieme circa il 60% del mercato europeo dell’installazione elettrica. In Italia le imprese aderenti sono solo 6, ma ci attendiamo un rapido incremento del loro numero una volta conclusa ufficialmente la ‘convergenza’ verso Konnex.” Sì, perché recentemente le associazioni rappresentanti delle tre diverse tipologie di bus per la building automation, Eibus, Batibus ed Ehsa, hanno deciso di ‘convergere’. In tal modo, i prodotti sviluppati dai differenti costruttori risultano interoperabili e contengono il meglio delle funzionalità di ognuno dei tre standard. L’associazione fornisce ogni informazione utile su EIB, favorisce le attività di formazione e contribuisce allo sviluppo normativo e alla standardizzazione della tecnologia. I prodotti conformi sono marchiati e certificati a dimostrazione della loro apertura e indipendenza dal produttore, nonché a garanzia di compatibilità con le normative europee. I punti di forza su cui l’associazione conta per battere la concorrenza sono costituiti dalla presenza di un set di strumenti informativi disponibili per la configurazione e la messa in opera del sistema, nonché di manuali pratici e sistemi software per fissare i parametri dei prodotti in modo da semplificare la messa in opera.
La configurazione minima di un sistema EIB comprende un alimentatore, un pulsante e un terminale d’uscita (un relè con l’elettronica EIB); è poi possibile inserire svariati elementi come quelli di termoregolazione, controllati da un PC o da un termostato a secondo delle diverse esigenze dell’utenza e della complessità dell’impianto. E’ altresì possibile collegare apparati di controllo e regolazione dell’illuminazione, sistemi di motorizzazione per tende e tapparelle, di ottimizzazione del consumo energetico, d’allarme contro intrusioni o fughe di gas e quant’altro. Questa gestione centralizzata facilita la supervisione, quindi la manutenzione, dei diversi impianti, permettendo la rilevazione immediata dei guasti. Il software di supervisione gestisce inoltre le temporizzazioni, senza escludere la possibilità di interventi manuali, direttamente sull’hardware di sistema. E’ anche possibile la rilevazione di grandezze analogiche tramite PC, in base alle quali regolare in automatico l’attività dell’impianto. Si può, inoltre, abilitare l’accesso via TCP/IP a Internet e impiegare reti Isdn e Adsl o connessioni Wap per il collegamento al Web e la visualizzazione dei sistemi in remoto o l’attivazione di servizi di teledomotica. L’installazione di EIB si basa sugli stessi principi validi per la rete elettrica; occorre un solo tool di configurazione, ossia il software ETS commercializzato dall’associazione stessa, per la messa in servizio.