E’ possibile impiegare qualsiasi mezzo trasmissivo, dal classico doppino, alla fibra ottica, al cavo coassiale, alla radiofrequenza e alle onde convogliate. Sono anche presenti sul mercato gateway per la connessione ad altre reti quali Profibus ed Ethernet. Per quanto concerne l’operatività in campo, Michele Pandolfi di Gewiss ha illustrato le soluzioni adottate nell’azienda vinicola ‘La Caminella’, dove il sistema domotico controlla le luci interne ed esterne, le tapparelle e l’impianto d’irrigazione; in seguito, Davide Fabris di Vimar ha trattato il tema dei costi. “Se è vero che la spesa da affrontare è abbastanza alta”, ha affermato, “il risparmio è comunque assicurato.
La tecnologia Eibus si monta facilmente, senza bisogno di utilizzare chilometri di cavo e senza problemi di collegamento. Si risparmia quindi nel cablaggio e nella manodopera d’installazione”. Per Saviola il costo della domotica incide sul totale di un’abitazione per lo 0,5%. Infine, il produttore di elettrodomestici Elettrolux ha ultimamente dato vita al progetto Live-In, per cui i suoi prodotti vengono connessi in rete tramite lo standard EHS v 1.3a (A-Mode) ad onde convogliate. Questo permette l’attivazione di servizi pay-per-use, come già avviene in alcuni paesi europei quali la Svezia. A Gotland dal 1999 alcuni utenti non pagano le macchine, bensì i cicli di lavaggio e il consumo di corrente. In Italia, invece, è attualmente in corso una sperimentazione realizzata grazie alla partnership con il fornitore di cucine Snaidero. L’utente compra l’elettrodomestico intelligente in grado di colloquiare su rete EHS e gli viene anche consegnato un controllore, LCC (Live-in Central Controller). La macchina può inviare messaggi di controllo, allarmi, fornire consigli di lavaggio e gestire i cicli, a seconda delle fasce di consumo elettrico, evitando sovraccarichi. E’ anche previsto un collegamento via modem verso l’esterno per realizzare la manutenzione da remoto. Per ora Elettrolux intende provare quanto questi sistemi siano effettivamente richiesti dal mercato e quale sia la risposta effettiva dell’utenza italiana, dato che si tratta di soluzioni costose. L’esperimento coinvolge circa 50 famiglie e durerà un anno.
Unificazione in vista
Il nuovo standard della convergenza KNX, Konnex, vuole sfruttare le caratteristiche di maggior pregio dei tre fieldbus che integra: il francese Batibus, nato principalmente per essere utilizzato su doppino; il tedesco Eibus, progettato come tecnologia cablata; ed Ehsa, pensato per implementazioni varie e sviluppatosi a partire dal progetto Esprit. “La soluzione intende rispondere alle esigenze di svariati soggetti”, ha specificato Enrico Patriarca, vice presidente di Eiba Italia, “quali system integrator attivi nel campo della home e building automation; installatori elettrici soprattutto impegnati nell’ambito dell’abitazione privata; installatori di sistemi Hvac e di sicurezza; nonché operatori del mercato consumer. Sono tre i punti cardine della nuova tecnologia: certificazione dei prodotti, dove i parametri sono sostanzialmente rimasti quelli validi per EIB con alcuni ampliamenti; corsi e servizi di formazione; un solo software, ETS, quale unica piattaforma di riferimento per la configurazione e la messa in esercizio del sistema, nonché per lo sviluppo di altri componenti”, egli ha concluso. A livello orizzontale la tecnologia intende inglobare le funzioni specifiche dei tre standard da cui nasce, rispondendo efficacemente alle diverse richieste del mercato; a livello verticale, invece, deve poter comunicare con reti di livello superiore (anche Bacnet) e permettere la teledomotica (anche wireless). Konnex utilizza gli stessi mezzi trasmissivi di EIB, in particolare le onde convogliate, utili per applicazioni Hvac, e la radiofrequenza, di più recente introduzione. In tal modo, previa autorizzazione, è possibile trasferire le informazioni raccolte nell’edificio all’esterno tramite un residential gateway, l’apparecchio che fa da ponte fra interno ed esterno di un’abitazione, sfruttando la rete elettrica o quella telefonica.
“I lavori per la convergenza sono partiti nel 1996 e tre anni dopo è nata l’associazione Konnex; oggi vi aderiscono oltre 200 aziende”, ha sottolineato Patriaca. “All’inizio di quest’anno, infine, è stata lanciata l’ultima versione ufficiale di KNX.” I sistemi di configurazione disponibili per questa tecnologia sono tre: System (S)-Mode, per cui occorre impiegare il software ETS, adatto a impianti di media-grande dimensione e per progetti complessi; Easy (E)-Mode, dove la progettazione non avviene via software ma è predeterminata, in ufficio, con possibilità di inserire controllori o touch panel che rimangono sull’impianto come unità di controllo e supervisione; Automatic (A)-Mode, plug & play, con dispositivi già preconfigurati, per utilizzi privati. In questo caso le funzioni sono prestabilite e vi è minore flessibilità di utilizzo, tuttavia la configurazione è a portata di tutti. Si indirizza al mondo dell’elettronica di consumo, con installazione da parte dello stesso utente finale. Tutte le tre modalità sono visibili da ETS; esso è in grado di leggere sempre l’indirizzamento delle componenti, in modo da facilitare le operazioni di ampliamento del sistema.