Si è appena concluso il Tech Plus Day 2016, un evento che è nato dalla convergenza di MC4 (Motion Control for) con ITE (Industrial Technology Efficiency Day). Questa giornata dedicata alla tecnologia, che si è svolta nel Centro Congressi di Bologna, ha consentito di approfondire lo stretto rapporto che intercorre tra il modo degli azionamenti industriali e quello dell’efficienza energetica. Infatti, il motion control e i motori elettrici hanno un ruolo di primo piano nei consumi energetici dell’industria e, di conseguenza, possono avere un’importanza primaria nel fare efficienza energetica. Questi argomenti sono stati approfonditi nella mostra e nei convegni del Tech-Plus Day e, in particolare, nel corso della sessione plenaria, che è stata moderata da Michele Santovito di Assoege, con l’intervento di numerosi rappresentati delle istituzioni, delle imprese e dell’università.
Gli interventi della sessione plenaria del Tech Plus Day sono partiti con il contributo Paolo Cagnoli di Arpae, che ha sottolineato come la ‘Regione’ Europea rischi di essere fortemente penalizzata a livello globale per la lentezza della burocrazia e per la farraginosità delle procedure autorizzative. Occorre velocità anche nel settore energia e le istituzioni possono cominciare mettendo a disposizione di tutti le informazioni che possiedono, per esempio quelle sui bilanci energetici, in modo che sia possibile trarre degli insegnamenti da chi è stato più innovativo.
Il prossimo ‘Piano Energetico’ della regione Emilia Romagna stimolerà l’utilizzo delle rinnovabili e, in particolare, cercherà di favorire l’utilizzo di biomasse. In termini di risorse economiche, per questa regione si tratta del secondo piano più finanziato, dopo quello delle attività produttive. Nel Piano Energetico, la Regione Emilia Romagna si è impegnata ad agevolare le imprese attraverso uno snellimento delle autorizzazioni e, in particolare, saranno semplificate e rese più veloci le procedure necessarie per le nuove imprese.
Daniele Ranieri di Enea ha illustrato al Tech Plus Day l’importanza delle diagnosi energetiche (come sono previste dal D. Lgs 102/14) e dell’attività che l’ente svolge a supporto delle istituzione e delle aziende. I dati provenienti dai controlli e dalle diagnosi energetiche sono inseriti in una banca dati e sono la base per redigere un rapporto, che sarà un importante strumento per le istituzioni del nostro Paese. Con lo strumento dell’audit energetico, sono proposte delle linee guida e vengono consigliati degli interventi che per le aziende sono facoltativi, ma che permettono di ottimizzare i processi, riducendo l’impronta ambientale e i costi. Quest’anno Enea ha prodotto 14.000 diagnosi, che saranno ripetute tra 4 anni e che permettono alle aziende di migliorare l’approccio nei confronti dell’efficienza energetica.
Un macchinario può essere efficiente nella misura in cui è efficace la manutenzione a cui è sottoposto. Graziano Perotti, di Assoeman, ha spiegato l’importanza della cultura della manutenzione e della formazione continua del manutentore (come da norma Uni En 15628). Il manutentore opera sull’impianto e può gestire la manutenzione preventiva, che è sinonimo di efficienza energetica. Assoeman, con le sue pubblicazioni e con i corsi di formazione che organizza, si prefigge proprio di sviluppare la cultura del manutentore.
Le Esco, o Energy Service Company, sono le società che hanno la ‘missione’ di fornire i servizi utili per tradurre in realtà i concetti di risparmio energetico ed efficienza energetica. Antonio Ciccarelli di Assoesco ha chiarito come la possibilità di rivolgersi alle Esco permetta alle aziende di esternalizzare l’efficienza energetica: la Esco può fare un audit, implementarlo e curarne il finanziamento. Chi produce sistemi motion può vendere un prodotto efficiente utilizzando un approccio di tipo Esco, differenziandosi dalla concorrenza. Nell’ambito dell’automazione, i produttori di azionamenti e di sistemi di motion potrebbero trarre vantaggio dal proporre le loro soluzioni insieme con una Esco, che può fare in modo che la soluzione offerta tragga più facilmente beneficio dagli incentivi istituzionali per il risparmio energetico.
La misura delle grandezze che caratterizzano i processi produttivi è un aspetto fondamentale dell’efficienza energetica e la strumentazione industriale produce delle quantità elevate di dati, che devono essere trasformati in informazioni. Enrico Mancin, di Ibm, ha introdotto un elemento nuovo nella filiera dell’informazione: il sistema cognitivo. I Big Data generati dalla Internet of Things possono essere processati solo con le capacità di apprendimento e comprensione automatica dei sistemi cognitivi, come Watson di Ibm. Le capacità cognitive artificiali consentono di estrarre velocemente le informazioni, in modo da poter trarre subito vantaggio dai dati, finché questi hanno valore.
Raccogliere le informazioni dai sensori della IoT, attraverso i sistemi cognitivi, è un’attività che deve mirare a tre obiettivi: raggiungere l’efficienza operativa, massimizzare la conoscenza dei processi e sviluppare nuovi business, cambiando il modo di fare industria. Per questo è nato Watson, che si avvale della potenza dei 12 data center di Ibm nel mondo, fornendo la possibilità di analizzare grandi moli di dati attraverso capacità come: la comprensione del linguaggio umano, l’autoapprendimento, l’analisi dei testi scritti, il riconoscimento automatico di immagini e filmati. Oggi Watson è in grado di operare con lingua inglese, francese e spagnola, ma entro fine anno arriveranno le funzionalità cognitive automatiche in italiano.
L’importanza per le imprese di saper operare con i Big Data è stata confermata anche da Alessio Passalacqua di Produzione Perfetta. Saper raffinare i Big Data, per trasformare i dati in valore e per prendere decisioni efficaci in modo veloce, vuole dire saper fare innovazione. I dati hanno valore solo se sono analizzati e trasformati in informazione e oggi solo una piccola frazione percentuale lo è. Il futuro sarà dominato dalla Iot e a guidare l’analisi dei dati saranno gli ‘algoritmi’ capaci di processarli.
Infine, Dipak R. Pant, economista e antropologo dell’Università Carlo Cattaneo-Liuc, ha fatto un intervento che ha coniugato la razionalità dell’efficienza energetica con l’etica collettiva, trattando della responsabilità sociale di impresa. Pant ha spiegato come avere un approccio sostenibile non significhi essere buoni, ma essere competitivi. Avere un approccio sostenibile vuol dire seguire una strategia per eliminare la ‘discontinuità’, avendo un uso attento dell’energia e rispettando l’ambiente e il capitale umano. Minimizzare la produzione di rifiuti significa ottenere un processo produttivo efficiente ed economico e questo è vero anche per l’uso dell’energia, il cui consumo sostenibile implica vantaggi nella tutela ambientale e nei costi per l’impresa: l’energia più pulita è quella mai consumata.