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	<title>Bess &#8211; Automazione Plus</title>
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		<title>Agricoltura e bilanciamento reti: il Bess come risorsa</title>
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		<pubDate>Fri, 01 Nov 2024 07:00:52 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[ilariadepoli]]></dc:creator>
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		<description><![CDATA[<p>Con l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia anche il comparto agricolo sta vivendo un momento delicato caratterizzato da una contrazione delle attività e dei margini. In questo contesto il settore agricolo sta esplorando in modo crescente ogni possibile innovazione tecnologica su cui investire con lo scopo di attenuare gli effetti negativi del momento [&#8230;]</p>
<p><i>Questo articolo <a rel="nofollow" href="https://automazione-plus.it/agricoltura-e-bilanciamento-reti-il-bess-come-risorsa_161667/">Agricoltura e bilanciamento reti: il Bess come risorsa</a> è stato pubblicato originariamente su <a rel="nofollow" href="https://automazione-plus.it">Automazione Plus</a>.</i></p>
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				<content:encoded><![CDATA[<p>Con l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia anche il comparto agricolo sta vivendo un momento delicato caratterizzato da una contrazione delle attività e dei margini. In questo contesto il settore agricolo sta esplorando in modo crescente ogni possibile innovazione tecnologica su cui investire con lo scopo di attenuare gli effetti negativi del momento e costruire nuovi modelli di business.</p>
<p>Esistono numerosi esempi di tecnologie applicate che riguardano il rilevamento delle condizioni del terreno, l’ottimizzazione dei metodi di coltivazioni, la robotica applicata per lo svolgimento delle mansioni ripetitive ecc. Queste applicazioni hanno un comune denominatore che è <strong>l’energia</strong>, bene fondamentale che, anche in questo settore, sta vivendo rivoluzioni sui modelli di gestione del consumo e dei sistemi di auto-produzione attraverso le <strong>fonti rinnovabili</strong>.</p>
<p><strong>L’evoluzione della green technology</strong> negli ultimi anni ha fatto significativi passi avanti, in particolar modo attraverso batterie sempre più performanti che hanno tracciato la strada per una nuova realtà. Il <strong>Battery Storage, o BESS</strong>, è una soluzione che sta prendendo sempre più piede poiché consente, nelle varie impostazioni, il perseguimento di un futuro più green e sostenibile.</p>
<p>L’Italia rappresenta un territorio su cui investire in questa tecnologia ed è destinato a diventare uno dei principali mercati europei per lo stoccaggio su larga scala. Secondo il Piano Terna 2023, il target complessivo di accumulo di energia installata previsto per il 2030 sarà di 22,5 GW, ovvero circa 70 GWh in termini di capacità. Non solo, poiché i benefici dei BESS possono raggiungere anche il comparto agricolo nazionale.</p>
<h4><span style="color: #ff6600">Il BESS per la regolazione della frequenza di rete</span></h4>
<p>Prima di analizzare come il BESS possa essere uno <strong>strumento di ausilio alla stabilità delle reti</strong> affrontiamo in modo semplificato le problematiche che subiscono le infrastrutture quando la domanda di energia supera la disponibilità istantanea. Sappiamo che l’energia elettrica non può essere stoccata nella normale rete di trasmissione, pertanto, per avere l’equilibrio avremo un certo quantitativo di energia immessa in rete che corrisponderà al quantitativo di energia prelevata da tutte le utenze.</p>
<p>Ciò significa che produzione e consumo devono per forza equivalere. I sistemi di <strong>generazione di energia</strong> (le centrali elettriche) lavorano quindi in modo pressoché istantaneo e proporzionale all’assorbimento istantaneo, andando ad aumentare o diminuire la quantità di potenza per la regolazione dell’equilibrio. La capacità di variazione e copertura della domanda può essere considerata una “riserva” di energia.</p>
<p>Ora consideriamo che la <strong>distribuzione dell’energia</strong> avviene sotto forma di <strong>corrente alternata</strong> con una frequenza precisa (50 Hz per l’Europa). Tanto è più stabile il valore di frequenza, tanto sarà regolare il funzionamento dei carichi annessi alla rete e quindi l’equilibrio tra potenza in ingresso e in uscita. Nel caso di picchi di domanda o sensibile diminuzione può verificarsi un reale scostamento della frequenza di rete che può rispettivamente calare o crescere.</p>
<p>Tanto per dare un’idea di come è predisposta la distribuzione nazionale, la rete normalmente ammette lo 0,1% di scostamento (in più o in meno) del valore nominale di frequenza uguale a 50 Hz. Il discostamento dalla frequenza nominale è dovuto al variare del valore di coppia, ad esempio su un alternatore il quale, a causa di un maggiore assorbimento di energia, subisce un iniziale rallentamento.</p>
<p><a href="http://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy.jpg" rel="lightbox[161667]" title="Agricoltura e bilanciamento reti: il Bess come risorsa"><img class="size-large wp-image-161669 aligncenter" src="http://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy-1024x576.jpg" alt="" width="620" height="349" srcset="https://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy-1024x576.jpg 1024w, https://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy-300x169.jpg 300w, https://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy-768x432.jpg 768w, https://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy-90x51.jpg 90w, https://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy-190x107.jpg 190w, https://automazione-plus.it/wp-content/uploads/sites/3/2024/10/photo-agriculture-3-italy-200x113.jpg 200w" sizes="(max-width: 620px) 100vw, 620px" /></a></p>
<p>Poiché la frequenza è strettamente legata al regime di rotazione dell’alternatore, una rotazione leggermente più lenta del fissato produrrà una minore frequenza: un esempio è quello dei piccoli motogeneratori in cui è avvertibile il rallentamento del motore termico quando si aumenta il carico ossia l’assorbimento dei dispositivi.</p>
<p>Quanto analizzato è il principio in linea teorica del funzionamento della rete precisando che nella realtà le centrali di produzione elettrica sono dotate di sistemi in grado di mantenere i valori di frequenza entro i limiti di scostamento. I gestori dei sistemi di trasmissione energetica, per poter mantenere l’equilibrio, <strong>acquistano riserve di energia sul mercato della “regolazione della frequenza”</strong> dove l’offerta proviene sia dagli enti produttori che da utenti privati.</p>
<p>Tuttavia, la crescente domanda di energia potrà mettere davvero sotto sforzo tutta la rete pur essendo predisposta per mantenere gli equilibri. Se all’inizio del paragrafo abbiamo parlato di “riserva” virtuale, possiamo dire che i BESS possono invece rappresentare <strong>una “riserva” tangibile</strong> quando si parla di equilibrio delle reti, poiché possono essere tranquillamente annessi a rappresentare un crescente back-up.</p>
<h4><span style="color: #ff6600">Un back-up dal settore agricolo</span></h4>
<p>Il settore agricolo si sta rivelando terreno fertile per lo <strong>sviluppo degli impianti di generazione e dei BESS,</strong> pertanto gli agricoltori possono trasformarsi in una nuova figura ed entrare nel mercato di regolazione rendendo disponibile l’energia immagazzinata nelle batterie e creando un nuovo flusso di entrate. Il BESS offre una flessibilità altissima e che consente agli agricoltori di stoccare energia da diverse fonti (solare, eolica ma anche dalla rete o dagli impianti a biomassa).</p>
<p>Ciò rappresenta un grande vantaggio poiché attraverso l’energia autoprodotta e/o stoccata è possibile predisporre strategie di business, sia per il contenimento della domanda (e quindi rendendo la farm molto più sostenibile) come anche per la re-immissione di energia in surplus con conseguente entrata economica che andrà a incidere positivamente sui profitti (seppur di minor entità, ma sempre meglio di niente)</p>
<h4><span style="color: #ff6600">Indipendenza energetica e risposta ai problemi vari</span></h4>
<p>Se l&#8217;energia autogenerata può offrire un <strong>maggiore controllo e visibilità sui consumi</strong> può allo stesso tempo diventare una risorsa preziosa durante le interruzioni di corrente, oppure al caro energia. Tanto o poco che sia sappiamo che le aziende agricole sono fortemente dipendenti da un’erogazione costante di energia dovuta ai numerosi dispositivi utilizzati. Infatti, moltissime aziende agricole non si occupano soltanto di allevamento e coltivazione delle aree esterne poiché sono attrezzate anche per le colture in serra e ad esempio per la trasformazione del latte in prodotti caseari o per la produzione di succhi e vino.</p>
<p>Mungitrici, sistemi di ventilazione, pompe per l’irrigazione o distribuzione dell’acqua o altri sistemi idraulici oltre ovviamente all’illuminazione, devono poter funzionare senza interruzioni e a intervalli precisi. I possibili blackout causerebbero pertanto perdite economiche e il rallentamento o blocco dei processi, mentre attraverso l’adozione dei BESS possono essere garantite le normali attività di produzione. I <strong>sistemi di energy storage</strong> possono inoltre offrire il potenziale per aumentare il consumo di energia senza gravare sulla “bolletta” e quindi dare la possibilità alle aziende agricole di predisporre eventuali sviluppi di nuove attività.</p>
<h4><span style="color: #ff6600">Scegliere la giusta soluzione per il Battery Storage</span></h4>
<p>Sebbene il mercato del Battery Storage sia in rapida espansione, l’aspetto dell’investimento iniziale che (se di una certa consistenza) spesso può rappresentare un freno. Va anche considerato che determinare con precisione il <strong>ROI</strong> di un investimento nell’energy storage è tutt’altro che immediato poiché per il calcolo potrebbero entrare in gioco molte variabili. Inoltre, per effettuare un investimento valido, le aziende agricole dovrebbero considerare come parametro più importante il potenziale di reddito in un arco di tempo più esteso.</p>
<p>Per questo motivo, diciamolo, per una più che giustificabile “fretta di rientrare nelle spese”, vengono sovente preferiti sistemi di capacità maggiore collegati al mercato di regolazione della frequenza dove l’aggregatore fa da tramite, mentre potrebbe risultare alla fine più conveniente investire in un sistema relativamente più costoso ma che richiederebbe poca manutenzione e che inizi fin da subito a contribuire ai profitti.</p>
<p>A livello tecnico in fase progettuale il sistema dovrebbe tenere conto e basarsi su <strong>condizioni specifiche di funzionamento</strong>, ad esempio i fattori ambientali ma anche le esigenze di capacità reali, che comprendano anche l’eventuale surplus di domanda, e naturalmente il rispetto delle normative di installazione. È necessario considerare anche che sono già molti i casi in cui le aziende, non disposte a gestire da sole l&#8217;installazione, cercano un fornitore (già diversi sul mercato attualmente) che si occuperà dell&#8217;intero processo, dalla progettazione del sistema, all&#8217;installazione fino alla manutenzione.</p>
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		<title>Batterie al litio, una guida per orientarsi alla scelta</title>
		<link>https://automazione-plus.it/batterie-al-litio-una-guida-per-orientarsi-alla-scelta_157268/</link>
		<pubDate>Wed, 24 Apr 2024 15:30:53 +0000</pubDate>
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				<content:encoded><![CDATA[<p>Il BESS è una tecnologia oramai collaudata e sono davvero numerose le applicazioni che vedono applicati i sistemi di accumulo, come spiega Roberto Romita &#8211; Industrial Key Account Manager – Industrial Division di <a href="https://sparqtechnology.com/" rel="">Sparq</a>. Tuttavia <strong>quando si parla di energy storage bisogna tenere presente che si tratta sì di batterie, spesso al litio, ma che queste possiedono davvero molti tipi di chimica, e questa chimica ha particolari peculiarità. </strong> Queste peculiarità permettono a ogni batteria di esprimere al meglio le proprie potenzialità ma a determinate condizioni e in un determinato tempo. È quindi di fondamentale importanza sapere quali sono le caratteristiche e il comportamento della cella e della sua chimica al fine di determinare con precisione <strong>quale tipologia è più adatta a una certa applicazione</strong>. I sistemi di accumulo accostati ai sistemi di generazione che sfruttano l’energia rinnovabile, non sono tutti uguali. A seconda della richiesta e della prestazione possono differire, in riferimento alla tipologia di cella e alla composizione, anche di molto. In questo articolo andremo ad affrontare nel dettaglio le caratteristiche della chimica delle celle ricaricabili.</p>
<p>Per quanto riguarda la chimica delle celle si sente spesso parlare di litio e delle sue varie combinazioni con il ferro, il manganese, il nickel il cobalto, ecc…. Va tenuto presente che <strong>per ogni combinazione avremo prestazioni differenti anche in relazione al carico applicato (ovvero a “quanto” chiediamo alla nostra cella) e alle condizioni esterne</strong>. Andiamo ad analizzare e confrontare valori nominali di tensione e corrente, curve di carica e scarica in relazione a valori di tempo e temperatura. Non meno importante è da tenere presente caratteristiche di sicurezza, poiché sono note le problematiche di infiammabilità di alcune tipologie di cella. Inoltre alcune celle devono rispettare i requisiti stringenti ATEX al fine di poter essere impiegate in ambienti a rischio esplosione come anche resistere alla corrosione (e alle eventuali perdite) dovuta al funzionamento in aree gravose. Un fattore chiave per la scelta corretta del tipo di batteria è dato quindi dalla quantità di potenza costante erogabile. Vediamo di seguito le tipologie di chimica andando ad analizzare pro e contro:</p>
<p><strong>Litio Ferro Fosfato &#8211; LiFePO4</strong></p>
<p>Chiamato anche LFP è una tipologia di cella che utilizza come materiale catodico tale chimica. Molto utilizzata nelle applicazioni ESS, l’LFP si contraddistingue per un livello di sicurezza alto grazie a un’abbondante composizione ferrosa e a un elevato grado di stabilità al variare della temperatura. Se confrontato con i valori del NiMH, la densità energetica dell’LFP è mediamente 100-120 Wh per kg. Le celle hanno una tensione nominale di 3,2 V, operano in un range termico compreso fra -20 e 60 °C e sono caratterizzate da un tasso di autoscarica estremamente basso (meno dell’1%). Inoltre la caratteristica di scarica consente alle LFP di mantenere pressoché costante la prestazione fino a circa l’80% della propria capacità (Fig. 1), anche se sottoposte a carichi elevati. Inoltre questa chimica è soggetta ad un invecchiamento più lento indipendentemente dai valori di temperatura rispetto alle altre combinazioni. Ciò permette un tempo di vita superiore ai 10 anni con un ciclo di ricariche (all’80% della capacità – C = 0,8) che può superare le 2000 volte. Queste caratteristiche spiegano chiaramente come l’<strong>LPF è molto indicata per i sistemi ESS dove stabilità e durevolezza sono requisiti essenziali per garantire prestazioni costanti. </strong></p>
<p><strong>Litio Nickel Cobalto Manganese &#8211; LiNiMnCoO2</strong></p>
<p>Saliamo di tensione nominale con 3,7 V e di densità energetica, da 150 a oltre 200 Wh per Kg, con questa cella conosciuta anche come NMC di cui si compone il catodo. Come range di temperatura di esercizio siamo vicini all’LFP con -20 e +55 °C così come un bassissimo tasso di autoscarica (circa l’1%). Se mettiamo a confronto le curve di scarica tipiche di NMC e LFP possiamo notare una quasi replica di comportamento, sebbene l’NMC presenti un livello di scarica più rapido nella prima porzione di capacità (Fig.1). Con un ciclo di ricarica che può raggiungere le 1500 volte (con C =0,8), questo tipo di cella è maggiormente utilizzato nelle applicazioni automotive. <strong>Pur rappresentando una soluzione più performante rispetto all’LFP, va detto che questa chimica presenta un livello di sicurezza inferiore, poiché presenta alcune criticità divenendo più instabile durante la carica ad alte temperature.</strong></p>
<p><strong>Litio Titanato &#8211; Li2TiO3</strong></p>
<p>Abbreviata anche come LTO, questa cella utilizza i nanocristalli di titanato di litio sulla superficie dell&#8217;anodo, ha una capacità di carica più rapida rispetto alle altre celle, ma anche una tensione nominale più bassa, 2,4 V e, ovviamente, una densità di 50-80 Wh per Kg. Nonostante una capacità inferiore rispetto alle LFP e NMC questa chimica consente un range operativo termico ampliato compreso fra -30 e +75 °C e può sopportare per 4-5 secondi un carico di 30 volte superiore alla propria capacità. Dalla curva di scarica si potrebbe dire che, valore di tensione a parte, l’LTO ha ossia una prestazione più costante rispetto all’NMC e più somigliante all’LFP. Ad ogni modo in Fig.1 si può evincere che le caratteristiche sono quasi una via di mezzo fra le precedenti due chimiche analizzate. Sebbene il tasso di autoscarica sia decisamente più elevato e che può arrivare al 10% mensile (ma siamo ben lontani da valori elevati come quelli dell’NiMH), <strong>l’LTO può sopportare un numero di cicli di carica più che triplo rispetto a tutte le altre chimiche del Litio. Come ulteriore punto a favore vi è l’estremo livello di sicurezza che fa dell’LTO la cella più sicura poiché iper-stabile indipendentemente dalle condizioni ambientali.</strong></p>
<p><strong>Litio e cobalto &#8211; LiCoO2</strong></p>
<p>Risaliamo con valori di tensione e densità con questa combinazione catodica detta anche LCO. 3,7 V e fra 150 e 200 Wh per Kg, pongono le prestazioni del Litio Cobalto più vicino all’NMC anche se va fatta una considerazione: sebbene l’LCO abbiano un picco iniziale del tutto simile al Nichel Manganese Cobalto, la curva di scarica è molto meno stabile e al 60% della capacità della cella inizia il calo più deciso delle prestazioni. Questa cella a prestazioni relativamente alte funziona fra i -20 e +60 °C ed è <strong>adatta all’utilizzo intenso dei dispositivi elettronici portatili. Tuttavia l’LCO è caratterizzato anche da una bassa stabilità termica che tende al surriscaldamento al più pericoloso runaway termico una volta raggiunta la carica completa.</strong></p>
<p><strong>Litio nichel cobalto alluminio &#8211; LiNiCoAlO2</strong></p>
<p>Questa cella, l’NCA, possiede il più alto livello di densità energetica con valori che superano i 200 per attestarsi a 260 Wh per Kg. Con una tensione nominale di 3,6 V, questo tipo di batteria ha caratteriste simili anche se di pochissimo inferiori all’NMC e ciò lo si può rilevare dalla Fig. 1: le due curve a confronto indicano un andamento di scarica pressoché parallelo unito a una certa costanza fino a circa l’80% di capacità delle due celle. Questa chimica, con lo stesso range termico operativo delle LCO, pur garantendo alte prestazioni, un tasso di autoscarica relativamente basso (dall’1 al 5% mensile) paga però una quantità di ricariche fra le più basse con circa 5-600 cicli. Come per le NMC onde poter allungare la vita utile di ogni singola cella <strong>è preferibile caricare non oltre il 90% della capacità della batteria. Anche le NCA analogamente alle LCO hanno un’instabilità relativamente alta che, a seguito del runaway termico, può anche dare origine a incendi secondari. </strong></p>
<p><strong>Litio e Manganese &#8211; LiMn2O4</strong></p>
<p>Questa tipologia (LMO) ha in comune alle LCM e LCO la tensione nominale di 3,7 V, mentre presenta un valore di densità energetica più basso compreso fra i 100 e 150 Wh per Kg. La caratteristica principale dell’LMO è quella di fornire molta energia in un tempo ristretto e lo si evince da Fig.1. dove la curva di scarica tende al calo deciso poco oltre il 40% della propria capacità. <strong>Sebbene queste celle siano in grado di sopportare carichi 10 volte superiori per pochi secondi hanno comunque prestazioni inferiori alle celle al Cobalto. Con un range operativo uguale a LCO ed NCA, l’LMO ha un buon tasso di autoscarica che non supera il 5% mensile ma presenta comunque criticità diventando instabile a temperature di carica più elevate. </strong></p>
<p>C’è una chimica perfetta? La risposta è no. Tralasciando le mode del momento, <strong>non vi è un prodotto polivalente proprio perché non esiste una chimica ideale o “più corretta”.</strong> Come abbiamo potuto vedere è necessario valutare non solo la capacità in Ah, la tensione nominale o la velocità di scarica, bensì anche il ciclo di vita utile, il livello di sicurezza che può garantire la cella. Poiché, ad esempio, se a fronte dei requisiti di prestazione elevata sceglieremo determinate tipologie di celle, non è garantito che l’effettiva potenza disponibile può rappresentare la migliore soluzione per alimentare una certa applicazione. Anche la quantità e la frequenza di carica sono fondamentali nella scelta della chimica: sempre per fare un esempio, nel caso di NCM e LCO, ipotizzando un carico &#8211; oltre 1 volta la capacità della cella &#8211; che richiede pertanto cariche più frequenti, avremmo come risultato performance più alte ma una sensibile riduzione della durata utile e quindi una sostituzione anzitempo delle celle. Inoltre, non meno importante, è l’attenta valutazione dell’ambiente in cui andrà ad operare la cella il che anch’esso sarà determinante per la durata utile come anche l’innalzamento del livello di pericolosità dovuto ad alte temperature di esercizio oppure agli ambienti gravosi e/o esplosivi.</p>
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		<title>Nidec Industrial Solutions posa la prima pietra della nuova sede USA</title>
		<link>https://automazione-plus.it/nidec-industrial-solutions-posa-la-prima-pietra-della-nuova-sede-usa_107040/</link>
		<pubDate>Tue, 25 Jun 2019 08:41:19 +0000</pubDate>
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		<description><![CDATA[<p>Nidec Industrial Solutions, la piattaforma commerciale del gruppo Nidec, ha celebrato la posa della prima pietra della nuova sede e dello stabilimento di Brooklyn Heights, Ohio. Il sindaco Mike Procuk e i funzionari locali si sono uniti all’azienda e alla società Geis Builders per celebrare l’inizio dei lavori per il futuro avamposto statunitense di Nidec [&#8230;]</p>
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				<content:encoded><![CDATA[<p><a href="https://www.nidec-industrial.com/it/" rel="nofollow">Nidec Industrial Solutions</a>, la piattaforma commerciale del gruppo Nidec, ha celebrato la posa <strong>della prima pietra della nuova sede e dello stabilimento di Brooklyn Heights, Ohio</strong>. Il sindaco Mike Procuk e i funzionari locali si sono uniti all’azienda e alla società Geis Builders per celebrare l’inizio dei lavori per il futuro avamposto statunitense di Nidec Industrial Solutions.</p>
<p>Oggetto di un <strong>investimento da 10 milioni di dollari</strong>, il nuovo complesso sarà costituito da 67.000 metri quadri di uffici e spazi produttivi. Il progetto prevede la realizzazione di un edificio a tre piani, tre piani di carico e due carroponti da 20 tonnellate con sistemi di controllo firmati Nidec.</p>
<p>Questo nuovo complesso all’avanguardia sarà caratterizzato da <strong>nuove e innovative linee di produzione per encoder e da un’area dedicata all’assemblaggio e al collaudo di BESS e MV Drives</strong>, che opereranno a fianco dei centri di eccellenza dislocati in Italia.</p>
<p>“<em>È un momento molto importante per Nidec Industrial Solutions. </em><em>Sono particolarmente contento di vedere la nostra nuova sede prendere forma e a breve saremo in grado di lavorare tutti insieme in questo nuovo stabilimento, facendo leva sulle nostre competenze, e con la speranza di agire da volano per lo sviluppo dell’intera area</em>” ha dichiarato <strong>Tom Aloor</strong>, Executive VP di Nidec Industrial Solutions &#8211; Americas, <em>“Credo fortemente nel grande potenziale di questo importante investimento, in quanto sono sicuro che ci permetterà di creare un team coeso e un network più ampio, in grado di rafforzare e incrementare la nostra presenza negli Stati Uniti e di consolidare la posizione dell’azienda tra i leader di mercato&#8221;.</em></p>
<p>Molte organizzazioni locali, istituzioni e funzionari del governo hanno avuto un ruolo attivo nello sviluppo di questo progetto. I partner dell’iniziativa includono: Village of Brooklyn Heights, Cuyahoga Heights School District, Jobs Ohio, Greater Cleveland Partnership, Cresco Real Estate.</p>
<p><strong> </strong></p>
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		<title>Le soluzioni Delta alla Fiera di Hannover</title>
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		<pubDate>Tue, 10 Mar 2015 11:36:11 +0000</pubDate>
		<dc:creator><![CDATA[danielagarbillo]]></dc:creator>
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				<content:encoded><![CDATA[<p>Dal <strong>13 al 17 aprile, Delta Electronics</strong> presenterà alla <strong>Fiera di Hannover (stand A49, Padiglione 11)</strong> uno spettro completo di soluzioni per applicazioni di automazione e gestione dell&#8217;energia. Delta risponde così al tema di fondo &#8220;<strong>Integrated Industry &#8211; Join the Network</strong>&#8221; della Fiera di Hannover per la sua edizione 2015, presentando tecnologie intelligenti di automazione industriale, visualizzazione e controllo altamente integrate, sistemi intelligenti di stoccaggio e gestione dell&#8217;energia e un&#8217;infrastruttura per datacenter efficiente sul piano energetico.</p>
<p>Le soluzioni di automazione industriale per impianti e processi industriali includono: automazione della produzione per linee di bevande e imballaggio alimentare; automazione di macchine per sistemi di stampaggio a iniezione e a portale, sistemi di rigenerazione energetica per gru e ascensori.</p>
<p>I visitatori potranno assistere a dimostrazioni dal vivo della nuova soluzione <strong>Scara Serie DRS40L</strong> di Delta, un sistema a braccio robotizzato che migliora la produttività quotidiana fino al triplo in numerosi processi industriali come inserimento, avvitatura, assemblaggio, rivestimento, saldatura, trasporto e imballaggio per i processi di imballaggio relativi a elettronica di consumo, gomma e plastica (disponibile in Taiwan/Cina nel 2015).</p>
<p>Il <strong>sistema intelligente di monitoraggio e gestione</strong> <strong>iPEMSTM</strong> è una soluzione adattabile e customizzabile che integra la tecnologia <strong>IoT</strong> con l&#8217;avanzato <strong>sistema di controllo della visione DVCS</strong> Delta. L&#8217;iPEMSTM permette il monitoraggio di oltre 10 milioni di punti di supervisione in real-time, la visualizzazione a risoluzione ultraelevata con grafica Scada intuitiva e capacità di mining e analisi di big data.</p>
<p>Il <strong>Battery Energy Storage System (Bess)</strong> è una soluzione modulare e flessibile complementare ai sistemi a energia rinnovabile negli impianti smart grid per un&#8217;efficace ottimizzazione dei bilanci energetici negli edifici. Delta presenterà il BESS alla Fiera di Hannover 2015 integrato con sistemi rinnovabili (fotovoltaici), caricabatterie per veicoli elettrici e illuminazione stradale a efficienza energetica.</p>
<p><strong>Delta Energy Online</strong> è una soluzione di <strong>gestione dell&#8217;energia</strong> a livello d&#8217;impresa che risponde alle esigenze delle architetture estendibili di supervisione energetica. Le sue capacità complete di fornitura di dati di consumo energetico real-time e storici, diagnosi efficace e controllo intelligente dell&#8217;uso di energia contribuiscono a raggiungere i target di risparmio energetico.</p>
<p><strong>InfraSuite Datacenter Infrastructure Solutions</strong> è un&#8217;opzione ottimale per implementare &#8220;data center verdi&#8221; attraverso significativi miglioramenti del consumo energetico e dell&#8217;efficienza operativa. InfraSuite include il RowCool da 35 kW raffreddato ad aria di recente introduzione, il RowCool per alte temperature raffreddato ad acqua con capacità di raffreddamento fino a 60 kW per ottimizzare l&#8217;investimento con una singola unità di raffreddamento e il DCIM (Datacenter Infrastructure Management) per il monitoraggio e la gestione completi di data center.</p>
<p>Delta presenterà inoltre il nuovo <strong>UPS trifase a elevata potenza da 500 kVA Serie Ultron DPS</strong> con efficienza c.a-c.a. del 96%, adatto per applicazioni mission critical come telecomunicazioni, produzione e data center e il sistema supersilenzioso <strong>Hybrid Power</strong>, che assicura un&#8217;alimentazione affidabile e senza interruzioni anche nelle aree remote e rurali con power grid inaffidabile o non disponibile, che riduce significativamente l&#8217;Opex, ottimizza l&#8217;uso dell&#8217;energia e abbassa significativamente le emissioni di CO2.</p>
<p>L&#8217;unità di alimentazione telecom <strong>Small Cell</strong> è stata specificamente progettata per supportare le celle radio più piccole delle reti 4G. Essa offre eccellente densità di potenza, funzionamento silenzioso e un design moderno, inserendosi senza discontinuità in ambienti metropolitani e residenziali. I raddrizzatori per telecom che veranno esposti sono dotati di tecnologia avanzata, che permette un&#8217;efficienza maggiore del 97% e un&#8217;eccezionale densità di potenza. Essi permettono di ridurre fino al 7% il consumo di energia del sito, offrendo significativi risparmi Opex.</p>
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