Ad Assago, alle porte di Milano, nella sede di Festo, o meglio Festo CTE (Consulting, Training, Education), si è tenuta la sesta tappa del ‘viaggio’ verso la digitalizzazione iniziato da Festo ormai 3 anni fa, per affiancare clienti, OEM, end user, machine builder nel percorso verso la digital transformation.
Il convegno, dal titolo “Industry 4.0 – La voce di chi produce”, è stato per i partecipanti un’occasione unica per fare il punto sul proprio stato, interrogarsi sul ‘a che punto siamo’ del percorso verso lo smart manufacturing, confrontandosi con chi sta già sperimentando l’uso di soluzioni innovative sul campo con alterni successi e resistenze, condividendo le proprie considerazioni sui risultati conseguiti e le osservazioni sulle difficoltà che si incontrano nell’attivare programmi concreti di digitalizzazione.
Ci parla dell’iniziativa Alessandro Enna, Festo Academy manager, in questo video.
Fra i relatori della giornata molti gli end user, da Pirelli a Eli Lilly, da Ansaldo Energia a Fameccanica, nonché un player d’eccezione del mondo IT come Microsoft, che hanno offerto significativi spunti di riflessione: “Se prima si innovava sul prodotto per conquistare nuovi clienti e fette di mercato, poi sul back-office e l’esperienza d’acquisto, oggi ciò che conta sono i dati e la velocità con cui occorre innovare è crescente” ha sottolinea ha esordito Carlo Moretti, industry principal solution specialist di Microsoft Western Europe. E il tasso di innovazione deve essere costante e concentrato sul servizio.
E se in passato i contatti con il cliente erano radi e per lo più in caso di problemi o guasti, oggi è fondamentale sapere in dettaglio come performa un prodotto, quali sono le prestazioni, come si comporta nel processo, sia per efficientare la supply chain, lato cliente, sia per ottimizzare la progettazione di nuove soluzioni, lato fornitore. Ha quindi proseguito Moretti: “Non dimentichiamo però che il viaggio digitale si percorre su due gambe, da una parte la tecnologia, dall’altro l’uomo, quindi al centro occorre mettere la formazione e la digitalizzazione della conoscenza che deve essere messa a fattor comune”.
Un esempio riuscito di digitalizzazione è stato esposto da Pirelli, che ha in atto quattro progetti di digitalizzazione a livello mondiale che coinvolgono diversi stabilimenti a livello internazionale. In particolare, un progetto è definito ‘smart manufacturing’ ed è legato all’impiego di nuove tecnologie in azienda al fine di aumentare produttività ed efficienza da un lato e la flessibilità dall’altro. Obiettivi questi che si intendono raggiungere grazie a una migliore organizzazione dello shop floor, una programmazione più efficace dell’impiego dei materiali, la reingegnerizzazione delle macchine nell’ottica di velocizzare le operazioni di cambio-formato. “Oggi la produzione è sempre più di nicchia, legata a esigenze estemporanee e con scarsa predittività, per cui per restare competitiva e offrire il massimo della qualità, Pirelli ha dovuto cambiare il modo di lavorare all’interno dei propri stabilimenti” ha raccontato Walter Trinca Colonel, Pirelli manufacturing system and academy manager. I prossimi investimenti e progetti saranno incentrati sull’uso della realtà aumentata per l’engineering e la manutenzione e di soluzioni di additive manufacturing in alcuni impianti”.
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