2020-2024 di crescita per pasta e milling, un mercato che, secondo l’Ipack-IMA Business Monitor realizzato in collaborazione con MECS , vedrà una crescita significativa nel quadriennio 2020-2024 con valori attesi al 3,6%. Tra gli ambiti geografici più promettenti figura l’Africa, che vede un +6,0% per il mercato della pasta, il 7,0% per il riso e un 8,4% di altri cereali. Ma buone performance sono attese anche per Asia e Oceania con un 3,3% in crescita per il mercato di pasta e riso e un 6,1% per gli altri cereali.
In contenuto calo il mercato europeo, con la pasta al -0,1%, riso al -0,6% e un + 3,0% di crescita per la voce altri cereali; voce positiva anche per l’Italia, al + 1,5 previsto, in linea, anche se a una certa distanza, con il positivo +5,2% globale. Superiore quindi ai pur positivi andamenti di riso, al +3,2% e pasta al +2,3%.
Valori importanti che, in milioni di euro, parlano di un mercato globale da oltre 500 miliardi, di cui 315.000 sul fronte riso, oltre 110.000 per la pasta e più di 170.000 per altri cereali.
Pasta, milling e mercato del packaging: un segmento che tiene
In linea con i dati di crescita del comparto, che vedono una sostanziale tenuta con importati performance di alcuni mercati in particolare come Asia e Africa, anche il packaging mostra un segno positivo, nonostante il difficile periodo di ripresa dei consumi condizionati da un quadro macroeconomico complesso.
Le previsioni vedono un Cagr di +0,2% per il periodo 2020-2022 a livello globale, che riporta de facto i prossimi 3 anni ai livelli del 2019, attutendo così l’inevitabile caduta del 2020. Premiata la qualità e l’innovazione delle imprese italiane, attese con performance migliori del mercato, grazie a un CAGR previsto di +1,2% per il periodo 2020-2022.
Abbiamo chiesto a Riccardo Cavanna, amministratore delegato di Cavanna e vice presidente di Ucima (Unione costruttori italiani macchine automatiche per confezionamento e imballaggio), quali novità ci attendono e i prodotti di punta che vedremo a Ipack-IMA 2022. Ci può parlare dei vostri prodotti di punta?
“Senza entrare in dettaglio sul nostro core business (macchine e impianti per il packaging&cartoning alimentare e farmaceutico) approfitto della domanda per affrontare il tema della sostenibilità ambientale che è uno dei nostri nuovi punti di forza.
In realtà il binomio macchine/materiali di imballaggio è sempre più imprescindibile e naturalmente anche in Cavanna siamo sempre più coinvolti nel percorso di ricerca e sperimentazione per la combinazione dei nostri sistemi di confezionamento con i materiali di imballaggio. L’obiettivo è garantire la shelf-life e un livello alto di performance utilizzando i nuovi materiali sostenibili nati dalla green economy. Grazie ad accordi di collaborazione con produttori di granuli, produttori di film e infine converters siamo diventati riferimento di mercato per tutta la filiera.
Giornalmente vengono testati nel nostro laboratorio prove nuovi materiali sia riciclabili che compostabili per verificare con pratici test di incarto la qualità della saldatura alle massime velocità possibili.
Abbiamo recentemente studiato e realizzato dei nuovi sistemi di saldatura sensorizzati estremamente performanti che ci hanno permesso di ottenere risultati di qualità con materiali molto difficili ed innovativi – uno per tutti il BOPE – semplicemente impensabili soltanto pochi mesi addietro. Abbiamo anche affrontato con successo i film a base CARTA nelle tre varianti e cioè con saldante a freddo, con lacche termosaldanti e accoppiati con materiali plastici apportando modifiche in specifiche zone della macchina per permetterne l’utilizzo a velocità elevate.
In concreto possiamo presentare al mercato un’offerta globale; la gamma dei nostri macchinari di packaging&cartoning è ampliata da tutta una serie di consulenze nel campo specifico dei materiali di incarto sostenibili. Ai soliti argomenti di un produttore di macchine quali performance, rendimenti e shelf-life abbiamo aggiunto tutta la parte di sostenibilità dei materiali flessibili e questo è certamente un approccio nuovo e vincente”.
“Vedo in Ipack-IMA la fiera della rinascita. Un luogo di business dove si tornerà a incontrarsi senza paura. Mi aspetto che sia una fiera dove vedremo la miglior sintesi di questo periodo di cambiamento, cogliendo anche le opportunità che la pandemia ha creato.
Pensiamo alla digitalizzazione, che ha trasformato, ma anche rafforzato, le nostre relazioni di affari in modalità diversa. La presenza fisica rimane per me imprescindibile, ma la progressione culturale a cui ci ha portato l’emergenza, offre oggi modalità alternative e complementari di fare business. Penso alla realtà virtuale e aumentata, ad esempio. Mi aspetto quindi una fiera che sia anche un nuovo modello di manifestazione, dove realtà fisica, virtuale e aumentata esprimano tutto il loro potenziale insieme, rafforzando le occasioni di relazione, contatto e quindi, di business”.
Che cosa vede nella prospettiva di un mercato post pandemico?
“La mia visione è molto legata alla crisi economica portata dalla pandemia. Il mercato che abbiamo in mano va ragionato quindi, sia da economisti che da imprenditori. La crescita del PIL è talmente condizionata dalla situazione macroeconomica e i rischi di un accentuarsi di disoccupazione e povertà, sono così elevati, che ci saranno ripercussioni importanti su tutti i fronti, incluso quello dei consumi. Vedo quindi una torta più piccola, col ritorno a volumi di produzione del packaging di parecchi anni fa. Ma vedo anche una curva a U, che prevede una lenta ripresa, con delle grandi opportunità per chi avrà capacità, solidità finanziaria e saprà adattarsi alla nuova situazione.
Indispensabile è certamente cambiare il modello di business. Ad esempio mettendo al centro le competenze in azienda, che possono portare a una crescita inaspettata. A questo serve aggiungere la capacità di innovare dall’interno, valorizzando i talenti delle persone, le risorse umane e guardando all’innovazione con una prospettiva open. Senza dimenticare la capacità di fare rete“.