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Città più intelligenti grazie ad AdvantechERT

Si è tenuto nella sede aziendale di Advantech a Cassina de’ Pecchi, Milano, pochi giorni fa il primo appuntamento dell’iniziativa ‘Advantech Academy’, programma di incontri rivolti a utenti finali, system integrator e distributori per approfondire alcuni dei temi ‘tecnologici’ più ‘caldi’ del momento. Questo primo workshop, intitolato “Smart City e Internet of Things: ambiti di sviluppo e tecnologie abilitanti”, ha fatto il punto sul concetto di smart city, di cui sempre più spesso sentiamo parlare ma di cui fatichiamo ancora a cogliamo tutti i contorni e le potenzialità.

“È ormai ora di comprendere come le smart city non siano qualcosa di avveniristico e futuribile, bensì già oggi delle realtà, che si concretizzano passo dopo passo davanti ai nostri occhi con l’evoluzione graduale delle città in cui viviamo” ha sottolineato Marco Zampolli, HMI e UNO product sales manager dell’azienda. “Reti e infrastrutture si stanno evolvendo integrando soluzioni intelligenti grazie all’IoT; si vanno creando sottosistemi ‘smart’ settoriali, per esempio di gestione degli edifici (smart building), della mobilità (smart mobility) e via dicendo, che integrandosi fra loro danno vita a città più intelligenti e a misura d’uomo, più sostenibili e alla fine più ‘vivibili’”.

Da qui al 2020 assisteremo a un aumento esponenziale dei dispositivi connessi in rete e conseguentemente del numero di informazioni che essi sono in grado di veicolare: l’obiettivo finale è aumentare la capacità dei sistemi di analizzare questi dati perché possano diventare efficaci strumenti predittivi, abilitanti soluzioni che rendano il nostro quotidiano più semplice da vivere. Per esempio, con le informazioni giuste relativamente ai flussi veicolari è possibile gestire il traffico urbano, quindi i semafori e i sensi unici, in modo tale da evitare il formarsi di ingorghi stradali…

“L’IoT è l’Internet dei milione e dei miliardi: i numeri sono esagerati” ha affermato Vincenzo Difronzo, product sales manager embedded dpt. “Stando a una ricerca di Cisco saranno 26 milioni i dispositivi connessi in rete entro il 2020 e Gartner ha stimato il valore generato dai relativi servizi in oltre 300 miliardi di dollari, questo al di là degli introiti legati alla vendita dei device per accedere alla rete, come smartphone, tablet e via dicendo. Si tratta dunque di un’opportunità di mercato da non perdere”.

In quest’ottica Advantech si propone non solo come fornitore di hardware, bensì come ‘solution provider’ a 360°, per la realizzazione di soluzioni innovative che rispondano alle reali esigenze del cliente, sia esso un utente finale o un integratore. Da qui il continuo investimento in tecnologie capaci di semplificare il lavoro dei progettisti di sistemi, come iManager e SusiAccess.

“Nello specifico, iManager è un componente di sviluppo proprietario adottato su tutte le schede di Advantech per la gestione di numerose funzionalità, quali alcuni bus, il watchdog, la CPU speed, il power saving, l’hardware monitoring ecc. Assolutamente self-manageable, è completamente indipendente dal sistema operativo utilizzato” ha spiegato Difronzo.

SusiAccess invece è un’applicazione cloud based, concepita sullo standard Mqtt (lo stesso sul quale si basa Facebook), giunta ormai alla versione 3.0, utilizzabile tramite qualsiasi tipo di dispositivo hardware per la gestione di servizi e apparati in remoto. “Grazie a questa applicazione è possibile attivare soluzioni di telegestione e telecontrollo, anche in caso di dispositivi in movimento, per esempio flotte di veicoli, grazie alla nuova funzionalità di localizzazione su mappa. Inoltre, stiamo investendo nello sviluppo di applicativi ad hoc per specifici settori d’impiego, per esempio per il mondo del digital signage, della sorveglianza, della gestione di sistemi di pagamento o il network management” ha proseguito Difronzo.

L’impegno di Advantech per i futuro, dunque, è quello di fornire non un’applicazione bensì dei tool in grado di rendere più semplice e immediata l’integrazione di sistemi differenti, perché proprio qui ‘sta il punto’: “La questione ultima portata da tecnologie come IoT e cloud è l’integrazione di soluzioni nate e sviluppatesi su piattaforme diverse, da fornitori differenti, in base a esigenze specifiche. Tutti i sottosistemi tecnologici intelligenti che oggi costruiamo dovranno, un domani non troppo lontano, riunirsi in un ecosistema unico, integrandosi fra loro per abilitare la vera ‘smart city’” ha concluso il Difronzo.

Leggete l’articolo completo sul prossimo numero di Automazione Oggi.