Il software industriale ha un ruolo primario nella transizione digitale e rappresenta l’elemento essenziale nel processo innovativo dell’industria. E proprio di software si è voluto parlare durante la recente tavola rotonda, intitolata “PNRR, digitalizzazione, sostenibilità. Pronti, partenza, via!”, che si è svolta a Milano nella sede di Made – Competence Center Industria 4.0, tappa del percorso di avvicinamento a Forum Software Industriale, l’evento che Anie Automazione – Gruppo Software Industriale e Messe Frankfurt Italia organizzano dal 2019 come momento di confronto sulle tecnologie del software.
Durante l’evento è stata presentata un’anteprima del White Paper che Gruppo Software Industriale ha redatto in collaborazione con il Politecnico di Milano, intitolato “La centralità dell’uomo nell’era della transizione digitale”. Il documento verte sulla necessità di affiancare all’innovazione tecnologica anche una profonda innovazione organizzativa dell’impresa, mettendo in luce come il vero valore di Industria 4.0 risieda proprio nella capacità di aumentare le competenze delle persone attraverso la disponibilità dei dati e l’adozione di tecnologie evolute.
Ha affermato infatti Raffaella Cagliano, Professore di People Management & Organization – Condirettore Osservatorio Transizione Industria 4.0, School of Management, Politecnico di Milano: “La tecnologia entra nei processi produttivi per portare valore aggiunto, senza nulla togliere alla centralità della persona che è fondamentale soprattutto per l’industria italiana, nota a livello mondiale per la sua competenza, la ‘sartorialità’, la capacità di personalizzazione e la profonda conoscenza dei settori e dei processi. Tutti aspetti dove sono le persone, le loro abilità, a fare la differenza”.
Niente ‘cannibalismo’, dunque, dell’automazione sulla forza lavoro, che rimane anzi determinante per il successo dei percorsi di trasformazione digitale in azienda. E questo devono puntare a potenziare le capacità interne a ogni realtà: “La tecnologia non è di per sé né ‘buona’ né ‘cattiva’ per il lavoratore, è l’azienda nel momento in cui la introduce a decidere quale obiettivi prefiggersi” ha ricordato Cagliano. “Da un lato, la tecnologia può sostituire il lavoratore in attività rischiose, ripetitive o logoranti, oppure supportarlo e permettergli di compiere operazioni che altrimenti non sarebbe stato in grado di fare. Anche questo è un valore e può migliorare per esempio le condizioni e l’ambiente di lavoro. Dall’altro può essere impiegata per potenziare e valorizzare le capacità della persona, per consentire ad esempio la presa di decisioni strategiche più efficaci mettendo a disposizione i dati necessari. Sta a ogni realtà capire in che modo ottenere il massimo possibile dall’uso della tecnologia arrivando a realizzare una ‘automated factory’, capace di competere efficacemente sul mercato”.
La trasformazione digitale, dunque, più che un percorso tecnologico è un salto di qualità, che coinvolte l’organizzazione e la stessa cultura aziendale per arrivare davvero a portare valore.
La Tavola Rotonda ha dato quindi la parola ai partner
Fabio Massimo Marchetti, Head of Digital Industries Var Group: “Sostenibilità e digitalizzazione oggi convergono costituendo un elemento imprescindibile di competitività nell’Industria. “Ora o mai più” è l’appello a cui tutte le aziende sono chiamate a rispondere. Mai come in questo momento, infatti, esiste l’opportunità di affrontare un percorso di crescita sostenibile dove il digitale diventa leva per migliorare l’efficacia, generare nuovi modelli di business e abilitare una trasformazione profonda che modifica il rapporto tra clienti, prodotti e aziende e apre a nuove forme di valore aggiunto con le persone al centro. Var Group attraverso la sua linea di business Digital Industries può oggi accompagnare tutte le aziende in questo percorso dove la consapevolezza della propria maturità digitale diventa il punto di partenza di un’evoluzione in grado di rispondere alle prospettive aperte dai piani di investimento dei PNRR europei e dalla spinta finanziaria dell’ESG rafforzando le proprie radici nel paradigma 4.0 e nella centralità del dato”.
Mirko Magrini, MES Business Developer Wonderware Italia: “Il contesto in cui si muovono le aziende italiane del settore manifatturiero, non è mai stato così ricco di opportunità di sviluppo come in questo preciso momento storico, con ingenti risorse che difficilmente avremo la fortuna di poter sfruttare nuovamente nel breve periodo. Contemporaneamente, la transizione energetica e le evidenti criticità insite nelle logiche di una supply chain di livello globale, ci impongono di ripensare completamente le Operations. Quello che serve alle imprese italiane è una visione univoca, organica e proattiva, dove la “factory digital transformation” diventi il fattore abilitante al fine di abbattere i silos aziendale e integrare i processi produttivi e di business. Al ‘bello e ben fatto’, che fino ad oggi ha contraddistinto il successo del Made in Italy in tutto il mondo, dobbiamo aggiungere un ulteriore passaggio per arrivare al nuovo traguardo: ‘bello, ben fatto e sostenibile’”.
Silvia Olchini, Software and Digital Sales Manager Schneider Electric: “Schneider Electric ha una visione pienamente in linea con il percorso che il PNRR disegna, facendo leva su digitalizzazione e sostenibilità. Con lo smart manufacturing la digitalizzazione agisce sui tre livelli, degli asset, dei processi e delle persone – inizio e fine di questo vero e proprio cambiamento di paradigma. La digitalizzazione negli asset crea la connettività che libera i dati da dare in pasto, come secondo passo, ai software: questi trasformano i processi produttivi e aziendali per ottimizzare, efficientare, creare nuovi modelli e servizi che possono riversare i benefici della tecnologia sulla persone; ad esempio con nuove interfacce tramite realtà aumentata, che rendono le persone più produttive, coinvolte e protagoniste nei processi industriali. La sostenibilità si inserisce in modo trasversale su questi tre livelli. Le sfide chiave del nostro tempo impongono di farne un pilastro di tutti i percorsi di innovazione. Tramite gli asset possiamo contribuire alla sostenibilità ambientale, con l’efficientamento energetico ma anche con la scelta di componenti ad elevata circolarità; tramite i processi digitalizzati otteniamo efficienze che liberano risorse, riducono sprechi ed errori di produzione, per una maggiore sostenibilità anche economica. Infine, le persone ottengono vantaggi come una maggiore sicurezza nell’interazione con le macchine, e anche una maggiore capacità di apprendere rapidamente nuove funzioni e compiti in un’industria in costante cambiamento”.
Riccardo Borsatti, Head of Digital Enterprise Application Center Siemens: “Come sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dai piani governativi? Qual è il ruolo delle aziende fornitrici di tecnologia? La Tavola Rotonda è stata un’occasione in cui parlare non solo delle più recenti tecnologie ma anche di componente umana. È infatti importante attuare dei piani di trasformazione digitale e di innovazione che guardino anche a medio e lungo termine rispetto ad una pianificazione strategica aziendale. Questo significa pensare a dei progetti di digitalizzazione che abbiano un ritorno veloce, ma che allo stesso tempo siano legati tra loro in una visione “olistica” e più completa. Per implementare però questa modalità è necessario coinvolgere diverse figure aziendali, non solo legate agli aspetti di Operations, all’interno di un programma di change management strutturato”.
Guido Colombo, President & CEO Orchestra: “Le PMI sono la spina dorsale del manifatturiero in ogni paese rappresentando la catena della subfornitura di qualsiasi prodotto rivolto al mercato business e consumer, locale e globale. Il PNRR deve essere la leva per farle crescere e renderle competitive per il mercato globale. Il digitale spinto da Industria 4.0, e che oggi traguarda il nuovo paradigma 5.0 con l’uomo al centro, rappresenta per le aziende lo strumento principale sul quale investire. Il nostro ruolo è quindi quello di fornire soluzioni basate sulle tecnologie abilitanti che siano semplici, di immediato utilizzo, sostenibili per le PMI e che, nascondendo la complessità del manifatturiero, garantiscano risultati certi e misurabili in tempi brevi. Con Transizione 4.0 le PMI hanno capito come interconnettere le macchine ai propri sistemi, colmando quel gap sempre esistito tra le Operation Technology e l’ICT. Ora pensiamo sia il momento di fornire loro soluzioni digitali innovative per supportare in modo proattivo i nuovi giovani operatori di fabbrica nelle varie mansioni: dalla pianificazione all’esecuzione delle fasi produttive sia automatiche su macchine e linee sia manuali, al monitoraggio e tracciamento di ogni lavorazione e pezzo, al controllo dei risultati in tempo reale. Affianchiamo allora soluzioni digitali di auto apprendimento e sistemi collaborativi dentro e fuori l’azienda per far crescere le nuove leve ed avere l’uomo al centro, protagonista in fabbrica con nuove conoscenze, esperienze e ruoli. In Orchestra ci poniamo ora questo obiettivo con le nostre nuove soluzioni per servizi digitali di prossimità basati sulla nostra architettura cloud driven edge computing”.
In chiusura dell’evento è intervenuto in diretta streaming Marco Calabrò, Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per la Politica Industriale e la Competitività, per parlare della prossima Legge di Bilancio e delle novità legate alle misure 4.0.