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Carenza di materie prime: ‘l’onda lunga’ della pandemiaERT

È ormai da parecchio che si sente parlare di ‘shortage’, ovvero la carenza di materie prime che il mercato sta attualmente vivendo. Mancano legno, ferro, rame e molti altri elementi necessari per realizzare svariati beni, dai mobili da arredamento alle playstation, dalle latte in alluminio per alimenti ai cavi per le telecomunicazioni… La causa principale va individuata nella pandemia che ha ritardato le operazioni di estrazione e distribuzione di queste materie dai Paesi di provenienza, nonché la loro lavorazione per realizzare i componenti secondari di pari importanza. Alcuni Stati e aziende più previdenti, poi, si sono ‘accaparrati’ la gran parte delle scorte esistenti e oggi le impiegano a loro uso e consumo. Il rallentamento dell’export e degli scambi commerciali legato al Covid-19 ha ulteriormente contribuito alla crisi.

Qui la testimonianza di Andrea Rossi, founder e CEO di ICS Industrial, società con sede a Milano, attiva del mondo dell’elettronica.

Come si è arrivati a questa situazione di carenza critica?
Andrea Rossi: “I fornitori di semiconduttori producono per lo più in Cina. Nel marzo e aprile dello scorso anno, in pieno lockdown cinese, le fabbriche hanno interrotto o rallentato considerevolmente la produzione. E l’onda lunga si sta abbattendo ora sui mercati. Inoltre, durante il 2020 due settori, in particolare, hanno aumentato la domanda di componenti, l’elettromedicale e le telecomunicazioni. Il primo per la necessità di produrre dispositivi per contrastare la pandemia (si pensi ai respiratori ma anche ai termometri, ai saturimetri), il secondo perché lo smartworking e la DaD richiedono (e richiederanno) investimenti massicci in tecnologie di comunicazione da remoto. Gli stock globali di componenti disponibili per gli altri settori si sono ridotti notevolmente e i danni sono emersi proprio in queste settimane. Il portato di queste cause è una difficoltà diffusa, da parte dei fornitori di prodotti contenenti materiale elettronico, nell’approvvigionamento di parti fondamentali”.

Anche i prezzi dei componenti sono aumentati a dismisura…
Rossi: “Chi detiene gli stock di semiconduttori naturalmente ha tra le mani qualcosa di molto simile all’oro. I prezzi sono in costante rialzo (abbiamo visto quotazioni sino a 10/15 volte il valore di mercato in tempi normali)”.

Un ulteriore problema da non sottovalutare è costituito dalla contraffazione.
Rossi: “Poiché i componenti sono di difficile reperibilità, il mercato dei componenti contraffatti, già florido, si sta espandendo a ritmi sostenuti. Alcune aziende asiatiche, per esempio, sono impegnate a riprodurre gli schemi elettrici presenti nelle schede tecniche dei componenti originali e a produrre componenti contraffatti apponendo sulla superficie dei ‘chip marcature’ che ricalcano quelle originali. Talvolta è decisamente arduo riconoscere un componente originale da uno contraffatto, anche per un ingegnere elettronico o un esperto del settore. Le tecniche utilizzate sono oggi raffinatissime. Una volta montati sulle schede, o il componente funziona, oppure restituisce valori non conformi e non in linea con la scheda tecnica. In questo secondo caso, il danno è fatto. Si dovranno impiegare tempo e risorse umane per la rilavorazione della scheda. Immaginiamo per esempio un lotto di produzione di 5.000 unità: il danno può rivelarsi enorme”.

Ci saranno ripercussioni anche a livello sociale?
Rossi: “Le conseguenze di questa crisi hanno un impatto diretto sui tempi di consegna dei prodotti finiti, sui posti di lavoro, sui prezzi, soprattutto nel caso in cui questa crisi si dovesse protrarre a lungo. La perdita di commesse importanti per la sopravvivenza di un’azienda potrebbe portare alla necessità di misure anche ai danni dei lavoratori”.

Azienda con sede a Milano, ICS Industrial opera nel mercato dei semiconduttori. ICS sta per ‘I Choose Shenzhen’ (Io Scelgo Shenzhen), una dichiarazione di intenti poiché Shenzhen è riconosciuta come la ‘capitale’ dell’hardware. Il 90% dell’elettronica mondiale viene scambiato lì. L’azienda nasce per consentire a realtà afferenti a numerosi altri settori di eliminare i passaggi superflui nell’acquisto di componenti elettronici. La sua peculiarità è infatti avere partnership radicate a Shenzhen.

Fonte Pixabay_ivanacoi