Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Analysis of the European Calibration Services Market”, rileva che il mercato ha prodotto entrate per 1,09 miliardi di dollari nel 2011 e stima che questa cifra raggiungerà quota 1,55 miliardi di dollari nel 2018. Il mercato dei servizi di calibrazione si divide in: laboratori interni, case produttrici (OEM) e rivenditori di terze parti. La calibrazione in situ, che offre tempi di disservizio minimi, viene considerata più conveniente in termini di costi da parte degli utenti finali, specialmente nelle industrie di processo come le industrie chimiche e farmaceutiche. L’importanza della manutenzione preventiva accrescerà ulteriormente il valore dei servizi di calibrazione. Le case produttrici che hanno venduto degli strumenti ai propri clienti saranno avvantaggiate da questa base di installazioni, e potranno dunque sfruttare tali relazioni per aumentare le entrate relative ai servizi di calibrazione associati.
Una tendenza significativa nel settore dei servizi di calibrazione è l’esternalizzazione della calibrazione ad aziende di servizi, laboratori ed agli stessi produttori delle apparecchiature – dove l’azienda che esternalizza il processo rimane responsabile della gestione e del mantenimento dei registri relativi alla calibrazione. Come risultato, i software per la gestione della calibrazione stanno diventando sempre più popolari, permettendo di tracciare gli ordini di servizio e gli appuntamenti.
Tuttavia, le case produttrici che offrono prezzi di fascia alta incontrano maggiori difficoltà rispetto ai fornitori di terze parti per quanto riguarda la pressione dei prezzi, compromettendo talvolta i propri margini di profitto ed influenzando così la crescita complessiva del mercato. L’elevata pressione dei prezzi limita anche le piccole aziende, portando a stagnazione della crescita del mercato globale e dei miglioramenti ai servizi.
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