Wenglor Sensoric Group ha sviluppato una nuova generazione di sensori di luminescenza che si basa su una combinazione di caratteristiche innovative e prestazioni elevate.
Tramite l’interfaccia di comunicazione standardizzata IO-Link i sensori possono essere parametrati in modo estremamente semplice, indicando anche i valori di intensità, le modalità di Condition Monitoring o impostando l’accensione e/o lo spegnimento. Oltre all’interfaccia IO-Link, i due nuovi modelli P1PA001 e P1PA002 dispongono di un pulsante Teach, che permette di poterli configurare in modo ancor più semplice.
Rispetto alla generazione precedente, la custodia del sensore ha subito un restyling funzionale: sulla parte superiore della custodia, in abbinata al già citato pulsante centrale Teach sono stati aggiunti due LED, che permettono di gestire i comandi in modo intuitivo. Premendo il pulsante per due o cinque secondi, il dispositivo può rilevare gli oggetti, rispettivamente, in modo statico o dinamico. Il sensore, inoltre, può essere impostato anche da remoto avvalendosi del software wTeach2.
“Grazie alle innovative caratteristiche di cui sono dotati, i nuovi sensori di luminescenza consentono di svolgere le attività di installazione, configurazione e manutenzione in modo molto semplice, senza dover necessariamente disporre di specifiche conoscenze tecniche”, afferma Elio Bolsi, General Manager di wenglor sensoric italiana. “Sebbene sul sensore siano presenti meno elementi rispetto al passato, le sue prestazioni sono decisamente superiori e tutto può essere impostato comodamente tramite IO-Link 1.1.”
Il cuore tecnologico dei nuovi P1PA001 e P1PA002 è racchiusa nella custodia compatta 1P, le cui dimensioni sono 50 × 50 × 20 mm. Capaci di un campo di lavoro ampliato, da 30 a 90 mm, e dotati di un punto luce dal diametro estremamente contenuto, i nuovi P1PA00x si caratterizzano per la frequenza di commutazione elevata, pari a 2.500 Hz, il che garantisce prestazioni ottimali. I campi di ricezione sono compresi per il P1PA001 tra 420 e 750 nm, per il P1PA002, tra 570 e 750 nm.
I sensori di luminescenza emettono luce UV con una determinata lunghezza d’onda. Quando questa luce colpisce un materiale luminescente, si illumina nella gamma di lunghezze d’onda visibili, a seconda del luminoforo applicato. I sensori utilizzano questo effetto, ad esesempio, per rendere visibili le marcature sulle etichette. Per l’occhio umano, queste marcature rimangono invisibili e possono essere acquisite solo tramite sensore. Questi dispositivi sono quindi particolarmente adatti per tutte quelle applicazioni che, come in ambito cosmetico, farmaceutico e alimentare, necessitano di scansionare costantemente le etichette in fase di confezionamento. In questi settori la tecnica di scansione a luminescenza è molto comune, essendo i luminofori utilizzati non solo per le etichette, ma anche per i foglietti illustrativi o per tutte quelle informazioni che rivestono particolare importanza per il consumatore e la cui presenza deve essere rigorosamente verificata. Anche l’industria del legno sfrutta le tecniche di riconoscimento mediante luminescenza. Sensori come i nuovi P1PA001 e P1PA002 possono essere impiegati anche per l’ispezione delle colle o per il riconoscimento di marcature invisibili apposte ai pezzi da assemblare.