Secondo l’ultimo report di IFR sono più di 4 milioni i robot installati nelle fabbriche di tutto il mondo. Ma il futuro del comparto è (anche) fuori dall’industria
La robotica rappresenta una delle tecnologie più avanzate e promettenti del XXI secolo: combinando meccanica, elettronica e informatica, ha già rivoluzionato numerosi settori, dalla produzione industriale alla sanità, passando per i settori agricolo e dei servizi. La sua adozione porta, quali indubbi vantaggi, un aumento della produttività, la riduzione degli errori e una maggiore sicurezza sul posto di lavoro. I robot, infatti, possono operare in ambienti pericolosi al posto dell’uomo, eseguire compiti ripetitivi che risultano onerosi o affaticanti per gli operatori umani, e garantire maggiore precisione in operazioni complesse, come quelle chirurgiche o, in ambito manifatturiero, nella produzione di microchip e nell’assemblaggio. D’altra parte, vi sono anche alcuni aspetti negativi legati alla robotica, in primis l’impatto sull’occupazione. Un’altra criticità riguarda l’alto costo iniziale di adozione delle tecnologie robotiche, a volte proibitivo per le piccole e medie imprese e causa di un danno di competitività. Inoltre, l’integrazione dei robot con i sistemi esistenti può essere complessa e richiedere competenze tecniche avanzate, non sempre disponibili. Il comparto della robotica, tuttavia, si sta evolvendo rapidamente e tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning (ML), stanno migliorando le capacità dei robot rendendoli più autonomi e capaci di apprendere da soli. Questa trasformazione apre nuove possibilità, per esempio nella robotica collaborativa (cobot), ed espande l’impiego dei robot ad ambiti differenti da quello industriale, come la cura della persona e i servizi di assistenza.
Un vero record storico
Secondo il rapporto ‘World Robotics 2024’, pubblicato da IFR- International Federation of Robotics, sono 4.281.585 le unità robotiche operative nelle fabbriche di tutto il mondo, con un aumento del 10%. Le installazioni nel 2023 hanno superato per il terzo anno consecutivo il mezzo milione di unità. Considerando i dati per regione, il 70% di tutti i robot di nuova implementazione nel 2023 sono stati installati in Asia, il 17% in Europa e il 10% nelle Americhe. “I dati dell’ultimo report indicano la presenza di un numero record di robot industriali, che automatizzano la produzione in tutto il mondo” ha affermato Marina Bill, presidente della Federazione Internazionale di Robotica, in occasione della presentazione del rapporto alla stampa tecnica. “Le installazioni nel 2023 hanno raggiunto la quota di 541.302 unità, la seconda più alta della storia, inferiore solo del 2% rispetto al record di 552.946 unità installate nel 2022, con un Cagr 2018-2023 pari a +5%”. Nonostante alcune fluttuazioni, il settore industriale resta il principale fruitore di robot, con una domanda particolarmente forte nei comparti dell’automotive, dell’elettronica e della metallurgia. Il manifatturiero dunque guida il mercato, ma si stanno facendo sempre più frequenti le applicazioni nel campo dei servizi e dell’automazione domestica. Entrando più nello specifico della distribuzione geografica, in Europa la robotica ha registrato una crescita significativa nel 2023, con un aumento del 9% delle installazioni, che ha portato il numero totale di robot installati a 92.393 unità. La crescita è stata spinta dalla forte domanda del settore automobilistico, che ha visto un incremento del 32% delle installazioni rispetto all’anno precedente. Germania, Italia e Francia sono i maggiori utilizzatori di robotica industriale, con la Germania che da sola rappresenta il 31% delle installazioni totali nel Vecchio Continente. Nonostante questa crescita, però, l’Europa si trova a dover affrontare alcune sfide; la guerra in Ucraina, l’instabilità economica e la concorrenza della Cina stanno rallentando gli investimenti, soprattutto nell’automotive, settore tradizionalmente trainante in questo ambito. Tuttavia, il sostegno alle imprese da parte dei governi per l’adozione di tecnologie legate all’Industria 4.0 e alla transizione green, per arrivare alla neutralità carbonica, potrebbe stimolare una nuova ondata di investimenti. Negli Stati Uniti, il mercato della robotica ha subito una leggera contrazione nel 2023, con un calo del 2% nelle installazioni; tuttavia, il numero complessivo di robot installati resta elevato, grazie alla continua domanda nel settore manifatturiero e automobilistico. Il Paese rimane uno dei mercati più avanzati per la robotica, con un forte focus su quella collaborativa e i robot di servizio; gli Stati Uniti sono anche all’avanguardia nello sviluppo di robot avanzati grazie agli investimenti significativi in ricerca e sviluppo. Le università e le aziende tecnologiche collaborano attivamente per creare soluzioni di automazione che combinano AI e robotica, aprendo nuovi orizzonti nei settori della sanità, della logistica e della difesa.
La sfida che viene dall’Asia
La Cina è il mercato più grande al mondo per la robotica industriale: i 276.288 nuovi robot industriali installati nel 2023 nelle sue fabbriche hanno rappresentato il 51% delle installazioni globali. Si tratta del secondo risultato più alto mai registrato (nel 2022 le unità robotiche installate sono state 290.144). Con oltre 1,7 milioni di unità robotiche operative totali nel 2023, la Cina rappresenta il primo Paese al mondo per parco installato, e si prevede che la domanda cinese di robot accelererà ancora nella seconda metà del 2024, contribuendo a rendere l’intero mercato più stabile entro la fine dell’anno. Sul lungo termine il potenziale del mercato cinese resta impressionante, con una crescita media annua prevista del 5-10% da qui al 2027. Il Paese ha investito pesantemente nella modernizzazione delle sue infrastrutture produttive, con un forte focus su settori come l’elettronica e l’automotive, dove la robotica è ampiamente presente: la produzione interna di robot ha registrato anch’essa una crescita significativa, arrivando a coprire il 47% della domanda domestica, complici gli sforzi del governo tesi a promuovere lo sviluppo dell’industria nazionale. L’altro gigante asiatico, l’India, rappresenta una delle economie emergenti con il più rapido tasso di crescita nel settore della robotica. Nel 2023 il Paese ha visto un aumento del 59% nelle installazioni di robot industriali, con un totale di 8.510 unità; l’automotive, settore trainante, ha visto un incremento del 139% delle installazioni rispetto all’anno precedente. Nonostante sia ancora lontana dai livelli cinesi, l’India ha prospettive di crescita molto promettenti: l’incremento della domanda di veicoli elettrici e batterie, unita agli incentivi governativi, sta spingendo gli investimenti nel settore. Con una popolazione paragonabile a quella cinese e un’economia in espansione, l’India ha il potenziale per diventare uno dei principali mercati mondiali per la robotica nei prossimi anni, anche grazie alla presenza di una popolazione giovane, pronta al cambiamento e tecnologicamente ben formata.
Le prospettive future della robotica
Il futuro della robotica è pieno di opportunità, ma anche di sfide. Mentre l’automazione continua a trasformare i settori tradizionali, nuove applicazioni stanno emergendo grazie all’integrazione con l’AI e di altre tecnologie avanzate. Il potenziale dei cobot (robot collaborativi) e dei robot di servizio è enorme e potrebbe ridisegnare il nostro modo di lavorare e vivere. In futuro vedremo i robot sempre più impiegati al di fuori dell’ambito industriale, in aree come la logistica e i trasporti, e con lo sviluppo della service robotics, ovvero robot impiegati in applicazioni di servizio nel campo dell’hospitality, dell’assistenza, del medicale, o anche nel cleaning, per esempio per attività di disinfestazione o pulizia, dove l’impiego di operatori umani risulta pericoloso o poco salutare. In molti casi vedremo l’applicazione di modelli ‘as a service’, a noleggio. Nel mercato globale il peso della Cina rimarrà dominante, sebbene l’India stia emergendo rapidamente; Europa e Stati Uniti, da parte loro, pur affrontando sfide economiche, continueranno a guidare l’innovazione tecnologica, a patto però di continuare a investire in ricerca, sviluppo e formazione per migliorare le competenze e la formazione degli operatori, che con queste innovazioni devono imparare a lavorare. Del resto, la robotica diventerà sempre più strategica per lo sviluppo economico dei Paesi. In conclusione, la robotica si sta evolvendo da una tecnologia di nicchia a una componente essenziale dell’economia globale, con impatti significativi sulla produttività, l’occupazione e la società nel suo complesso. Le opportunità sono immense, ma sarà cruciale gestire con attenzione le transizioni tecnologiche per minimizzarne gli eventuali effetti negativi e garantire uno sviluppo sostenibile.
IFR – International Federation of Robotics – www.ifr.org