Redditività positiva, crescita nel service e nel campo dell’efficienza energetica, forte spinta all’innovazione: questi in sintesi i punti cardini sui quali ha insistito Matteo Marini (in foto), dal 1° novembre 2013 alla guida di ABB Italia e responsabile della regione Mediterranea che fa capo al nostro Paese, durante la presentazione ieri dei risultati finanziari 2013 di ABB a livello mondiale e italiano.
Nello specifico, ABB Italia ha chiuso il 2013 registrando ordini per un totale di 2.115 milioni di euro, in flessione del 7% rispetto al 2012, e ricavi per 2.107 milioni di euro (-8 % rispetto al 2012): “Nonostante la flessione registrata, la redditività aziendale è rimasta positiva e la percentuale di export sui ricavi, che si è assestata al 63%, è in crescita” ha chiosato Marini. “Sebbene dunque il 2013 sia stato caratterizzato da un contesto di mercato certo non favorevole, siamo riusciti a mantenere una posizione di sostanziale stabilità, cui ha contribuito non poco la forte attitudine all’esportazione di ABB Italia con la quale abbiamo bilanciato le inevitabili perdite sul fronte domestico”.
Nello specifico, se le divisioni Discrete Automation and Motion, Process Automation e Power Products hanno registrato una flessione negli ordini rispettivamente del 13%, 19% e ancora 13%, si segnala il +21% della Power Systems “in contrasto con i risultati di questa business unit a livello di gruppo e a conferma degli stretti rapporti che la nostra società intrattiene con gli EPC contractor italiani, a loro volta fortemente legati al mercato estero” e lo 0% della Low Voltage Products. “È ovviamente difficile per me difendere davanti al pubblico uno 0%, ma devo dire che sono contento di questo risultato, perché frutto di un notevole recupero avvenuto nel IV trimestre del 2013” ha illustrato Marini. “Non sarà forse l’inizio di una serie di trimestri positivi, ma sicuramente è segno della nostra capacità di reagire in situazioni critiche. Occorre del resto tenere presente il contesto nel quale ci muoviamo, dove Terna ha registrato un -3/4% nei consumi elettrici interni e dove i nostri maggiori clienti hanno registrato un -5/8% nel Capex”. I numeri dimostrano che “a medio e lungo termine ABB è in una posizione ottimale non solo per tenere le quote di mercato, ma senz’altro per crescere” ha dichiarato il country manager.
A livello geografico, perdono ordini sia l’Italia (-14%) sia il Medio Oriente/Africa (-16%), quest’ultimo a causa della “variabilità politico-istituzionali di quest’area, per cui importanti ordini che avevamo concluso sono poi rimasti potenziali, ma speriamo di chiuderli nel corso del 2014” ha spiegato Marini.
Guardando ai ricavi, tutte le divisioni di ABB Italia sono in perdita tranne la Discrete Automation and Motion, grazie agli ordini conclusi nel 2012, che segna un +2%. In un contesto in cui le imprese investono sull’ottimizzazione e la valorizzazione dei propri asset produttivi, le attività di service si sono attestate al 13% dell’ordinato, con un incremento del 2% rispetto al 2012, a conferma di una focalizzazione su questo business da parte di ABB Italia, che si attende qui una crescita per i prossimi due anni. “Per il futuro continueremo a puntare sull’innovazione, come dimostrano i crescenti investimenti in ricerca e sviluppo effettuati nel 2013, pari al 2,5% del fatturato. Siamo infatti convinti che ricerca e innovazione rappresentino un punto centrale, al quale non possiamo nemmeno pensare di rinunciare se vogliamo rimanere ai vertici nei mercati di riferimento e al contempo essere concorrenziali a livello di prezzi, non solo di qualità. Il 2013 è stato per noi un anno record in termini di brevetti depositati: 37 in tutto rispetto alla media di 28 degli ultimi 5 anni”.
A testimonianza poi dell’effettiva efficacia dei propri sistemi, nonché a proprio beneficio, ABB proseguirà nell’adozione di tecnologie allo stato dell’arte nei propri stabilimenti. Che si tratti di soluzioni che possono aiutare le aziende a migliorare il proprio business e fronteggiare al meglio la crisi lo dimostrano i casi di successo dei siti produttivi italiani di ABB a Dalmine e Santa Palomba, dove processi e produzione sono stati ottimizzati grazie all’introduzione di sistemi di automazione di ultima generazione, tutti ‘made in ABB’.
Ma gli investimenti del colosso svizzero nel nostro Paese non finiscono qui: “Che l’Italia sia una realtà importante all’interno del Gruppo è testimoniato anche dalla recente acquisizione di Power One, fra i maggiori produttori di inverter fotovoltaici, che ha una forte base nel nostro Paese, con circa 600 dipendenti”. Si tratta di un’operazione anti-ciclica, come hanno illustrato i vertici della multinazionale, e di un investimento a lungo termine, in quanto il solare, nonostante la cattiva gestione dei conti energia in Italia che ha determinato un crollo del mercato, rappresenterà in futuro una fonte di energia fortemente competitiva nel campo delle rinnovabile e destinata alla crescita.
Produttività industriale, affidabilità delle reti elettriche ed efficienza energetica, che ha visto una crescita dell’8% rispetto agli ordini del 2012, continueranno a essere elementi cardine delle soluzioni che ABB offre al mercato, alle quali si affianca l’esperienza maturata a livello internazionale nelle tecnologie al servizio delle smart city. A livello nazionale ABB è associata al progetto ‘Genova Smart City’ fin dall’inizio, mentre altre città, quali Padova, Napoli e Venezia, stanno investendo in tecnologie ABB. Ed elemento fondamentale per le smart city, quello della mobilità elettrica, è anche un ambito su cui ABB ha investe: “È notizia dell’ultima ora la scelta da parte del Governo cinese di affidare ad ABB la fornitura di un sistema di ricarica per autovetture da implementare a livello nazionale” ha infine concluso Marini.