Le reti industriali, con la loro capacità di veicolare una notevole mole di informazioni attuando la convergenza IT-OT, sono alla base della transizione gemella, digitale e green. Sebbene la loro presenza sia a volte ‘scontata’, la loro evoluzione non si arresta, per consentire servizi e soluzioni sempre più innovative
Nel panorama complesso delle reti di comunicazione industriali si è spesso posta l’attenzione su alcune caratteristiche fondamentali quali la velocità di trasmissione, l’apertura o la sicurezza. Lo sviluppo iniziale delle reti proprietarie è stato mano integrato, o in gran parte sostituito da soluzioni basate sugli standard. Oggi qualsiasi genere di sensore, device intelligente locale o remoto, può essere interconnesso a una rete in modo piuttosto semplice, e lo si può reperire facilmente sul mercato. Spesso alcuni tipi di componenti di rete di produttori diversi sono anche intercambiabili tra loro grazie all’uso degli standard, che li rendono delle vere e proprie commodity. Contemporaneamente l’innovazione digitale ha favorito la crescita delle performance di comunicazione: maggiore stabilità e affidabilità, più sicurezza contro gli attacchi informatici, fino alla predeterminazione degli stati della rete in base ad algoritmi sempre più spesso regolati da intelligenza artificiale. Queste evoluzioni rispondono a precise esigenze dei clienti, sempre più attenti all’aumento dell’efficienza e della flessibilità. Come poter affrontare la gestione e la progettazione delle reti tenendo conto di ogni aspetto, da un lato la standardizzazione e dell’altro l’innovazione, considerandone criticità e priorità? Lo abbiamo chiesto ad alcune importanti aziende del settore.
Oscar Milanese – Comitato tecnico Automazione Oggi, Fieldbus&Networks e Soluzioni Software per l’Industria
Leggi online la versione integrale della Tavola Rotonda con la risposta alle domande:
– Il ruolo delle reti di comunicazione nella trasformazione digitale e green è considerato da molti quello di una vera ‘commodity’, con tecnologia standardizzata di semplice realizzazione e grande reperibilità, altri invece le attribuiscono una crescente importanza strategica e una connotazione più ‘attiva’, specie in determinati contesti applicativi. Qual è il suo punto di vista?
– L’offerta di reti e di servizi è sempre più articolata e richiede nuove competenze: 5G, servizi as-a-Service, Application Programming Interface, cloud, Intent-Based Networking basato su AI… Contemporaneamente i flussi dei dati da gestire crescono esponenzialmente e occorre difendersi dai sempre più frequenti attacchi informatici. Come affrontare queste sfide nel futuro?
– In questo quadro paradossale, dove da un lato la standardizzazione tende a rendere le reti delle commodity, dall’altro l’evoluzione necessita di forte specializzazione: quali sono le maggiori criticità da affrontare e gli aspetti imprescindibili da considerare nella scelta dello standard da adottare?
– Per promuovere e accelerare la trasformazione digitale e green, lo Stato italiano ha predisposto nel contesto del Pnrr alcuni piani, quali Italia Digitale 2026, Piano Italia 5G e la banda larga a 1G su tutto il territorio. Quale pensa potrà essere l’impatto nel settore dove opera la sua azienda? Quali opportunità e benefici potranno manifestarsi?
– Quali sono le principali soluzioni e servizi che proponete ai clienti per aiutarli ad affrontare gli investimenti, con particolare attenzione alle reti di comunicazione, e quali innovazioni state apportando?
Rispondono: Alberto Griffini, business developer di Clpa (CC-Link Partner Association – www.cc-link.org/en), Cristian Sartori, presidente di Consorzio PI Italia (https://it.profibus. com), Luca Cavagnari, country manager Iabg Italy di Delta Electronics (www.delta-emea.com), Chiara Rovetta, communication manager di Omron Italia (https://omron.it/it/home)