Il compito della valvola mitrale quello di regolare il flusso sanguigno attraverso l’orifizio che mette in comunicazione l’atrio sinistro con il ventricolo sinistro. E anche se i difetti mitralici possono essere riparati chirurgicamente, questo approccio non è praticabile per tutti i pazienti, molti non potrebbero infatti reggere un’operazione a cuore aperto. Tuttavia, l’insufficienza mitralica rappresenta un elevato rischio di mortalità per i pazienti di età superiore ai 65 anni, e il numero di casi patologici aumenta con l’invecchiamento della popolazione.
Per risolvere questo problema, il Laboratorio di Biomeccanica e Bioingegneria dell’Università di Tecnologia di Compiègne (UTC) e Segula Technologies stanno lavorando allo sviluppo di un nuovo impianto cardiaco, denominato “Renovalve”, in collaborazione con l’Ospedale Henri Mondor dell’AP-HP e il CNRS. Obiettivo dell’impianto è di ripristinare la tenuta della valvola mitralica per mezzo di un intervento mininvasivo, senza chirurgia a cuore aperto.
All’interno del progetto, Segula Technologies condivide la propria esperienza nella simulazione digitale: insieme a UTC il gruppo ha sviluppato una metodologia digitale e una piattaforma di simulazione che permette di ricreare la dinamica di una valvola mitralica e prevedere il suo comportamento in modo personalizzato in base a ogni paziente, sano o patologico. Lo scopo è quello di riproporre l’effetto del posizionamento dell’impianto di riparazione e misurare le sue prestazioni sulla valvola funzionante. Segula Technologies ha sviluppato una tecnica di modellazione geometrica parametrica per la valvola mitralica che consente di adattare il modello a ciascun paziente e di implementarlo nel software di calcolo. La simulazione numerica dell’interazione fluido/struttura della valvola mitralica patologica con la sua riparazione permette così di valutare l’efficacia del nuovo dispositivo.
Lanciato nel 2014, il progetto Renovalve è stato brevettato e procede a ritmo sostenuto. Si tratta ora di completare il design dell’impianto e realizzare un prototipo completo utilizzando potenzialmente la stampa 3D, al fine di predisporre i primi test. I promotori del progetto sono attualmente alla ricerca di un partner industriale interessato a produrre e commercializzare l’impianto.