Automazione Plus

Realtà virtuale e aumentata: gli Apple Vision ProERT

Sono cominciate le spedizioni del visore per realtà virtuale Apple Vision Pro: è davvero questa la notizia più importante che viene oggi dall’America. Ho provato alcuni visori per la realtà virtuale (VR), configurati per la formazione degli operatori e per i tecnici della manutenzione: andavano bene. Ne ho provati molti anche per la realtà aumentata (AR), per delle applicazioni in produzione: erano davvero carini, ma non avrei mai pensato che avessero un’applicazione pratica. Tutti i podcast e i blog specialistici di tecnologia si sono riempiti di idee su questo nuovo prodotto di Apple. Nella maggior parte dei casi, erano anche stati provati. Guardare film, soprattutto quelli appositamente pensati per questi dispositivi, sembra costituirne l’utilizzo principale. Un esperto lo ha utilizzato per leggere articoli e blog; un’altra ha parlato di come le finestre del suo computer fossero davvero grandi davanti ai suoi occhi e di come potesse vederne davvero tante: sarà fantastico per il multitasking, ha detto. Ma, secondo me, il multitasking non è poi una buona cosa. E allora, venendo a noi, come si possono utilizzare gli Apple Vision Pro nel manifatturiero? Forse per progettare? O magari per il training? Ma al momento sono molto costosi; non vi suggerirei di affrettarvi a comprarli, quando saranno disponibili in Italia.

Alla ricerca di apertura e interoperabilità

L’ARC Industry Forum si è tenuto nuovamente a Orlando la prima settimana di febbraio. L’Open Process Automation Forum (Opaf) tiene un evento annuale dove racconta i progressi conseguiti nell’ultimo anno; di certo hanno lavorato molto: ci sono stati due annunci relativi a questa attività. In primo luogo, Rockwell Automation ha annunciato che i suoi clienti sono alla ricerca di soluzioni aperte e interoperabili; ha quindi deciso di aderire e collaborare con Opaf; inoltre, ha tenuto a sottolineare come i suoi prodotti software supportino pienamente OPC UA come tecnologia aperta. In secondo luogo, Schneider Electric ha annunciato un’estensione del suo EcoStruxure Automation Expert con il framework DCN. Ha collaborato con Red Hat e Intel, che avevano creato una nuova piattaforma edge industriale. Questo prodotto edge viene distribuito con il software DCN di Schneider. Il framework è costituito da due componenti principali: una ACP (Advanced Computer Platform), che supervisiona il carico di lavoro a livello di controllo, fornendo le capacità di controllo e automazione necessarie per distribuire i carichi di lavoro in modo sicuro e programmatico, insieme a funzionalità di virtualizzazione e monitoraggio; e DCN, ovvero sistemi industriali a basso consumo, che utilizzano processori Intel Atom serie x6400E, dedicati all’esecuzione dei controlli e progettati per carichi di lavoro di criticità mista.

Il caso Boeing

Infine, voglio affrontare la questione della Boeing, che ha avuto ulteriori problemi con il 737MAX in un podcast che potete trovare su Overcast o Apple Podcast, o ovunque troviate podcast. In questo caso, una sezione del finestrino è esplosa durante il decollo; sono state ordinate delle ispezioni, come d’obbligo; la direzione della Boeing ha risposto che aumenterà le ispezioni durante la produzione. In una vita precedente sono stato responsabile del controllo qualità. Ho imparato che la qualità non si ottiene con le ispezioni: innanzitutto, occorre sia insita fin dalla fase di progettazione; quindi, il sistema messo in atto è di qualità. Il management della Boeing sostiene da molti anni che l’azienda è ‘prima di tutto business’ e poi ingegneria: sappiamo che il business deve prima di tutto servire i clienti; i profitti vengono di conseguenza, quando il sistema viene progettato e applicato correttamente.

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