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Progetti IT: il 53% delle aziende europee sceglie il cloud come standardERT

 

ServiceNow, il system of action enterprise che permette alle aziende di lavorare in maniera veloc, presenta la ricerca “Cloud Computing Tipping Point”, dove rivela l’entrata ufficiale delle aziende nell’era cloud-first.

La ricerca ha intervistato 1850 responsabili IT di grandi aziende in tutto il mondo equamente divisi tra IT, gestione delle linee di business e DevOps, con l’obiettivo di comprendere come stanno costruendo, distribuendo e gestendo i loro servizi.

Cloud Computing Tipping Point ha incluso anche 900 aziende europee e ha svelato tre dati importanti.
1) L’era del cloud computing è arrivata

Il 53% degli intervistati ha affermato che intende scegliere il cloud – Software-as-a-Service o Platform-as-a-Service – per le nuove applicazioni di Business (52% a livello worldwide). Il 76% ha affermato che vuole effettuare questo cambiamento nei prossimi 2 anni (77% a livello worldwide).

“L’azienda cloud-first è in grado di abilitare l’agilità, velocità e scalabilità necessarie per raggiungere grandi traguardi in uno scenario di business sempre più competitivo. C’è un chiaro cambiamento in atto dal tradizionale data center computing al cloud computing, che vuole riallocare le risorse, le competenze e i budget dall’infrastruttura di back-end verso servizi orientati al Business” ha affermato Joaquin Reixa, Areas Vice President, ServiceNow Southern Central and Eastern Europe, Middle East and Africa.

2) Il DevOps guida la carica al mondo cloud-first

Il 93% degli intervistati ha affermato di essere coinvolto in progetti DevOps (94% a livello worldwide). Il 74% ritiene che la crescita del DevOps è un abilitatore della strategia cloud-first (76% a livello worldwide).
“La ricerca svela l’evoluzione del DevOps da movimento di nicchia a mainstream”, ha dichiarato Joaquin Reixa. “Il cloud e il DevOps sono cresciuti insieme”.

3) Un mondo cloud-first richiede nuove competenze IT

L’83% delle aziende che ha completato il passaggio a un modello cloud-first afferma che il proprio staff IT non aveva inizialmente le competenze necessarie (89% a livello worldwide). L’88% degli intervistati, sia a livello europeo che worldwide, ritiene che il cloud può essere un’alternativa all’impostazione tradizionale del dipartimento IT.

Nel momento in cui l’IT sembra diventare sempre più obsoleto, due dati in Europa mostrano ottimismo: Il 76% degli intervistati afferma che la svolta cloud ha aumentato l’importanza dell’IT agli occhi del business (72% a livello worldwide); il 64% degli intervistati ritiene che l’IT rimarrà rilevante in futuro (68% a livello worldwide).

“Il futuro per le aziende è cloud-first” conclude Joaquin Reixa. “Crediamo che questo rappresenti un’opportunità reale per quelle organizzazioni IT che vogliono diventare partner strategici delle aziende nella loro svolta al cloud”.

 

Il cambiamento cloud-first avrà diverse conseguenze per i dipartimenti IT:

1. La visibilità dell’IT e le previsioni dei costi potrebbero essere più difficili. Secondo i partecipanti alla ricerca, due sono le priorità nella svolta al cloud:

· Visibilità a 360 gradi (64%),

· Previsione dei costi (63%).

L’architettura IT ibrida presenta nuove sfide che l’IT non aveva ancora affrontato quando tutto avveniva all’interno del data center. Consolidare i dati di business permette all’IT di gestire più efficacemente le richieste, i costi, le risorse cloud, i progetti, la compliance e le relazioni con il business.

2. La crescita DevOps significa che una parte maggiore dell’azienda avrà un ruolo all’interno dell’IT. I team IT vedranno crescere i loro progetti di applicazioni di business e dovranno garantire allo stesso tempo la compliance e la sicurezza

3. Una proliferazione del cloud. Implementare un numero sempre maggiore di policy di cloud management diventerà critico. Le aziende dovranno accordarsi con più vendor e questo significa che il Service Integration and Management (SIAM) e la gestione dei vendor sarà sempre più importante. Un contratto stipulato con un vendor potrebbe non essere appropriato per un altro.