La conferenza stampa di anticipazione sull’andamento dei settori It e Tlc nel primo semestre 2011, elaborato in collaborazione con NetConsulting e presentata a Milano da Paolo Angelucci, presidente di Assinform, ha fornito un quadro di forte recessione, che fa riflettere sulla necessità di non rimandare ulteriormente la scommessa e gli investimenti pubblici sulla digitalizzazione del Paese.
Dall’indagine congiunturale effettuata a luglio su un campione di aziende associate emerge come in questo momento le medie e grandi imprese dell’It manifestano uno stato di sofferenza sull’andamento di fatturati (in peggioramento per il 25% delle medie rispetto al 14% rilevato ad aprile, per il 7% delle grandi rispetto al 5% di aprile) segno dei tagli di spesa, del differimento degli investimenti da parte soprattutto dei grandi clienti: la Pa, il settore bancario, la grande distribuzione, l’industria, situazione ancor più aggravata dai crescenti ritardi di pagamento. Gli ordinativi sono in peggioramento per il 25% delle piccole e delle medie (rispettivamente il 23% e il 14% ad aprile), mentre sul fronte dell’occupazione la gravità della crisi si manifesta con un netto peggioramento del numero dei dipendenti per il 29% delle grandi imprese e il 25% delle medie (rispettivamente 5,6% e 14,3% ad aprile), mentre per i consulenti il peggioramento riguarda il 25% delle medie (ad aprile le medie si dividevano fra 57% stabile e 43% migliorato), mentre nelle grandi imprese riappare la voce “molto peggiorato” per quasi l’8%. Vale per tutte le categorie di imprese It uno stato di crescente indebitamento e l’aumento allarmante della voce crediti insoluti, in peggioramento per il 27% del campione, a fronte del 17,5% rilevato ad aprile.
Il processo di digitalizzazione, tuttavia, non è fermo, ma viaggia ormai soprattutto a livello locale, attraverso i piani e l’azione propulsiva di alcune Regioni e a livello spontaneo, grazie a spinte dal basso. Tanti gli esempi virtuosi, uno per tutti quello dell’Emilia Romagna, dove l’amministrazione regionale, intensificando la digitalizzazione, risparmia su carta, energia, spazi, trasporti per milioni di euro, e ha stimato che se in tutte le l’amministrazioni regionali italiane si facesse allo stesso modo si risparmierebbero solo per queste voci almeno 40 milioni di euro, migliorando anche la qualità dei servizi. Il successo dei tablet: questi ultimi nei primi sei mesi dell’anno hanno registrato una crescita del 347% passando dalle 89.000 unità vendute nel primo semestre 2010, alle 398.000 di giugno 2011. Un altro piccolo, ma significativo segnale positivo è costituito dalla risalita del software a +0,3%, rispetto al -1,2% registrato a fine primo semestre dell’anno precedente, a riprova del fatto che le imprese continuano a investire, anche se meno di prima.
“Oggi finalmente si riparla di crescita al tavolo del Ministero dell’Economia – ha proseguito il presidente di Assinform - bene, è giunta l’ora di scommettere sull’Ict. Questo settore, attraverso l’asta sulle frequenze Lte, riverserà nelle casse pubbliche risorse dell’ordine di almeno 1 miliardo di euro in più rispetto a quelle preventivate. Una parte dovrebbe essere utilizzata nei progetti di digitalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. Ipotizzando l’impiego di solo 200 milioni di euro verrebbero, così, attivati dal sistema delle imprese investimenti per almeno 1 miliardo di euro in innovazione Ict. L’effetto totale sarebbe di grande accelerazione dell’economia e dello sviluppo su tutti i fronti, perché questo è il fattore moltiplicatore delle tecnologie digitali. È una scelta che ci attendiamo dal Governo attraverso il preannunciato decreto per lo sviluppo”. Angelucci ha poi concluso:- “Non ci sono alternative: la digitalizzazione è un percorso strategico di crescita per il Paese, e di incremento occupazionale”. Indicando fra le priorità, a costo zero per le finanze pubbliche: -“la rimozione delle condizioni normative che impediscono un’ampia e rapida diffusione dell’innovazione digitale, il rilancio del tavolo sulla banda ultralarga, la privatizzazione delle società pubbliche di Ict, il sostegno ai processi di aggregazione delle imprese per condividere servizi e infrastrutture avanzate, regole concorrenziali e trasparenti per qualificare le gare pubbliche dei servizi IT, garantire il ritorno delle investimenti per la Pubblica Amministrazione e rendere certi i tempi dei pagamenti”.
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