L’industria italiana dei sistemi di trasmissione movimento e potenza si conferma in salute, pur a fronte di un contesto macroeconomico ancora debole e nonostante dati generali del manifatturiero ancora negativi. È questo quanto emerge dai dati presentati dall’ufficio studi di Assiot, l’associazione italiana costruttori organi di trasmissione, movimento e potenza, che ha rinnovato in questi giorni i propri vertici.
Più nel dettaglio rispetto alla flessione del fatturato complessivo del 2012 (-5,2%), che si confrontava con il sostenuto recupero del biennio precedente 2011-2010, caratterizzato da tassi di crescita elevatissimi, il 2013 chiude, per l’industria italiana dei Sistemi di Trasmissione Movimento e Potenza, con un fatturato complessivo che supera 6,2 miliardi di euro e con un leggero incremento (+0,7%) rispetto al 2012.
Analizzando le singole voci commerciali le consegne su mercato interno presentano un dato sostanzialmente positivo (+0,4% 2013 vs 2012) dovuto principalmente a due fenomeni: il primo, più strutturale, legato alle “esportazioni indirette”, ovvero la vendita di componenti a clienti nazionali che esportano prodotto finito all’estero e il secondo, che sta prendendo piede nell’ultimo anno, del cosiddetto “reshoring”, ovvero la ri-localizzazione di alcune produzione in Italia a seguito di una prima fase di internazionalizzazione.
Passando invece ad analizzare le importazioni si evidenzia una buona tenuta dell’Europa, anche in parte ricollegabile all’effetto “reshoring” all’interno dello stesso continente europeo, e un buon trend dell’America settentrionale, mentre sono in calo le importazioni dall’America centro-meridionale. Si registra un dato ancora più negativo per l’Asia, che pesa oltre il 25% del totale, in particolare dovuto al crollo del Giappone (-42,0% che perde circa 1,7% punti percentuali); a questo proposito il forte calo può essere imputabile non solo all’avvento di nuovi, agguerriti concorrenti (in primis la Corea) ma anche a nuove politiche commerciali da parte di diverse multinazionali giapponesi non più concentrate sul mercato europeo e su paesi con bassi tassi di crescita quali l’Italia.
A livello di export tiene l’Europa, in particolare grazie all’ottimo trend dei paesi fuori dall’unione monetaria (+9,8%), che presentano tassi di crescita particolarmente vivaci, mentre si evidenzia un calo dell’esportazioni verso l’America settentrionale, dovuta al calo degli Stati uniti (-6,9%); questo dato negativo potrebbero essere dovuto ad un sempre minore ricorso a produzioni estere da parte degli Stati Uniti, a fronte comunque di tassi di crescita positivi e ad un ritorno al manifatturiero inteso come asset importante per una concreta ripresa economica. Il primo paese a cui vengono destinate le nostre esportazioni resta la Germania, storico partner commerciale, positivi anche i trend del Belgio (+6,8%), importante centro logistico che attrae investimenti di multinazionali e della Cina (+16,1%), in ripresa dopo il calo del 2012. Da evidenziare un dato particolarmente significativo, ovvero che i primi 10 paesi in termini di export (70% circa del totale giro d’affari) presentino una performance globale sotto media (0,4% var. 2013 vs 2012 vs il dato globale pari a +0,9% 2013 vs 2012) mentre il restante 30% dei paesi verso cui si esporta registri un trend molto più vivace (+2,1% var. 2013 vs 2012).
Per quanto concerne il trend nella prima parte dell’anno in corso possiamo parlare di sostanziale stabilità rispetto al 2013, con un andamento molto diverso a seconda dei mercati di sbocco; in particolare risultano stabili i comparti automobilistico e agricolo, positivi quello dei veicoli industriali e oil&gas mentre soffrono eolico e siderurgico. La sostanziale tenuta è stimata anche per i restanti mesi del 2014, nonostante il perdurare di un clima incerto e un quadro generale debole.
A completamento di questi dati ricordiamo come l’Italia continua a giocare un ruolo di primissimo piano nel panorama mondiale delle trasmissioni di movimento e potenza, e in Europa segue a ruota la Germania.
La presentazione alla stampa dei dati di settore 2013 è stata l’occasione anche per presentare la nuova squadra che guiderà assiot, definendone linee guida e strategie, per il prossimo biennio 2014-2016.
Tomaso Carraro (Carraro Group), confermato Presidente dell’associazione, verrà affiancato da Paolo Ramadori (Oerlikon Graziano) e da Assunta Galbiati (Galbiati Group) nel ruolo di Vice Presidenti. Nella stessa occasione è stato rinnovato sia il Comitato Esecutivo sia il Consiglio Direttivo (di cui si allega una scheda aggiornata).
Le linee strategiche del biennio 2014-2016 partono da un assunto: ciascun associato deve avere la possibilità di essere protagonista, ed il motto sarà “L’assiot che voglio”. Ed infatti il “nuovo corso” dell’associazione nasce proprio dalle opinioni raccolte da molti degli associati.
Il punto di partenza è chiaro: l’industria delle trasmissioni di potenza e ingranaggi è un eccellenza italiana poco visibile e poco riconosciuta. Invece, nel mondo, praticamente la totalità dei macchinari o veicoli che richiedono la riduzione del moto, montano sistemi o componenti prodotti dalla filiera industriale Italiana. Un patrimonio economico e di cultura che non può essere disperso ma che al contrario va promosso nel mondo.
Di qui alcuni obiettivi e priorità imprescindibili. Innanzitutto è necessario promuovere ulteriormente in Italia e mondo l’Industria italiana degli Organi di Trasmissione e ingranaggi, in secondo luogo è necessario integrare sempre più le tre associazioni del comparto (assiot – sistemi di trasmissione movimento e potenza, Assofluid e Anie Automazione), in terzo luogo bisogna puntare a sviluppare TECO come evento mondiale per l’industria OT&I, ed in coerenza a ciò far diventare il magazine In-Motion come punto di riferimento editoriale per la stessa industria; parallelamente sarà opportuno sviluppare sinergie e iniziative comuni all’interno di ANIE e organizzare cluster assiot (PMI, Aggregati, Ingranaggi, Cuscinetti …), nonché consolidare iniziative in materia di acquisti e offrire un amplio portafoglio di corsi tecnici e non; infine Assiot si propone di creare un nuovo format di giornata economica e di giornata tecnica (in aggiunta a TECO).