Le tensioni geopolitiche legate al conflitto tra Russia e Ucraina vanno peggiorandosi, a discapito, ancora una volta, dell’industria europea e italiana. La previsione di eventuali sanzioni all’alluminio russo, infatti, agitano il comparto già provato da difficoltà di reperimento di materie prime e caro energia, che da solo preoccupa il 57% delle imprese della filiera italiana.
Una situazione con effetti diretti sull’andamento delle imprese, che nel secondo quadrimestre subiscono una contrazione rispetto al primo quadrimestre 2022: sono cinque su dieci quelle a dichiararsi soddisfatte e con un portafoglio ordini adeguato (55%) e la maggior parte (68%) ha poca fiducia per il futuro. È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio Mecspe di Senaf sul secondo quadrimestre 2022, con particolare riferimento al comparto dell’alluminio.
Nonostante tutto le aziende dell’alluminio hanno voglia di crescere dimensionalmente nei prossimi anni (76%), attraverso l’utilizzo di fondi privati e pubblici (42%) e per qualcuno (5%) anche attraverso la quotazione in borsa. Bene l’export per il comparto italiano (72%) soprattutto verso territori chiave per la catena di valore dell’alluminio, come Germania, Francia, Spagna e Polonia e crescono le esportazioni in Medio Oriente (27%) e Nord America (33%).
Proprio con l’obiettivo di approfondire le possibilità di sviluppo del settore in un contesto europeo e internazionale, i principali protagonisti della filiera dell’alluminio si incontreranno a Metef, l’expo internazionale per l’industria dell’alluminio, della fonderia e pressocolata, delle trasformazioni, lavorazioni, finiture e usi finali, che si svolgerà a BolognaFiere dal 29 al 31 marzo 2023. La manifestazione, organizzata da Senaf, si terrà in contemporanea a Mecspe, il più importante appuntamento dedicato alle innovazioni per l’industria manifatturiera.
Metef sarà dunque un luogo privilegiato per il confronto anche sulle azioni da mettere in campo per affrontare questo periodo di incertezza e difficoltà. L’aumento dei prezzi delle materie prime ha avuto un impatto negativo per il 94% delle imprese, colpite anche da caro energia (77%) e inflazione (55%). Una situazione che preoccupa e che ha prodotto aumenti dei prezzi dei prodotti finiti (83%), ritardi nelle consegne (65%) e una crescita inferiore alle aspettative (43%). Si ricercano allora soluzioni possibili per affrontare questa fase, in primis cercando di ridurre i costi di produzione attraverso azioni di ottimizzazione ed efficientamento (52%), l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili (56%), l’uso di dispositivi a basso consumo energetico (74%) e l’isolamento termico degli edifici (37%).
Misure importanti anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, ambito in cui quattro imprese su dieci si considerano già all’avanguardia.