Ritrovata fiducia nel futuro, ottimi dati economici e percorso di innovazione e digitalizzazione saldamente avviato: sono le principali indicazioni che provengono dal comparto della meccanica italiana raccolte dall’Osservatorio MecSpe, realizzato da Senaf e presentato in occasione dell’inaugurazione di MecSpe (Fiere di Parma, 22-24 marzo), all’interno della tappa conclusiva dei “Laboratori MecSpe Fabbrica Digitale – La via italiana per l’industria 4.0” dedicata al tema dell’‘Uomo al centro della fabbrica digitale’.
Secondo l’Osservatorio, per le PMI della meccanica il 2017 si è chiuso con fatturati in crescita per oltre la metà delle imprese (61,4%) e una situazione occupazionale positiva: se nel 43,8% dei casi il numero di addetti non è variato, ben il 50% delle imprese intervistate ha assunto nuovo personale e il 48,4% dichiara che il numero dei dipendenti in azienda aumenterà anche nel corso del 2018.
Molto buone anche le aspettative sulla variazione di fatturato per il 2018: il 63,1% del campione intervistato prevede un incremento mentre solo il 5,4% ritiene che ci sarà calo. Un contesto che soddisfa gli imprenditori, con quasi sette su dieci (69,4%) ampiamente appagati dall’andamento attuale della propria azienda, un grado di soddisfazione superiore di circa 10 punti percentuali rispetto a quello registrato dall’Osservatorio MecSpe dello scorso anno (59,9%).
Si respira una consapevolezza positiva, anche tirando le somme sul proprio percorso verso l’innovazione e la valutazione della propria posizione aziendale in rapporto al processo di Industria 4.0: più di un terzo degli intervistati (36,9%) si sente in linea con le competenze richieste, mentre il 17,2% ritiene di stare precedendo le azioni dei competitor.
Capitolo particolarmente importante è quello relativo alla trasformazione digitale in corso nelle aziende: il 49,7% del campione analizzato ritiene che negli ultimi anni la propria azienda abbia avuto un’evoluzione digitale e il 51,4% ritiene di avere un livello di conoscenza alto o sufficiente rispetto alle opportunità tecnologiche digitali presenti sul mercato. La medesima percentuale delle imprese (51,4%) percepisce la propria azienda come annoverabile tra quelle innovative.
A più di un anno di distanza dalla presentazione del Piano Nazionale Industria 4.0 ben il 67,1% degli imprenditori giudica positivamente o discretamente gli effetti sul settore, seppur esprimendo la necessità di un piano pluriennale e di una minore attenzione rivolta alle grandi imprese. In particolare, tra le iniziative previste, si attribuisce grande rilevanza all’iper-ammortamento di macchinari funzionali alla digitalizzazione (71,5%), al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (67,8%), al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (63%) e al potenziamento del fondo di garanzia per le PMI (52,8%).
“La consapevolezza che innovazione e formazione possano rappresentare il volano per la propria azienda è oramai matura nelle imprese italiane che operano nel comparto della meccanica” commenta Maruska Sabato, Project Manager di MecSpe. “Le aziende hanno accettato la sfida della digitalizzazione e stanno mettendo in campo risorse e strumenti per essere protagonisti della Fabbrica Digitale 4.0, un modello che mira sempre di più verso l’efficienza dei processi, il miglioramento della performance e la valorizzazione dell’uomo, che deve continuare a rimanere il protagonista di ogni processo”.
Positivi anche i giudizi sulla riconferma e il rafforzamento degli strumenti di Impresa 4.0 per il triennio 2018-2020: il 41,8% delle aziende dichiara che possono fare la differenza, consentendo alle aziende di fare un notevole passo in avanti, mentre il 31% del campione li valuta discretamente, asserendo come siano una buona base di partenza, per quanto non esaustiva.
La formazione in azienda è sempre di più percepita come una priorità, con il 63,1% delle imprese intervistate che ha dedicato più di 10 ore per dipendente alla formazione interna e il 12,6% che ne dedica oltre 40. I fattori considerati come critici dalle imprese riguardano i tempi giudiziari in caso di controversia, considerati troppo lunghi (31,7%), la burocrazia (26,7%) e gli aspetti fiscali (16,3%). Seguono la carenza di formazione tecnico professionale (11,2%) e la forte concorrenza nel mercato, che influisce sul prezzo di vendita (10,6%). Dal punto di vista della preparazione complessiva che la quarta rivoluzione industriale richiede al personale nell’analisi e gestione dei dati, il livello di competenze è giudicato alto dal 29,3% degli intervistati e medio da circa la metà degli imprenditori (52,1%).
Le PMI della meccanica che a oggi hanno introdotto nuove tecnologie abilitanti, hanno privilegiato soluzioni per la sicurezza informatica (59,9%) e la connettività (53,1%) – settori in cui si registra anche il livello di conoscenza maggiore da parte delle aziende – la simulazione (29,3%), l’Internet of Things (28,6%), il cloud computing (24,5%) e la produzione additiva (19%). Entro la fine dell’anno in corso, inoltre, il cloud computing e la connettività saranno presenti in un ulteriore 17,7% delle imprese intervistate. L’Internet of Things nel 16,3% delle aziende e la produzione additiva e la sicurezza informatica nel 15%.
Rispetto alla ricerca di nuove professionalità che facciano fronte alle sfide dell’industria 4.0, il 37,1% si indirizza perlopiù verso le Università, il 36,4% verso Agenzie di ricerca del personale, il 35,8% utilizza come bacino gli istituti tecnici e il 23,8% le società di consulenza.
Per quanto riguarda gli investimenti in Ricerca & Innovazione per il 2018, il 22,5% delle imprese intervistate dichiara che destinerà a questa voce nel corso dell’anno dal 10% al 20% del proprio fatturato e l’11% del campione esaminato dedicherà una percentuale superiore al 20%. Per accelerare il processo di avvicinamento all’innovazione della propria azienda, il 50,6% delle imprese punta su consulenze mirate, il 40,3% utilizza il metodo della comparazione con le aziende analoghe e il 34,1% punta sul trasferimento di conoscenza. Il processo di digitalizzazione è, secondo il 79,7% degli imprenditori del comparto della meccanica, un percorso che deve coinvolgere l’azienda nella sua totalità o perlomeno una sua buona parte.
La digitalizzazione generale raggiunta in azienda è alta, soprattutto quando si parla della relazione con il cliente e dei canali di vendita e marketing (62,4%), di progettazione e sviluppo del prodotto (51,5%) e di relazione con il fornitore di macchine (49,1%). Tra gli effetti maggiormente attesi, il 60% prevede fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 69,7% prospetta lo stesso risultato per quanto riguarda la riduzione dei costi.
Al momento, i principali fattori di rallentamento della digitalizzazione sono rappresentati da un rapporto incerto tra investimenti e benefici (per il 48,4% delle aziende), dalla mancanza di competenze interne (36,8%), dall’arretratezza delle imprese con cui si collabora (31%), nonché dagli investimenti richiesti troppo alti (29,7%). Non c’è invece dubbio su quale sia la figura driver preposta a stimolare/guidare il processo di innovazione digitale in azienda: il 55,2% indica l’imprenditore. A seguire, il Direttore IT/Responsabile di Sistemi Informativi (10,9%), il Direttore tecnico (7,3%) e il Direttore Ricerca & Sviluppo (6,1%).