L’export che cresce meno delle vendite in Italia è il dato più significativo emerso dalle ultime rilevazioni dell’Osservatorio Ipack-Ima, la principale fiera europea del 2018 per l’industria del processing & packaging, in programma a Fiera Milano dal 29 maggio al 1 giugno prossimi.
Lo studio, semestrale, è stato realizzato su un campione di aziende operative lungo tutta la filiera del processing e packaging (costruttori di macchine di processo e confezionamento, fornitori di componentistica, produttori di materiali) che servono vari settori industriali suddivisi nelle cosiddette business community (food, fresh & convenience; meat & fish; pasta, bakery, milling; beverage; confectionery; chemicals, home & industria, health & pesonal care). I risultati della ricerca evidenziano infatti come nel primo semestre 2017 sia cambiata la composizione delle vendite: i fatturati esteri sono cresciuti in media meno del giro d’affari nazionale, fenomeno in gran parte determinato dall’utilizzo degli incentivi del Governo italiano sull’acquisto di beni strumentali.
Il trend positivo sul mercato domestico sta proseguendo anche nel secondo semestre dell’anno, dove peraltro è atteso un riallineamento della dinamica dell’export. La quota di imprese che registrerà fatturati in rialzo salirà di 10 punti percentuali raggiungendo l’85%, la metà delle quali vedrà incrementi al disopra del 5%.
Nel dettaglio delle varie business community, nei primi sei mesi 2017 il segmento food fresh & convenience ha registrato per la maggioranza delle aziende una crescita compresa tra 0 e +5%. Rispetto alle previsioni, il fatturato estero è salito di 2 punti percentuali, mentre quello complessivo (Italia + estero) è cresciuto dell’11% per effetto delle vendite nazionali. Le stime sul semestre in corso vertono per un ulteriore miglioramento di tutte e tre le variabili di indagine (vendite totali, estere e occupazione).
Il segmento meat & fish, pur con dinamiche di crescita contenuta, recupera terreno e chiude il primo semestre 2017 con 10 punti percentuali oltre la soglia delle attese. Il visibile miglioramento ha determinato una revisione delle aspettative sul secondo semestre facendo salire a quota 83% le imprese che prevedono incrementi di fatturato.
In crescita il settore pasta, bakery & milling, anch’esso più in termini di fatturato complessivo (73% delle aziende) che estero (53%). Le previsioni per il semestre in corso vedono una maggiore diffusione sia delle aspettative di crescita delle vendite totali (per l’86% delle aziende), sia delle vendite estere (per quasi 3/4 degli operatori).
Il beverage ha confermato le previsioni di crescita all’estero (pur con tassi mediamente inferiori), rivelando però performance migliori alle attese per quanto riguarda il fatturato globale, cresciuto per il 79% delle aziende contro il 71% stimato, e con tassi peraltro più sostenuti. Per il secondo semestre 2017 si prevede uno sviluppo più o meno in linea con i consuntivi, specialmente nell’ambito di previsioni di crescita superiore al 5%.
Penalizzato da aspettative largamente sovrastimate per il 2017, il segmento confectionery ha presentato crescite nell’export solo per il 60% delle aziende (la totalità degli operatori prevedeva incrementi). La percentuale sale all’80% nelle vendite complessive. Le imprese hanno pertanto ridimensionato le aspettative per il semestre corrente ponendole all’incirca in linea con i consuntivi dei primi sei mesi.
Stesso quadro anche per il chemicals home & industrial dove la quota di imprese con fatturati esteri in crescita è stata di 20 punti percentuali inferiore rispetto a quanto previsto (-10% in riferimento al giro d’affari complessivo). Per il semestre corrente si stima una ripresa più marcata dell’export.
Rispetto ai risultati della prima parte dell’anno, che non hanno ricalcato le attese, il segmento health & personal care è previsto in crescita nel semestre in corso, soprattutto sul fronte dei fatturati esteri (+17%), ma le opinioni sono più che positive anche riguardo alla crescita complessiva del settore.
Scomponendo l’andamento per tipologie di macchinari o materiali prodotti dalle aziende, le macchine di processo hanno registrato un disallineamento tra previsioni e dati effettivi (il 52% delle aziende è cresciuta all’estero e il 48,6% sul fatturato complessivo) che ha determinato una revisione delle aspettative di crescita per il semestre corrente: prevedono di ottenere fatturati complessivi in crescita il 69,7% delle aziende, mentre il giro d’affari realizzato con le esportazioni dovrebbe essere in aumento per il 71,4% delle imprese. Un’elevata aderenza dei dati previsionali con i risultati effettivi si è invece registrato nell’altro segmento dei beni strumentali costituito dai costruttori di macchine per il packaging. Crescono le aspettative sulla seconda parte dell’anno con il 78% (63% nel primo semestre) degli operatori che prevede un incremento delle vendite estere e l’83% (72% nei primi sei mesi) dei ricavi complessivi. Aumenta significativamente anche la quota (tra il 25% e il 35%) di imprese che prevede un’elevata crescita (> del 10%) dei fatturati.
Coerentemente con quanto osservato per il settore dei macchinari per il packaging, anche i produttori di materiali da imballaggio hanno evidenziato previsioni molto vicine ai consuntivi. Le aspettative per il semestre corrente sono di una crescita sostanzialmente stabile, in linea con l’andamento dei primi sei mesi. Le imprese della componentistica hanno visto confermarsi le previsioni ottimistiche formulate nel 2016. Il 70,5% delle imprese ha generato fatturati export in crescita con vendite sul mercato domestico molto al disopra delle aspettative. Secondo una larga maggioranza di operatori del settore il secondo semestre rispecchierà lo stesso positivo trend della prima metà del 2017.
L’indagine ha rilevato anche i rischi percepiti dagli operatori del campione riguardo la profittabilità del proprio business. Pur con intensità variabile a seconda dei diversi segmenti produttivi, le principali minacce riguardano l’inasprimento del clima concorrenziale causato da una maggiore aggressività dei competitor (25,6% dei rispondenti contro il 20% del semestre precedente), i fattori macroeconomici incidenti a vario titolo sulle vendite (8,9% contro il 12%), l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia (20% contro il 25%), i costi dei servizi (12%) e del lavoro (13% – percezione stabile) e i cambiamenti avversi del regime tributario (12% in linea con il sentiment precedente). Minor peso hanno le minacce che vanno a influire direttamente sulla gestione finanziaria delle imprese, come l’accesso al credito e il relativo costo, percepite solo dal 6% dei rispondenti.
L’Osservatorio IPACK-IMA evidenzia, dunque, un clima generalizzato di fiducia che si riflette anche nelle adesioni alla fiera. A sei mesi dall’apertura della manifestazione sono, infatti, oltre 800 le aziende che hanno già confermato la loro partecipazione e stanno lavorando per presentare in fiera le loro ultime innovazioni.