È di pochi giorni fa la divulgazione dell’ultimo Osservatorio Industria 4.0 redatto dalla School of Management del Politecnico di Milano, presentato in occasione del convegno “Industria 4.0: Produrre, Migliorare, Innovare” che si è tenuto a Milano all’Auditorium di Assolombarda. “Negli ultimi due anni il mercato della digitalizzazione industriale è quasi raddoppiato, spinto da una politica industriale moderna e rafforzato dagli incentivi, mentre la consapevolezza di Industria 4.0 e la conoscenza delle nuove tecnologie sono ormai diffuse in quasi tutte le realtà produttive del Paese” hanno spiegato Alessandro Perego, Andrea Sianesi e Marco Taisch, responsabili scientifici del rapporto.
Tornando al dettaglio dei dati, risulta che nel 2017 in Italia il mercato di Industria 4.0, tra soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi collegati, abbia totalizzato un valore compreso fra 2,3 e 2,4 miliardi di euro. Per il 90% si è trattato di progetti Industrial IoT, Analytics e Cloud Manufacturing.
Inoltre, risulta in aumento la conoscenza di cosa si debba intendere per Industria 4.0: solo il 2,5% delle imprese non sa cosa sia, il 55% ha già realizzato soluzioni 4.0, e mediamente ogni impresa ha già adottato 3,7 applicazioni, soprattutto IoT e Analytics.
Su un campione di 236 imprese il 92% conosce le misure del Piano Nazionale Industria 4.0, metà dichiara di aver usufruito di iper e super-ammortamento, 1 su 4 di aver investito più di 3 milioni di euro. Circa il 30% delle aziende si sente pronto per affrontare l’Industria 4.0, il 24% intende colmare il divario attraverso la formazione del personale. 6 su 10 useranno il credito di imposta per la formazione 4.0. Infine, sono state censite 215 start-up nell’Industria 4.0, che hanno raccolto finanziamenti per 2,5 miliardi di dollari.
“Ora è necessario che ogni impresa allinei questa maturità digitale ai propri obiettivi di business, partendo dal fatto che le nuove tecnologie sono il fondamento di Industria 4.0 e non il suo punto di arrivo, ripensando processi e modelli organizzativi nel difficile equilibrio tra gestione operativa, miglioramento continuo e innovazione radicale” hanno sottolineato i responsabili dell’Osservatorio.
“Il Piano Nazionale ha svolto finora un eccellente ruolo di acceleratore della trasformazione 4.0, sia diffondendone la conoscenza, sia favorendo fiscalmente gli investimenti privati” hanno proseguito Perego, Sianesi e Taisch “ma è verosimile che il suo stimolo non possa proseguire all’infinito: la prossima grande sfida per consolidare e far crescere ulteriormente il mercato sarà identificare il giusto percorso per coinvolgere le PMI, che rappresentano il vero cuore della manifattura italiana, nella trasformazione digitale”.
Guardando alle tecnologie, sono quasi 900 le applicazioni 4.0 dichiarate dalle 236 imprese analizzate, per una media di 3,7 applicazioni adottate per ciascuna, distribuite nelle tre aree dei processi aziendali: Smart Lifecycle (sviluppo prodotto, gestione del ciclo di vita e gestione dei fornitori), Smart Supply Chain (pianificazione dei flussi fisici e finanziari) e Smart Factory (produzione, logistica, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto norme). Le tecnologie abilitanti che stanno guidando la trasformazione delle imprese italiane, diffuse in tutte le tre aree di processo, sono Industrial IoT e Industrial Analytics, che insieme rappresentano circa il 40% delle applicazioni dichiarate. “I risultati della ricerca mostrano una crescita omogenea di tutte le tecnologie e le aree di processo, a dimostrazione del grande fermento dell’Industria 4.0 italiana” ha illustrato Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0. “Ormai non c’è realtà industriale che non si sia confrontata con questo cambiamento, ma a stupire è soprattutto la transizione da progetti pilota a vere e proprie attività sul campo. Un segnale di maturità tecnologica che rivela come l’Industria 4.0 sia sempre più inserita in un percorso di digitalizzazione che fa parte del piano strategico aziendale”.
Infine, il sondaggio condotto dall’Osservatorio ha rivelato che il 50% delle imprese ha già concluso o avviato una valutazione delle competenze 4.0 e più di 1 su 4 (26%) ha intenzione di farlo in futuro. La valutazione interessa tutte le funzioni aziendali (la produzione in particolare) e tutte le figure presenti in azienda, dagli operai ai manager fino all’imprenditore. Da queste analisi emergono 5 competenze principali necessarie per abilitare la trasformazione 4.0: applicazione lean manufacturing 4.0, gestione della supply chain digitale, cyber-security, manutenzione smart e relazione persona/macchina.
In media, circa il 30% delle aziende dichiara di sentirsi preparata per affrontare l’Industria 4.0; tra le rimanenti, iI 24% di queste intende colmare il divario attraverso la formazione del personale e l’11% acquisendo le competenze mancanti all’esterno, mentre una minoranza afferma che l’azienda si è già dotata di un piano strutturato per la formazione o la selezione delle competenze 4.0. Per formare il personale, il 60% ha deciso di usufruire del credito di imposta per la formazione 4.0 o ci sta pensando, mentre il 19% ancora non conosce questo incentivo. La funzione HR, tuttavia, risulta scarsamente coinvolta in queste iniziative e nello sviluppo delle strategie di Industria 4.0: solo il 12% del campione, infatti, dichiara di coinvolgere attivamente la funzione HR in tutte le fasi del percorso di digitalizzazione, contro un 30% in cui l’HR partecipa in modo limitato e un 40% in cui la funzione HR non è coinvolta o non esiste. “Nel complesso, dai risultati dell’indagine emerge un quadro incoraggiante, con la maggior parte delle imprese che ha ormai compreso l’importanza delle competenze 4.0 e ha avviato percorsi per valutare i fabbisogni e avvalersi degli incentivi per la formazione, mentre sono all’orizzonte piani e investimenti per portare le competenze 4.0 nel cuore della manifattura italiana” ha commentato Sergio Terzi, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0. “Si osserva ancora tuttavia una certa marginalità del ruolo dell’HR nella valutazione delle competenze come nello sviluppo della strategia di Industria 4.0, mentre per costruire una manifattura 4.0 sostenibile dal punto di vista economico, sociale e umano, il pieno coinvolgimento delle Direzioni HR è un passaggio di fondamentale importanza”.
Un articolo completo relativo all’indagine sarà pubblicato sul numero di settembre 2018 di Automazione Oggi.