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Operare in sicurezza con il cloudERT

Secondo lo studio il 52% di quelli che hanno risposto è preoccupato del fatto che i servizi cloud non siano comprovati e quindi siano troppo rischiosi; il 36% è assolutamente d’accordo che “i dati non siano sicuri nella cloud”. Inoltre, il 63% afferma di voler sapere dove vengono collocati i dati.

Per semplificare l’accesso ai servizi cloud e rassicurare gli utenti sugli elevati livelli di sicurezza e privacy offerti dalle soluzioni Microsoft, il servizio per la produttività cloud di nuova generazione Office 365 è la prima piattaforma a offrire primari standard di privacy e sicurezza delle informazioni per i clienti che operano in Unione Europea e Stati Uniti.

Nell’ambito del proprio impegno contrattuale con i clienti, Microsoft sottoscriverà i requisiti previsti per le clausole modello UE, che consentono ai clienti di certificare la conformità alla severa Direttiva sulla Protezione dei Dati della Commissione Europea e alla legge “Health Insurance Portability and Accountability Act” (Hipaa) in vigore negli Stati Uniti.

“L’annuncio della scorsa settimana relativi alla decisione di inserire le ‘model clauses’ nei nostri contratti cloud è un passo importante e decisivo per lo sviluppo dei servizi online sul cloud e per rassicurare i clienti sui timori relativi al trattamento dei loro dati personali e la sicurezza della piattaforma online” ha dichiarato Pier Luigi Dal Pino, Direttore Centrale per le Relazioni Istituzionali e Industriali di Microsoft Italia.

“In conformità con le richieste dell’Europa e per ottemperare alla normativa USA, abbiamo voluto accelerare la decisione per garantire agli utenti nel cloud di sentirsi garantiti dai più stringenti standard sulla privacy e la sicurezza. Solo in un contesto come questo è possibile adesso offrire ai clienti la tranquillità necessaria ad accedere ai servizi cloud ed il nostro augurio è che l’intera offerta di mercato si conformi quanto prima a modelli contrattuali conformi alle richieste Europee” ha sottolineato Dal Pino.

La decisione è stata accolta favorevolmente da Rosario Imperiali, Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Italiano per la Privacy, che commenta così la notizia: “Cloud computing ok, senza però che le tutele dei consumatori rimangano fra le nuvole: prima fra tutte la protezione dei loro dati. La fiducia fa la differenza per far decollare qualsiasi business: per questo soluzioni come l’adozione di clausole contrattuali modello che rispondano alle legittime aspettative dei clienti di grandi corporations fa bene ad economia e tutela dei diritti”.

Microsoft: www.microsoft.com/italy