Di Armando Martin
La scomparsa di Alessandro De Carli lascia un vuoto profondo. Nato a Roma nel 1937, il professor De Carli ha insegnato Controlli Automatici, Fondamenti di Automazione e Automazione Industriale in varie università italiane dal 1967 fino al progetto E-Campus che aveva contribuito a creare alla fine degli anni 2000. Ma è soprattutto alla Sapienza, fin dal 1984, che si è concentrata la sua carriera di professore ordinario di Ingegneria e Tecnologie dei Sistemi di Controllo. La sua attività non è rimasta circoscritta al mondo accademico. Era infatti un profondo conoscitore della realtà produttiva italiana e internazionale. È stato Presidente Anipla (Associazione Nazionale Italiana per l’Automazione) dal 1999 al 2001, oltre che consulente tecnico, chairman e membro di vari comitati scientifici, tra cui quelli delle riviste Automazione e Strumentazione e Automazione Oggi.
Le sue ricerche si sono focalizzate sui temi delle macchine elettriche, del motion control e dei sistemi di azionamento. Negli ultimi anni i suoi contributi più originali sono venuti da campi di studio fortemente innovativi: UML, data processing, simulazione, realtà virtuale, logica fuzzy e controllo intelligente. Anche per questo motivo era tra i pochi in Italia a interpretare convintamente il ruolo trainante rappresentato dall’Automazione.
Il suo apporto alla cultura dell’Automazione è stato soprattutto metodologico. Per De Carli era fondamentale coniugare aspetti teorici, applicativi ed economici nell’affrontare le tecnologie industriali. In quest’ottica si è sempre speso per favorire il dialogo e le sinergie tra il mondo universitario e l’industria. In secondo luogo, ha continuamente sostenuto la necessità di abbracciare un metodo razionale: analizzare i problemi nel loro insieme, trovare il modo per relazionarli, cercare i significati profondi. Riteneva, e noi non possiamo che trovarci d’accordo, che è il sapere sistemico a fare la differenza e per questo va ricercato con assiduità.
Amato dai giovani, disponibile e aperto alle novità, Alessandro De Carli ha impresso nei suoi studenti un ricordo speciale. Nei suoi corsi insisteva sulla necessità di fondere etica, entusiasmo e coraggio nell’abbracciare nuove idee. Solo da questo atteggiamento, genuino ed elegante insieme, nasce un autentico sviluppo scientifico e umano. L’alternativa, ripeteva spesso con una nota di umorismo, è quella di diventare degli “spalatori di bit”. A giudicare dall’eccellenza dei suoi allievi, a pochi di loro è toccata questa sorte.