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Olimpiadi Fanuc della robotica, vince l’IIS Marzotto-Luzzatti di ValdagnoERT

La seconda edizione delle Olimpiadi Fanuc della Robotica, concorso di robotica industriale rivolto agli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado e agli Istituti Tecnici Superiori, ideata da Fanuc con il patrocinio di Politecnico di Milano, Anipla, Assolombarda, Fondazione Ucimu, Cnos-FAP, SIRI e WorldSkills, ha visto per 2 giorni, giovani talenti provenienti da 14 istituti superiori di tutta Italia sfidarsi in prove di programmazione robotica, sia teoriche che pratiche, allineate agli standard internazionali del settore.

Per loro un set di premi a riconoscimento dell’abilità mostrata nel risolvere le prove della gara.

Insieme alle tre squadre salite sul podio, anche i team formati da:

parteciperanno ai campionati WorldSkills Piemonte 2024, competizione valida per la qualificazione ai campionati europei di robotica EuroSkills 2025, e ai campionati nazionali WorldSkills Italy, di cui Fanuc è global partner e sponsor per la categoria “Robot Systems Integration” (integrazione di sistemi robotici).

Unire le competenze alla passione e alla voglia di fare

“È fondamentale avere le giuste competenze per entrare nel mercato del lavoro, ma è altrettanto importante mostrare passione ed entusiasmo per quello che si fa” ha dichiarato Mirko Cazzaniga, Education Business Developer di Fanuc Italia nel corso della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. “Questo perché il mondo del lavoro cambia molto velocemente, le tecnologie si trasformano, e quello che si è appreso sui banchi di scuola dopo un po’ non è più sufficiente. Essere curiosi, avere voglia di aggiornarsi giorno dopo giorno: sono queste le chiavi per aprire le porte del successo lavorativo, ad ogni età”.

La scuola è la prima responsabile di trasferire le skill richieste dall’industria, ma per riuscire a stare al passo coi tempi anche il supporto di aziende come Fanuc, che vivono questi cambiamenti in prima linea, è essenziale.

Ad aprire le Olimpiadi, i rappresentanti degli enti patrocinanti la manifestazione:

Barbara Colombo, Presidente di Ucimu-Sistemi per produrre; Domenico Appendino, Presidente di SIRI; Niccolò Lucci, Ricercatore in Robotica e automazione industriale presso il Politecnico di Milano; Maurizio Todeschini, Segretario nazionale del settore della Meccanica Industriale presso Cnos-FAP Salesiani; Carlo Marchisio, Membro del Consiglio Direttivo di Anipla; e Davide Ballabio, Referente Area Sistema Formativo e Capitale Umano di Assolombarda. Insieme a loro anche un rappresentante del mondo industriale, Michele Ambrogio, Quality Assurance Manager di Michelin; e un riferimento la divulgazione industriale a mezzo social come Antonino Giacobbe, Fondatore di Ingegneria Italia.

I commenti

Michele Ambrogio, Quality Assurance Manager di Michelin:

“La sfida è riuscire a mantenere la manifattura sempre al passo con i tempi, attrattiva ed efficiente, introducendo le innovazioni tecnologiche che il mercato ci presenta, come ad esempio l’intelligenza artificiale. Per questo le nuove generazioni sono indispensabili e utilissime. Però bisogna abbandonare completamente quelli che sono dei concetti nozionistici di know-how, ma avere piuttosto la capacità di vedere il futuro, di riconoscere quali sono i prodotti e i processi che potranno essere interessanti negli anni successivi. La cosa fondamentale è essere curiosi, e saper imparare nel corso di tutta la vita”.

Barbara Colombo, Presidente di Ucimu-Sistemi per produrre:

“Quando sono diventata Presidente di Ucimu, uno dei punti del mio programma era quello di costituire una Academy che facesse da ponte tra il mondo industriale e il mondo della scuola. Questo perché con la transizione digitale degli ultimi anni si è aperto un varco per l’ingresso dei giovani nelle aziende. I giovani hanno la capacità di apprendere le novità molto velocemente, ma vanno accompagnati in questo percorso di crescita. L’idea della Academy Ucimu, e dei percorsi formativi interni all’azienda, serve proprio a fornire ai ragazzi le chiavi giuste per interpretare il futuro”.

Domenico Appendino, Presidente di SIRI:

“L’Italia è sempre stato un Paese protagonista dell’innovazione in ambito robotico. Molti anni fa da costruttore, oggi soprattutto da utilizzatore di robot nella realizzazione di sistemi robotici anche complessi, dove a fare la differenza sono le capacità degli integratori. È importante comprendere che i robot non portano via il lavoro alle persone, ma le sollevano dal dover compiere lavori pericolosi o faticosi, che grazie ai robot non devono più fare. E parallelamente, i robot creano nuovi posti di lavoro, dove la skill non è più data dalla forza fisica ma dall’ingegno. In questo in Italia siamo molto bravi. Ed è in qui che i ragazzi potranno trovare il loro posto, far vedere di cosa sono capaci. La scuola ha un ruolo importante, perché insegna ai giovani ad apprendere come adeguarsi alle novità, imparando come imparare tutta la vita”.

Antonino Giacobbe, Fondatore di Ingegneria Italia:

“Il nostro obiettivo come Ingegneria Italia è fare conoscere ai giovani cosa succede e come funzionano le cose all’interno delle aziende, perché spesso i ragazzi non sanno bene cosa aspettarsi dopo la scuola. Agli studenti consiglio di interrogarsi su quali competenze le aziende richiedono, che però nel corso del tempo cambieranno inevitabilmente. Quello che non cambierà mai è la voglia di fare, la voglia di scoprire e l’ottica propositiva volta al miglioramento, perché è questo che farà veramente la differenza nel mondo del lavoro”.

Niccolò Lucci, Ricercatore in Robotica e automazione industriale presso il Politecnico di Milano:

“Tutte queste iniziative che mettono in relazione il mondo accademico e del lavoro sono molto apprezzabili, perché forniscono agli studenti esempi da seguire per essere pronti per il futuro. Tra le competenze che devono conoscere coloro che un domani lavoreranno in ambito industriale sicuramente ci sono il coding e l’intelligenza artificiale. A volte si tende a spaventarsi delle nuove tecnologie e nuove skills. Invece le innovazioni vanno studiate e comprese, per non averne paura e per imparare ad utilizzarle al meglio”.

Maurizio Todeschini, Segretario nazionale del settore della Meccanica Industriale presso Cnos-FAP Salesiani:

“Una delle contraddizioni della vita moderna dei giovani è che se da un lato vivono quotidianamente in un mondo completamente digitale, dall’altro quando entrano a scuola spesso si ritrovano catapultati in un mondo prettamente analogico. La scuola cerca di accorciare le distanze, rinnovandosi e mettendosi al passo con i tempi. Ma è fondamentale per i ragazzi capire che la vita non è fatta dal rincorrere ciecamente le mode, bensì assimilare quanto più possibile per poi imparare ad usarlo per adattarsi ai tempi che cambiano. In questo senso, il ruolo della scuola e degli insegnanti come accompagnatori formativi è prezioso. Senza dimenticare che è altrettanto importante che i docenti stessi siano essi stessi portatori del messaggio della formazione continua”.

Carlo Marchisio, Membro del Consiglio Direttivo di Anipla:

“Da quasi 15 anni abbiamo istituito in Anipla gli incontri formativi tra studenti e aziende, consapevoli già allora che la chiave del futuro stava nell’instaurare una sinergia efficiente tra lavoro e scuola. Oggi, il vantaggio dato dalla pervasività della tecnologia è immenso, e offre ai ragazzi numerose opportunità di approfondimento, che vanno sfruttate perché costituiscono un bagaglio di conoscenza unico”.

Davide Ballabio, Referente Area Sistema Formativo e Capitale Umano di Assolombarda:

“Ci occupiamo di formazione su due fronti. Da un lato la cura delle competenze dei lavoratori già inseriti in azienda, dall’altro aiutiamo le aziende a costruire un ponte con i ragazzi impegnati nel percorso formativo all’interno delle scuole. Perché in futuro il trasferimento delle competenze non potrà più avvenire solo a scuola o solo in azienda, ma in un ecosistema dove tutti gli attori coinvolti collaborano e si confrontano. L’obiettivo è la multidisciplinarietà, una visione olistica della crescita personale, perché le nozioni tecniche non bastano per andare avanti, occorrono anche competenze di organizzazione, di progettazione, oltre alle cosiddette soft skill”.