Si chiama Mongoose, la macchina di posizionamento delle fibre più grande al mondo realizzata da Ingersoll Machine Tools, società americana appartenente dal 2003 alla divisione Camozzi Machine Tools di Camozzi Group – realtà internazionale operante in diversi settori industriali, dall’automazione industriale alle macchine utensili, dalle macchine tessili alla lavorazione delle materie prime – sviluppata per Blue Origin, azienda americana creata da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, specializzata nel settore dei velivoli aerospaziali, per produrre i razzi dei veicoli spaziali che porteranno gli uomini sulla luna e, forse, anche su Marte.
Con Mongoose il Gruppo Camozzi traccia una nuova rotta nel futuro dell’industria aerospaziale. Una progettazione durata tre anni per realizzare il “gigante” a cinque piani, che misura 41x15x13 metri, che sarà disassemblato nelle prossime settimane e trasportato presso la Blue Origin di Bezos all’Exploration Park del Kennedy Space Center a Merritt Island, in Florida. La macchina sarà riassemblata sul posto e verrà utilizzata per la realizzazione di grandi componenti, quali serbatoi criogenici che saranno riempiti con ossigeno liquido e idrogeno per l’alimentazione dei razzi. Mongoose sarà altresì impiegata per la costruzione delle carenature, ovvero grandi strutture aerodinamiche che conterranno il carico utile del lanciatore come, ad esempio, una schiera di satelliti o strumentazioni delicate.
Un’ulteriore applicazione, per i macchinari Ingersoll, che producono materiali compositi in fibra, spesso di carbonio e giuntati con resina o resina epossidica per molteplici ambiti. I nuovi modelli di aeromobili, come ad esempio il Boeing 787, utilizzano compositi in sostituzione dell’alluminio, realizzati con macchinari progettati e prodotti dall’azienda. In dettaglio, il 70% di fibra di carbonio presente nelle fusoliere viene generata grazie all’ausilio della tecnologia Ingersoll.
Una partnership, quella siglata in questo settore, che rappresenterà un vantaggio non solo per l’azienda e i suoi dipendenti, ma anche l’intera comunità di Rockford. Il progetto Mongoose, infatti, è stato possibile grazie al contributo di molte imprese locali.