Microsoft e STMicroelectronics hanno annunciato una partnership che mira a ridefinire l’ecosistema dell’Internet of Things “all’Italiana”.
L’accordo di collaborazione è volto a promuovere la diffusione dell’Internet of Things in Italia. Capitalizzando il proprio know-how di leader tecnologici, le due aziende intendono supportare la produzione e la gestione di grandi volumi di dati e le esigenze di elaborazione di informazioni, aiutando gli ingegneri e le aziende italiane a creare prototipi e casi applicativi che connettano device basati sull’STM32 Open Development Environment (ambiente di sviluppo aperto) alle soluzioni cloud di Microsoft. Obiettivo del progetto, che prende avvio a livello locale, è quello di concretizzare un ecosistema di sviluppo “sensor-to-cloud” flessibile e scalabile, che consenta alle aziende di creare e prototipizzare applicazioni IoT sicure e scalabili da integrare in molteplici settori verticali, dai wearable alle smart city, dallo smart metering alla smart home, fino agli ambienti industriali intelligenti.
Fabio Santini, Direttore della Divisione Developer Experience and Evangelism di Microsoft Italia, ha sottolineato come il settore dell’IOT, in crescita fino a raggiungere gli 858 miliardi di dollari entro il 2020, con 50 miliardi di oggetti collegati a Internet per la stessa data (6,58 oggetti a persona), rappresenti una grande opportunità. A questo va aggiunto che oggi ci sono le giuste condizioni di contorno: i sensori sono più semplici da programmare e costano meno, la connettività è pervasiva, lo sviluppo è semplice, nuovi scenari applicativi spingono la domanda, i benefici economici attesi sono enormi.
Carlo Purassanta, AD di Microsoft Italia, ha spiegato che “l’Italia è terreno fertile per la crescita dell’Internet delle Cose”. Il perché lo ha sottolieato Alessandro Cremonesi, Group Vice President e Direttore Generale ST Central Labs di STMicroelectronics: “L’IOT è un mercato ideale per le piccole e medie aziende, tanto diffuse in Italia. Questo perché le barriere di ingresso (costo) sono ormai state abbattute, perché creare applicazioni e servizi sul cloud oggi è semplice, perché l’IOT si basa su standard ormai diffusi e non su tecnologie proprietarie”. Cremonesi ha poi aggiunto: “L’IOT è l’artigianato dell’elettronica e in Italia sappiamo fare belle cose”.
L’affettatrice 2.0
In occasione della presentazione dell’accordo, Daniele Salati Chiodini, direttore tecnico e consigliere delegato di Minerva Omega Group, azienda metalmeccanica specializzata in macchine per la lavorazione degli alimenti, ha portato la propria testimonianza spiegando come l’IOT abbia offerto una nuova marcia all’attività della propria azienda. “Recentemente la concorrenza da parte di Paesi con produzioni low cost, possibile per il basso contenuto tecnologico delle nostre macchine, ci stava mettendo in difficoltà. Era anche chiaro che la soluzione non poteva essere lavorare solo nella riduzione dei costi e nella delocalizzazione: una gara al ribasso che si sarebbe comunque persa”. L’azienda ha quindi puntato sull’innovazione, rendendo intelligenti le proprie macchine e offrendo servizi di manutenzione, controllo degli accessi, identificazione dei prodotti da lavorare, conteggio del materiale lavorato, sicurezza degli operatori. Il tutto grazie a una piattaforma IOT portata su cloud.
Franco Canna