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Microcelle a combustibile ai blocchi di partenzaERT

Il Dipartimento della Difesa Usa ha assegnato un contratto di 2.5 millioni di dollari a Nanomaterials Discovery per lo sviluppo di celle a combustibile in grado ci utilizzare materiali ad alto contenuto energetico. L’azienda americana utilizzerà delle nanotecnologie per sviluppare dei sistemi che convertiranno direttamente in energia elettrica delle sostanze chimiche ad alto contenuto energetico, come combustibili o esplosivi.

Il recente contratto è solo la punta dell’iceberg dello sforzo che governo ed industrie americane stanno compiendo nel campo delle microcelle a combustibile. Un settore che è doppiamente strategico: in campo industriale ed in quello militare. Lo sviluppo di microcelle a combustibile porterà ad incrementare enormemente l’autonomia degli odierni dispositivi elettronici portatili e renderà possibile l’uso di sistemi il cui dispendio energetico li rende attualmente inutilizzabili.

I colossi giapponesi dell’elettronica di consumo non stanno a guardare. L’interesse delle industrie nipponiche si concentra sulle microcelle a idrogeno, più adatte all’utilizzo nei prodotti di consumo. I principali nomi in questo settore sono Hitachi, Nec e Toshiba. Marchi che, in qualità di produttori, hanno una profonda conoscenza dei requisiti di potenza dei prodotti di consumo ed un intrinseco interesse in questo campo. I primi prototipi di dispositivi portatili con microcelle a combustibile dovrebbero vedersi già dal prossimo anno, mentre per il 2008 è previsto lo sviluppo del mercato di massa.

Negli Usa le microcelle a idrogeno o a combustibili organici non sono trascurate, Medis Technologies e Mti Micro Fuel Cells sono alcuni dei nomi che guidano la ricerca in questo settore. Usa, Giappone ed Europa sono i mercati in cui è previsto il maggior sviluppo della richiesta di questo tipo di dispositivi nei prossimi anni.