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Mercato italiano della strumentazione e automazione industriale: bene il 2011, cautela per il 2012ERT

In occasione dell’assemblea generale di GISI, l’associazione nazionale che riunisce 270 aziende italiane operanti in ambito di strumentazione e automazione industriale, svoltasi oggi sono stati rilasciati i dati che fotografano il valore complessivo del mercato italiano dell’automazione e strumentazione industriale.

Il comparto ha raggiunto nel 2011 il valore di 3.523 milioni di euro, facendo registrare un incremento pari al 7,2% rispetto al valore registrato nell’anno 2010 e un valore assoluto comparabile con i livelli di fatturato pre-crisi registrati negli anni 2007-2008.

È questo il dato principale che emerge dall’Osservatorio sull’andamento del Mercato Nazionale dell’Automazione e Strumentazione Industriale, Civile e di Laboratorio, lo studio realizzato da SDA Bocconi in esclusiva per GISI, il cui obiettivo è quello di monitorare il valore del mercato nazionale e di comprenderne le dinamiche di evoluzione. L’indagine, condotta su un campione di imprese che si stima rappresentino l’82% del mercato, ha posto in evidenza come, anche per il comparto automazione e strumentazione, la demografia aziendale sia tipicamente in linea con le caratteristiche del tessuto industriale italiano, con un campione esaminato composto per il 46% da imprese con classe di fatturato sotto la soglia dei 5 milioni di euro e per il 20% da imprese con fatturato fino ai 10 milioni di euro.

Giova ricordare che lo studio ha considerato una vasta tipologia di strumenti e sistemi di automazione e controllo, che sono state raggruppate in ben 18 categorie: dalla strumentazione industriale di misura e in campo ai sensori ed encoder; dagli analizzatori di gas e di liquidi agli attuatori e posizionatori; dagli azionamenti elettrici ai sistemi di controllo (di tipo DCS così come PAC, PLC, PC); dai sistemi di tipo Scada alla strumentazione da laboratorio, fino a comprendere le attività di service.

Le esportazioni si dimostrano il fattore di maggiore traino relativamente al valore stimato di 3.523 milioni di euro riguardante il mercato italiano, è interessante porre l’attenzione su due diversi elementi: da un lato la percentuale di composizione del fatturato complessivo, dall’altro lato le tendenze in atto.

Il venduto sul mercato interno (prodotto in Italia o ivi importato) ha fatto registrare un valore di 2.395 milioni di euro, pari al 68% del valore complessivo. La quota legata alle esportazioni complessivamente ha raggiunto un valore di 1.128 milioni di euro, suddivise in: 355 milioni di euro di export diretto (10% del mercato totale) e 773 milioni di Euro di export indiretto (22% del mercato totale).

Si evince come la maggior parte delle esportazioni dei prodotti di automazione e strumentazione passi attraverso contractor, OEM, società di ingegneria e altri soggetti similari.

È interessante notare come rispetto al 2010 la variazione percentuale di tutte e tre le destinazioni di sbocco abbia fatto registrare un valore positivo. Tuttavia è ben più interessante sottolineare come si sia nettamente differenziato il trend di crescita della domanda. In particolare, se nel 2011 il fatturato realizzato sul mercato interno ha registrato una crescita piuttosto contenuta pari al +3,6%, valori ben diversi si sono registrati relativamente all’export: le esportazioni dirette sono infatti cresciute del +13,1% e quelle indirette del +16,9%.

«Il mercato dell’automazione e strumentazione industriale fa sostanzialmente registrare la stessa tendenza che, in senso più generale, sta caratterizzando molti altri comparti tecnologici», dichiara Sebastian Fabio Agnello, presidente di GISI, che prosegue: «A fronte di una stagnazione del mercato interno a causa della sofferenza degli investimenti, l’export – soprattutto indiretto – si è configurato quale reale fattore di crescita, che ha permesso al mercato nazionale di riportarsi su valori paragonabili ai livelli pre-crisi, nonostante il mercato interno abbia ancora il fiato corto e si attesti intorno a valori equivalenti a quelli dell’anno 2005».

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, l’indagine ha posto in evidenza come l’industria manifatturiera sia il comparto più importante, rappresentando una quota percentuale pari al 50% circa del mercato (1.744 milioni di euro). Seguono l’industria di processo (1.215 milioni di euro), il laboratorio (302 milioni di euro) e la building automation (262 milioni di euro).

Il manufacturing, oltre a pesare di più in termini assoluti, è stato il macrocomparto che ha anche fatto registrare la dinamica più efficace, con un +9,3% di crescita sul 2010. Bene anche il laboratorio, cresciuto dell’8,7%. A seguire l’industria di processo (+5,4%) e la building automation (+0,3%), che ha inevitabilmente scontato gli effetti della perdurante situazione di stagnazione dovuta alla crisi del mercato immobiliare e delle infrastrutture.

Se il 2011 si è dimostrato un anno di crescita sul 2010, essenzialmente grazie alle buone performance dell’esportazione, segnali di cautela emergono relativamente alle rilevazioni effettuate in relazione all’anno in corso.

Per quanto riguarda il primo semestre 2012 il mercato sembra segnare il passo, con diminuzioni di fatturato orientativamente comprese in una forchetta tra il -3% e il -7%. Anche gli ordinativi sono in leggera flessione rispetto all’analogo periodo del 2011, facendo registrare lievi cali percentuali.

La stessa linea di leggera contrazione ha caratterizzato anche l’indagine effettuata sul secondo semestre 2012, per il quale, in linea con la diminuzione degli ordini dichiarata per il primo semestre, il fatturato sembra contrarsi lievemente.

«Pur essendo delle rilevazioni di tipo qualitativo, questi dati non possono non destare una certa apprensione negli operatori del settore, anche soprattutto alla luce dello scenario di attesa che a breve si andrà a configurare, complici le prossime elezioni politiche nazionali – dichiara il presidente GISI Sebastian Fabio Agnello -. Come Associazione siamo più che mai in prima linea. Il nostro obiettivo è quello di sostenere il business delle aziende nostre associate, offrendo loro quante più opportunità possibili di matching professionale con il mercato nazionale e internazionale; a tale proposito per il 2013 abbiamo pianificato una serie di iniziative – alcune delle quali completamente nuove – che ci vedranno impegnati in ambito tecnico, marketing e di sostegno promozionale».

Se le previsioni per l’anno in corso parlano di uno scenario nazionale improntato alla cautela, un’apertura positiva potrebbe invece arrivare a livello internazionale, sostenendo dunque ulteriormente le esportazioni, grazie a due fattori particolarmente significativi: la sostanziale stabilità che la rielezione del Presidente uscente ha garantito sui mercati statunitensi e il ricambio ai vertici del partito comunista cinese, che dovrebbero portare in misura ancora maggiore a un’apertura del grande paese asiatico alla comunità economica internazionale.