Con il Piano 4.0 presentato dal Ministro Calenda sembra giunto anche in Italia, per il manifatturiero, l’avvento della quarta rivoluzione industriale, grazie non solo alle misure economiche, ma soprattutto alle direttrici strategiche di intervento che puntano a valorizzare la ricerca dei centri di eccellenza e la formazione del capitale umano. Accanto, infatti, ai circa 32 miliardi di euro provenienti da investimenti privati, ai 10 miliardi di risorse pubbliche e ai 13 miliardi di incentivi, il piano prevede un progetto di formazione per 200mila studenti universitari e 3mila manager sui temi dell’industria 4.0, il raddoppio del numero degli iscritti agli istituti tecnici superiori e l’attivazione di almeno 1.400 dottorati di ricerca focalizzati su questo tema. A partire dal 2017 verranno inoltre istituiti i Competence center, che contribuiranno ad incrementare la conoscenza sul 4.0, coordineranno la ricerca e la progettazione delle nuove tecnologie e saranno il punto di riferimento dei Digital innovation hub, ovvero alcune selezionate sedi di Confindustria e di R.E.TE. imprese Italia, che faranno da ponte tra imprese, ricerca e finanza.
Oltre ad essere un prodotto smart, la macchina assume ruoli diversi a seconda di chi interagisce con essa e di chi, quindi, ha accesso alle informazioni. Quando agevola la gestione operativa, dando informazioni sullo stato di servizio e sulla serializzazione degli interventi manutentivi ci troviamo in un approccio di smart industry, mentre di smart services quando i dati di machining permettono ai fornitori di strutturare e offrire nuovi insight competitivi, nuovi modelli di business e nuovi servizi.