Oggi la salvaguardia del Made in Italy confluisce in un disegno di legge ad hoc con l’obiettivo, da parte delle istituzioni, di strutturare un’apposita sorveglianza per promuovere le produzioni di eccellenza, una transizione sostenibile e incentivare il sistema imprenditoriale italiano per valorizzare il nostro Made in Italy con nuove risorse, nuove competenze e nuove tutele.
Ancor prima degli aspetti economici, dal dibattito emerge come sia necessario incentivare una vera e propria cultura del Made in Italy: gli ultimi decenni hanno evidenziato quanto sia indispensabile ripensare come sistema Paese, coinvolgendo tutti gli interlocutori (governo e istituzioni, imprese e consumatori) per ridurre l’impatto di fenomeni come la contraffazione o l’Italian Sounding (prodotti che vengono commercializzati con nomi che evocano l’italianità ma che non provengono dall’Italia). Nella filiera agroalimentare l’Italian Sounding è arrivato a incidere 60 miliardi di euro sull’export (dati 2023 The European House – Ambrosetti) pertanto con un danno economico significativo per le imprese italiane.
“La strategia europea si lega a doppio filo al Made in Italy e le sue sfide, cioè contrastare l’Italian Sounding e la contraffazione, garantire la sicurezza e l’autenticità dei prodotti, promuovere una transizione sostenibile e una informazione trasparente verso i consumatori – ha dichiarato al recente Forum Food di Ambrosetti Club di The European House-Ambrosetti Emidio Zorzella (in foto) , Presidente e Co-CEO di Antares Vsion Group.
“Oggi possiamo supportare le aziende nella raccolta di dati, in ogni step della filiera e in una gestione integrata dei dati di prodotto, di processo e di filiera, abilitando percorsi sostenibili e pratiche virtuose, garantendo la sicurezza alimentare, la qualità e l’autenticità dei prodotti, l’efficienza nell’utilizzo delle risorse. Fondamentale è fare sistema ed ecosistema, a livello governativo, con una visione di Paese e un sistema normativo per proteggere il Made in Italy”.
Da qui la necessità di fare sistema anche attraverso investimenti da parte delle aziende nella tecnologia che può offrire il supporto più concreto e ad abilitare la transizione verso il futuro, opportunità di integrare e di “mettere insieme” tutta la filiera, riducendo fenomeni di contraffazione, mercati paralleli e Italian Sounding.
Il “Made in Italy” fa riferimento ai nostri comparti più riconosciuti e imitati nel mondo: agroalimentare in primis, così come cosmetico, abbigliamento, arredamento e design, calzaturiero.
La tracciabilità abilita la raccolta e l’integrazione di dati e informazioni dal prodotto e in ogni step di processo, che contribuiscono alla costruzione di una filiera di qualità, sicura e sostenibile.
L’accessibilità delle informazioni per il consumatore finale, attraverso un’etichetta intelligente, offre la possibilità di fare scelte d’acquisto sempre più consapevoli. Oggi è sempre più indispensabile promuovere un’educazione e una cultura dei prodotti italiani, che possa preservare tipicità, diversità ed eccellenze del nostro Paese.