Ucimu – Sistemi per Produrre ha reso noti i dati di preconsuntivo del 2014 dell’industria italiana produttrice di macchine utensili, robot e automazione. Il fatturato complessivo del settore è cresciuto del 4,6% sul 2013, portandosi a quota 4.695 milioni di euro.
A differenza di quanto è accaduto negli ultimi anni, a trainare la crescita stavolta non è stato solo l’export. Il mercato estero infatti si è confermato su valori molto elevati (-0,7% il risultato 2014 sul 2013), mentre il consumo di macchine in Italia è significativamente cresciuto: +18% l’aumento del consumo complessivo e +21% le vendite dei costruttori italiani sul mercato domestico.
Luigi Galdabini, presidente dell’associazione, ha commentato così i risultati: “Il segno meno sull’export non deve trarre in inganno: è un risultato ottimo considerando i livelli record raggiunti nell’anno precedente”. Il rapporto export su produzione si è confermato a valori molto elevati (72%). Per quanto riguarda i mercati di destinazione, quelli principali sono risultati in calo (e non solo per l’export italiano): la Cina ha fatto registrare un calo del 18,6%; gli USA dell’8,4%; la Russia del 16% a causa delle sanzioni; l’India del 35,5%; il Brasile del 37,3%. “I mercati del BRIC – ha evidenziato Galdabini – sono andati male per tutti. Questo rende ancora più evidenti i buoni risultati che abbiamo registrato sugli altri mercati”. Se Germania, Francia e Turchia sono risultati stabili, in Polonia, Romania, Ungheria, Canada, Sud Est Asiatico e Messico si sono registrate crescite significative.
Per quanto riguarda il mercato domestico, Galdabini ha spiegato che “la nuova Sabatini ha sicuramente avuto il suo impatto: dei 2,5 miliardi a disposizione 2,3 sono già stati richiesti e i fondi saranno verosimilmente assorbiti entro la fine dell’anno”. Come conseguenza indiretta, ha poi aggiunto Galdabini, Banche e Società di Leasing si sono adeguate e hanno iniziato a proporre offerte di finanziamento “finalmente a tassi meno penalizzanti”. Le prospettive per i prossimi anni sono positive: anche se il Governo ha ridotto l’entità dei fondi stanziati, esiste comunque un programma di supporto fino al 2017, dando alle imprese un orizzonte temporale di tre anni per pianificare gli interventi di adeguamento.
Ottimismo per il futuro
Le prospettive di mercato per il 2015 sono positive: Galdabini si è detto fiducioso che a fine anno si possa tornare finalmente ai livelli pre crisi. Questa “sensazione” è confermata dai dati sugli ordinativi, che nel terzo trimestre 2014 sono cresciuti del +13% rispetto allo stesso periodo del 2013 e l’ultimo trimestre – del quale non sono ancora disponibili dati definitivi, è andato altrettanto bene.
Per sostenere la crescita, Ucimu continua a richiedere interventi a supporto dell’aggiornamento del parco macchine. “Dopo sei anni di mancati investimenti in Italia abbiamo fabbriche meno produttive”, sottolinea Galdabini. “Nel 2015 faremo un’indagine in collaborazione con l’Istituto Piepoli per mappare le macchine installate in Italia e da questo emergeranno la necessità e l’urgenza di iniziative per l’aggiornamento”.
Dieci verità sull’Italia manifatturiera
Fondazione Ucimu ha realizzato un’iniziativa “culturale” in collaborazione con Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison: si tratta di un leaflet intitolato “10 verità sulla competitività italiana” basato sulle cifre ufficiali disponibili nelle statistiche rese note dalle principali istituzioni internazionali. Questo leaflet ha l’obiettivo di offrire una visione diversa dai soliti stereotipi dell’Italia manifatturiera. Alcuni esempi? Da quando c’è la globalizzazione l’Italia ha mantenuto il 72% della quota di mercato mondiale, facendo meglio di quasi tutti gli altri Paesi industrializzati; in ambito innovazione e tecnologia, per ogni milione di euro di produzione in Italia si generano 104 tonnellate di CO2, meno della Germania; anche nel recupero industriale dei rifiuti l’Italia è davanti alla Germania. E ancora: ci sono solo 5 Paesi al mondo che hanno un surplus commerciale superiore a 100 miliardi di dollari e l’Italia è tra questi; l’industria della machinery è campione di export con un surplus di 70 miliardi; l’Italia è seconda in classifica per la competitività nel settore delle macchine. Infine: l’Italia è al primo posto per saldo commerciale in 62 merceologie di prodotti su 496 merceologie mappate; in 90 altre merceologie è seconda al mondo; ed è nelle prime 3 posizioni in ben 295 merceologie. “Come noi – ha commentato Galdabini – solo Germania e Giappone nel mondo”.