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Macchine utensili, il mercato torna a correreERT

Nel 2014 il settore delle macchine utensili, robot e automazione ha fatto registrare vendite per 4.840 milioni di euro (+7,9%), con una crescita dovuta alla ripresa del mercato domestico. Sono in calo, infatti, le esportazioni, a quota 3.253 milioni di euro (-3,9%), mentre le vendite dei costruttori italiani sul mercato domestico fanno registrare un aumento del 44% a quota 1.587 milioni. Complessivamente, sommando le consegne dei costruttori italiani e le importazioni, il mercato interno è cresciuto del 33,8% e vale 2.739 milioni di euro.

Sono questi i principali dati resi noti da Ucimu – Sistemi per Produrre, l’associazione che riunisce i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, nel corso della propria  assemblea annuale. Con questi risultati l’Italia conferma il proprio piazzamento come terzo esportatore e quarto produttore al mondo.

Positivi anche i primi indici sull’andamento del comparto nel 2015. Il valore della produzione dovrebbe superare i 5 miliardi di euro (+5,2%) grazie sia all’andamento positivo del mercato interno (+5,7 il consumo italiano di macchine utensili, +4,3% le consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico) sia a una ripresa delle esportazioni (+5,6%).

“L’anno appena concluso sarà ricordato per la ripresa della domanda italiana che sembra essersi svegliata dal torpore in cui era caduta”, ha dichiarato Luigi Galdabini, presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre. “La crescita del mercato interno è una buona notizia per il Paese perché testimonia un generale riavvio dell’attività produttiva per molti comparti produttivi quali ad esempio l’aerospace e l’automotive”.

Galdabini ha citato gli effetti positivi della riduzione dell’IRAP, del Jobs Act, del credito d’imposta per la ricerca, della Nuova Sabatini e del bonus macchinari. “Il bonus macchinari purtroppo non è stato prorogato. Chiediamo a Confindustria di chiederne la riproposizione, unitamente a un sistema di incentivi alla sostituzione dei macchinari obsoleti”.

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, presente all’assemblea Ucimu, ha fatto appello alle imprese affinché basino le proprie aspettative di sviluppo sulle proprie forze e sul recupero di competitività, che passa anche dalla formazione e dalla qualità del lavoro.

Serve inoltre – ha aggiunto Squinzi – un “progetto Paese” che metta le aziende nelle condizioni di crescere e competere sui mercati internazionali.

 

Franco Canna