Secondo l’ultima edizione del’European Business Facts and Figures di Eurostat, presentata martedì 15 gennaio, l’Italia è il Paese più specializzato nella UE-27 nel settore delle macchine e degli apparecchi meccanici (esclusa l’elettronica). Il settore è ritenuto “strategico dell’industria europea”, secondo lo stesso Annuario dell’Eurostat e nel 2006 è quello che ha garantito alla UE-27 il più alto surplus commerciale con il resto del mondo, pari a 96,4 miliardi di euro, davanti ai mezzi di trasporto (74,4 miliardi) e alla chimica (65,8 miliardi).
In termini assoluti, nel settore delle macchine e degli apparecchi meccanici l’Italia è seconda nella UE dietro alla Germania per valore aggiunto, addetti ed export, ma presenta, in base ai dati dell’edizione 2007 dello “European Business Facts and Figures”, il grado di specializzazione più elevato. Secondo l’Eurostat, infatti, nel 2006 “sul totale delle esportazioni complessive nazionali di prodotti industriali, la quota dell’export di macchine e apparecchi dell’Italia (del valore di 65,9 miliardi di euro) è risultata la più alta di qualunque altro Stato membro, raggiungendo il 21%, valore superiore ad esempio a quello della Germania (per la quale la analoga quota è stata del 15,6%)”.
L’Annuario dell’Eurostat rileva inoltre che nel 2006, considerando l’interscambio sia intra-UE sia extra-UE, Germania e Italia “hanno registrato i più alti surplus commerciali nel settore delle macchine e degli apparecchi meccanici; il livello della Germania è stato di 75,1 miliardi di euro e quello dell’Italia di 42,6 miliardi, distaccando di gran lunga il successivo miglior surplus, quello della Svezia, pari a 4,8 miliardi”.
All’imponente attivo commerciale italiano delle macchine e degli apparecchi nel 2006 hanno contribuito in misura determinante due settori composti in gran parte da comparti aderenti alla Federazione della meccanica varia Anima: quello delle macchine per l’industria con 27 miliardi di euro di surplus con l’estero (Eurostat) e quello delle macchine e degli apparecchi per la produzione e la trasmissione dell’energia meccanica con 7,9 miliardi (Eurostat). I dati di andamento settoriale di Anima confermano il trend positivo. Il comparto relativo alle “Tecnologie e prodotti per l’industria”, infatti, ha esportato il 66% della produzione nel 2006 mentre le “Macchine e impianti per la produzione di energia” ha evidenziato una quota di export pari al 56% nello stesso anno. I dati sono sostanzialmente stabili nel 2007 e previsti in tenuta nel 2008.
La posizione dell’Italia nella meccanica non elettrica è rafforzata dalla sua presenza assai rilevante anche nell’industria europea dei prodotti in metallo. Sommando il contributo del settore delle macchine e degli apparecchi meccanici a quello dei prodotti in metallo, secondo i dati Eurostat, l’Italia ha generato nel 2004 un valore aggiunto di ben 55,6 miliardi di euro, solo di poco inferiore a quello prodotto dall’intera industria farmaceutica della UE-27 (pari a 59,5 miliardi di euro, a cui però l’Italia stessa contribuisce per 10,9 miliardi).
In Italia, analogamente al settore delle macchine e degli apparecchi, anche il settore dei prodotti in metallo presenta un surplus commerciale con l’estero significativo. Nel 2006, ad esempio, si è registrato un attivo di 1,2 miliardi nel comparto dei boilers e nelle caldaie e di 6,9 miliardi nel comparto degli utensili, coltelleria, pentolame ed altri prodotti vari in metallo: entrambi in gran parte ricompresi nel sistema Anima