Secondo l’indice di maturità nell’utilizzo dei software gestionali, nato dalla ricerca degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware, il 13% (9% nel 2022) delle PMI italiane si possono definire “avanzate”.
I benefici portati dai software più rilevanti riscontrati dalle PMI sono legati all’efficacia e alla governance: maggior controllo sui processi (per l’83% del campione), riduzione degli errori (80%), maggiore visibilità e tracciabilità dei flussi di lavoro (79%).
“Stiamo parlando di gestionali” precisa Claudia Bottaro, SME Evangelist di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, “ma il mondo digitale per le aziende è fatto anche di software dedicati alla produzione, alla logistica, al marketing, alla gestione della clientela. Un universo digitale sempre più pervasivo nell’impresa che dev’essere affrontato con una visione olistica per essere davvero funzionale alla crescita”.
Le difficoltà
Le imprese, non necessariamente solo le PMI, hanno ancora delle difficoltà ad uniformare le logiche che portano all’acquisizione di un gestionale, piuttosto che di un CRM o di un altro strumento digitale. Dovrebbero essere parte di un insieme che armonicamente interagisce per aumentare le capacità di creare valore dell’impresa.
“Adottare e implementare soluzioni digitali che interagiscono in azienda e in produzione è sicuramente importante, ma fondamentale è il progetto che porta all’acquisizione delle soluzioni software. L’imprenditore deve aver ben chiaro l’obiettivo che vuole raggiungere. Elaborare un progetto strategico per la sua azienda, basato oltretutto su importanti componenti digitali, non è cosa semplice. Vediamo sempre di più l’imprenditore chiedere il supporto di figure consulenziali che lo aiutano nella definizione del progetto, anche a più step nel tempo. Il supporto si estende poi alla realizzazione tecnica e, cosa fondamentale, alla formazione, sua e del suo staff. È importante che vi sia la piena consapevolezza che lo sviluppo e l’integrazione digitale devono essere un fattor comune tra tutte le componenti dell’impresa. Il grado di capacità d’interazione, di analisi e di utilizzo dev’essere omogeneo. Solo così l’intero organismo produttivo riuscirà a raggiungere gli obiettivi fissati con la realizzazione di un progetto di integrazione digitale”.
La digitalizzazione: un mezzo, non un fine
Secondo Bottaro la digitalizzazione “è un mezzo, non un fine” e il progetto complessivo dev’essere “armonico e scalabile”. Le nuove tecnologie devono attingere alle tecnologie consumer per creare un ambiente accessibile ad ogni tipo di operatore che così vi si potrà avvicinare con maggiore empatia.
Un progetto di integrazione digitale in azienda dovrà fare leva sugli operatori e necessariamente si dovrà colmare il gap dell’esperienza digitale privata con quella della vita professionale.
Lo sviluppo di gestionali per diverse funzioni dell’impresa, la loro integrazione con strumenti digitali che governano processi produttivi o logistici, dovrà avere un approccio unitario e il più possibile semplice e auto-esplicativo.
Il mondo dei gestionali di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, Arca Evolution, si orienta proprio in questa direzione.
“Lo sviluppo di gestionali semplici ed armonici e in grado di essere operati da più professionalità interne ed esterne all’impresa e che siano armonizzabili con altri strumenti di governance aziendale e produttiva sono la chiave di volta verso una digitalizzazione che punta allo sviluppo dell’impresa e non all’autoreferenzialità” conclude Bottaro.