È stato presentato a Roma il primo Libro Bianco L’Intelligenza Artificiale a servizio del cittadino a cura della Task force IA dell’Agenzia per l’Italia Digitale, l’agenzia pubblica incaricata di garantire la realizzazione dell’Agenda Digitale Italiana composta da un gruppo interdisciplinare di 30 esperti sul tema.
Il libro è frutto di un lavoro di consultazione durato oltre un mese che ha coinvolto circa un centinaio di soggetti pubblici e privati che a vario titolo si occupano di IA in Italia e illustra le linee guida e le raccomandazioni per l’utilizzo sostenibile e responsabile dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione e rappresenta l’inizio di un percorso progettuale: per questo sono stati destinati 5 milioni di euro allo sviluppo di progetti pilota di Intelligenza Artificiale per le Pubbliche Amministrazioni che collaboreranno con l’Agenzia all’individuazione delle iniziative.
I fondi sono messi a disposizione dall’Agenzia per l’Italia Digitale nell’ambito delle linee di finanziamento per la promozione del procurement innovativo e di percorsi di open innovation, in coerenza con gli obiettivi fissati dal Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione. I 5 milioni potranno essere utilizzati per finanziare progetti che risponderanno alle raccomandazioni contenute nel Libro bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino, frutto del lavoro svolto dalla task force, dalla community aperta su AI.Italia.it e dal successivo percorso di consultazione pubblica.
I progetti potranno riguardare diversi ambiti d’applicazione individuati dal Libro Bianco. Tra questi: i chatbot, ossia i robot che rispondono in tempo reale alle domande degli utenti, i sistemi automatici di diagnostica in grado di individuare velocemente la patologia di un paziente, le piattaforme automatiche per supportare gli insegnanti nella valutazione dei compiti scolastici, i sistemi avanzati di elaborazione dei dati per contrastare l’evasione fiscale e altro ancora.
Il Libro Bianco propone, inoltre, una serie di iniziative per agevolare la nascita di una Pubblica Amministrazione AI ready, ossia pronta a cogliere le opportunità delle nuove tecnologie di Intelligenza Artificiale a servizio dei cittadini. “All’interno del volume si raccomanda di utilizzare i sistemi IA nel rispetto dei principi di privacy, trasparenza e sicurezza a tutela dei cittadini. In particolare si condivide la necessità di rendere pubblici i meccanismi di funzionamento degli algoritmi e le logiche di costruzione dei database e di elaborare linee guida per il security by design nell’utilizzo dell’IA, di sviluppare percorsi di preparazione ad hoc all’interno della PA, per formare esperti di Intelligenza artificiale e di creare una piattaforma nazionale per testare e sviluppare le soluzioni IA”, ha spiegato Antonio Samaritani, Direttore generale di AgID nel corso della presentazione del Libr.
Sono molteplici i campi di applicazione dell’IA nel settore pubblico: dalla prevenzione dei disastri ambientali, dove è possibile operare simulazioni delle conseguenze dei fenomeni naturali, alla scuola, dove sono già disponibili assistenti didattici artificiali in grado di seguire gli studenti singolarmente. “Nel mondo si moltiplicano gli esempi di intelligenza artificiale applicata ai servizi al cittadino: in Giappone, il personale degli uffici pubblici risponde in maniera personalizzata a tutte le richieste dei cittadini, servendosi di strumenti di Intelligenza Artificiale adeguatamente istruiti. In UK è al vaglio una tecnologia wearable per monitorare e combattere i sintomi del Parkinson” ha aggiunto Maria Grazia Mattei, Direttore di Meet the Media Guru.
“Agli indubbi benefici fanno da contraltare rischi che vanno adeguatamente affrontati a livello internazionale perché, come è sempre più evidente dalla cronaca di questi giorni, le informazioni che riguardano i nostri gusti e comportamenti possono essere utilizzati a scopi che esulano dalla nostra volontà. I governi dovranno affrontare questi delicati aspetti e sfruttare l’enorme potenziale di questo “cervello umano aumentato” per affrontare seriamente i grandi problemi dell’umanità. Tutti questi sviluppi implicano la cessione di autonomia e di informazioni da parte del cittadino e quindi la prima sfida a cui siamo chiamati è quella di sviluppare queste tecnologie in una prospettiva umano-centrica che tenga conto della tutela della privacy, della reputazione e della proprietà individuale del pensiero. È fondamentale non perdere di vista questi aspetti e rafforzare in ogni cittadino la consapevolezza di questi diritti”.